6/12/2016 Pillole di Arte Contemporanea: John Baldessari, "I Will Not Make Any More Boring Art" (1971)Read Now
" Non farò mai più arte noiosa. Non farò mai più arte noiosa. Non farò mai più arte noiosa..." scrive John Baldessarri riga dopo riga, come un allievo punito severamente dal maestro. A quale arte noiosa si riferisce? Attraverso le modalità tipiche dell'Arte Concettuale, John Baldessarri ci dice che l'arte noiosa è proprio quella concettuale. Con il suo stile e le regole di una delle tendenze egemoni del decennio, denunciando il potere che ha assunto nei musei e nelle altre gallerie e tra gli artisti e i critici.
In I will not make any more boring art, l'artista utilizza innanzitutto la parola scritta, imitando la linea linguistica dell'Arte Concettuale. Scrivendo e riscrivendo la frase, adotta una delle modalità più ricorrenti della tendenza: quella della ripetizione. Il "componimento" viene tradotto in litografia, stampato e trasformato in multiplo, secondo un'altra strategia caratteristica, quello cioè di privare l'opera di unicità, rendendola economicamente più accessibile e democratica. L'ironia e la parodia sono gli ingredienti di base delle opere di Baldassarri che, partito dalla pittura anche in questo caso per criticarla, se ne distacca definitivamente con un atto eclatante quanto irriverente. Nel 1970 con Cremation Poteject ha infatti dato alle fiamme i suoi dipinti, salvandone solo alcuni. Dietro un atteggiamento volutamente ludico e leggero, l'artista compie in realtà una critica feroce che lo porta per esempio, nel video del 1972 Baldassarri Sings LaWitt, a canticchiare i famosi Paragrafi sull'Arte Concettuale, pubblicati da Sol LeWitt nel 1967. Riduce così uno dei testi sacri della tendenza a un insieme di motivetti del tipo di quelli che si canticchiano soto la doccia. Docente al California Institute of Art , Baldassarri fu una delle personalità di riferimento della generazione successiva, formata da artisti che utilizzarono il Concettuale ma con una più marcata consapevolezza critica rispetto ai componenti della prima generazione. Immagine tratta da www.khanacademy.org
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