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8/11/2016

Albrecht Dürer: il maestro dell'incisione

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di Ilaria Ceragioli

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 Mentre nell’Italia rinascimentale risuonavano gli illustri nomi di Raffaello, Bellini e Mantegna, in Germania si andava affermando colui che diverrà il più eccellente interprete e innovatore dell’incisione cinquecentesca: Albrecht Dürer.
Albrecht Dürer nacque a Norimberga, fu il terzo di otto figli e si formò presso la bottega del padre, un abile orefice. Questa dedizione al lavoro artigianale lo accompagnerà non solo nelle prime fasi della sua carriera, bensì per tutta la sua esistenza. Saranno proprio queste radici artigianali a far sì che Dürer si cimenti già da adolescente nel disegno e in ardue tecniche d’incisione tra cui il bulino, l’acquaforte e la xilografia.
Il suo incontestabile genio emerse sin da subito e si può constatare ammirando alcuni studi dell’artista raffiguranti i piedi e le mani:


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Tuttavia, in questo articolo l’attenzione verrà posta sulla tecnica della xilografia. Si tratta di una tecnica praticata a partire da tempi ormai remoti (pensate che era nota in Cina già a partire dal VI secolo!) che consiste nell’incidere immagini su tavolette di legno che venivano ricoperte di inchiostro consentendo così di creare più campioni di uno stesso soggetto.
Intorno al 1498 Dürer lavorò contemporaneamente a due opere significative per la sua affermazione mondiale: quindici xilografie per L’Apocalisse di San Giovanni e dodici xilografie per la Grande Passione.
Entrambe, stampate in tedesco e in latino per volere dell’artista stesso, presentano caratteri di assoluta novità che ne decretarono un immediato successo. L’artista adotta un formato verticale, dunque, si distacca volutamente dallo stile biblico tradizionale che, invece, soleva utilizzare un formato di tipo orizzontale. L’illustrazione, inoltre, occupa l’intera pagina, dunque, non è più inserita all’interno del testo. L’immagine assume così un ruolo rilevante, non più marginale. Le figure incise, mai come adesso, mostravano una dilagante drammaticità accentuata dall’introduzione di un tratto scuro e di forti contrasti di nero e bianco.
Prendiamo pienamente coscienza di questa tragicità e pathos soprattutto concentrandoci sull’osservazione di alcune xilografie contenute ne L’Apocalisse di San Giovanni:


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Ne I quattro cavalieri dell’Apocalisse, il primo cavaliere sulla destra, con un arco in mano, simboleggia la pestilenza; il secondo, con la spada sguainata, simboleggia la guerra; il terzo, con la bilancia vuota, simboleggia la carestia; l'ultimo è la morte e sotto di lui si nota un re nelle fauci dell'Ade insieme ad alcuni cadaveri. Si hanno figure scarne, dal volto segnato dalla violenza e dall’orrore. Tutti assumono sembianze quasi mostruose. La macabra scena raffigurata non lascia intravedere l’ambientazione di fondo.
Una simile atmosfera pregna di ferocia e di tensione si può notare in San Michele che uccide il drago.

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Nella parte superiore dell’incisione, infatti, domina il disordine: figure angeliche armate di lance, archi e frecce, lottano contro draghi ed altre creature mostruose. La figura alata posta in primo piano e colta nell’atto di uccidere il drago con una lancia è l’audace San Michele. Nella parte inferiore, invece, a regnare è l’ordine: la quiete di un villaggio e di un paesaggio segnato dalla presenza di numerosi arbusti e da catene montuose che si scorgono in lontananza.
Nella Grande Passione la xilografia più celebre e suggestiva risulta quella che riproduce il Trasporto della Croce. Lampante, ancora una volta, è l’aspetto nefasto e angoscioso dell’opera accentuato dal tratto incisivo e deciso. Si tratta di un’opera che affascinò così tanto il pubblico, i critici e gli artisti che lo stesso modello iconografico verrà visibilmente ripreso dal celeberrimo Raffaello per la sua opera Spasimo di Sicilia.

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L’intento della produzione artistica di Dürer può essere efficacemente riassunto proponendo le parole dello storico dell’arte austriaco Julius Von Schlosser: “Nel nuovo secolo i suoi sforzi incessanti, seri e faticosi tendono a trovare le leggi della forma di quelle immagini misteriosamente affascinanti, ad appropriarsele, a trasportarle nel suo mondo ed infine a dominarle”. 
Immagini tratte da:

- wikipedia ita, pubblico dominio, voce:
Albrecht Dürer
- settemuse.it
- didatticarteblog
- wikipedia ita, pubblico dominio, voce: Apocalisse
- wikipedia ita, pubblico dominio, voce: Albrecht Dürer

- wikipedia ita, pubblico dominio, voce: Albrecht Dürer
- wikipedia ita, pubblico dominio, voce: Spasimo di Sicilia


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2 Commenti
Gianni Verna
15/6/2019 16:26:48

Gent.ma Dottoressa Ilaria Ceragioli,
sono uno xilografo e desidero sapere i legni usati da Durer conservati all'Albertina di Vienna: che tipo di legno è, pero o noce.
Se mi invia una e mail le invierò i cataloghi della nostra attività
Saluti La ringrazio anticipatamente
Gianni Verna

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Ilaria Ceragioli
8/11/2020 15:29:19

Gent.mo Gianni Verna,
mi scuso per la tardiva risposta, ma personalmente non ho un sistema di notifica che mi avvisa quando ricevo commenti sotto i miei articoli. Mi dispiace molto aver letto il suo commento solo adesso. Innanzitutto, ci tengo a ringraziarla per l'interesse dimostrato.
Mi ha rivolto una domanda tanto interessante, quanto complessa.
Christof Metzger, specialista di Dürer e capo curatore presso il museo dell'Albertina di Vienna, sostiene che probabilmente si tratti di legno di pero.
Spero di esserle stata d'aiuto.
Detto ciò, sarei molto lieta di vedere i cataloghi della vostra attività!
La ringrazio molto.
Un cordiale saluto,

Ilaria Ceragioli

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