Pierre Restany e l’esperienza del Nouveau Réalisme ![]() Se volessimo determinare l’esatta posizione del Nouveau Réalisme in un’immaginaria carta geografica dei movimenti e delle correnti artistiche attive nella seconda metà del novecento dovremmo far convergere le coordinate di latitudine e di longitudine in un punto preciso a 40º al di sopra del DADA. Se è innegabile infatti la filiazione del movimento novo-realista dall’avanguardia zurighese, altrettanto manifesto appare il suo intento di muovere sì dallo zero assoluto DADA ma per superarne definitivamente l’esperienza verso un “nuovo approccio percettivo al reale”. Ma cosa significa “un nuovo approccio percettivo al reale”? Qual è questa nuova realtà per la quale s’invoca una diversa metodologia d’approccio e un nuovo modo di vedere? Cos’è questo nuovo reale delle cui istanze è necessario farsi carico e la cui natura obbliga a un confronto del tutto differente e innovativo? La realtà contemporanea, fondamentalmente. La realtà che nell’immediato dopoguerra è rappresentata dal boom economico e dal consumismo di massa, dall’industrializzazione e dallo sviluppo tecnologico, dalla produzione seriale e dalla pubblicità, un reale che chiama l’arte ad una modalità di rappresentazione più diretta, immediata, fisica e concreta, senza mediazioni, astrazioni o giochi intellettuali. La pura realtà, nuda e cruda, mostrata nella sua piena autonomia estetica ed espressiva, un reale «percepito in sé, non attraverso il prisma della trascrizione concettuale o immaginativa». ![]() Aderire al reale, o per meglio dire, appropriarsi del reale, è la specificità del Nouveau Réalisme, la cui breve esistenza si lega a doppio filo alla figura di Pierre Restany, critico d’arte francese e teorico del movimento. Il 16 Aprile 1960 in occasione di un’esposizione collettiva alla milanese galleria Apollinaire in cui esponevano giovani e talentuosi artisti francesi quali Fernandez Arman, François Dufrêne, Raymond Hains, Yves Klein, Jean Tinguely e Jacques de la Villeglé, Restany pubblica Les Nouveaux Réalistes, manifesto teorico del movimento che vedrà il suo battesimo ufficiale soltanto sei mesi più tardi, il 27 Ottobre, quando, in casa di Yves Klein, verrà firmata la sua dichiarazione costitutiva. L’atto di fondazione, redatto in nove esemplari manoscritti originali siglati dai componenti del movimento su carta monocroma blu, oro e rosa, recita “Le jeudi 27 octobre 1960. Les Nouveaux Réalistes ont pris conscience de leur singularité collective. Nouveau Réalisme = nouvelles approches perceptives du reel” con in calce le firme di Yves le monochrome, Martial Raysse, Restany, Arman, Tinguely, Spoerri-Feinstein, Villeglé, Hains, F. Dufrên. César e Rotella non poterono presenziare alla riunione ma saranno presenti alle successive manifestazioni del gruppo al quale si unirono più tardi Niki de Saint-Phalle, Deschamps e Christo. Il movimento avrà vita breve e si scioglierà quasi subito, nel 1963, appena tre anni dopo la sua costituzione ufficiale. I suoi protagonisti proseguiranno le loro carriere individualmente salvo riunirsi in occasione del decimo anniversario della sua fondazione, a Milano, nel 1970. Restany scriverà a proposito: “Ci sono degli incontri che si meritano e che per questo s'impongono: in un certo contesto, con certe premesse, questi incontri non potevano non aver luogo, e si producono nel preciso momento in cui si devono produrre. E' appunto ciò che spiega la straordinaria efficacia dell'azione collettiva dei Nouveaux Réalistes e al tempo stesso la sua brevità...” Nei prossimi articoli tratterò singolarmente e in maniera più approfondita ciascuno degli artisti che contribuirono con il loro genio a far del Nouveau Réalisme l’ultima, vera avanguardia Europea. Immagini da:
- https://critiquedart.revues.org/1535 - https://www.pinterest.com/pin/342062534168703736/?from_navigate=true - http://ilsegnografico.blogspot.it/2013/10/gli-affichistes-tra-milano-e-bretagna.html - http://www.clammmag.com/parigi-milano-1960-70-il-decennio-del-nuovo-realismo/
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Gennaio 2022
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