Antonio Cederna nacque a Milano nel 1921 da una famiglia di estrazione borghese. Nel 1947 si laureò a Pavia in archeologia classica. Dopo una campagna di scavo presso Carsoli, in Abruzzo, si trasferì a Roma perché chiamato da Elena Croce (figlia di Benedetto Croce) a collaborare con la rivista Lo spettatore italiano in cui si occupava di critica d’arte. Successivamente venne notato dal filosofo Marco Antoni che lo segnalò a Mario Pannunzio, direttore de il Mondo.
Questa opportunità permise ad Antonio Cederna di intraprendere la sua attività di urbanista moderno ( urbanistica che s’interessi di tutto lo spazio vissuto dall’uomo). Sin dai suoi primi articoli, l’opera di Cederna era rivolta alla salvaguardia dei centri storici. Si scagliò contro la distruzione di interi quartieri storici che interessavano le città di Roma, Milano e Lucca, operata da architetti che avevano introiettato in modo erroneo il concetto post bellico di modernizzazione. Non deve essere dimenticato che questi sono gli anni in cui in Italia scorrono fiumi e fiumi di cemento che, come la lava di un vulcano, sommergono e distruggono qualsiasi cosa in nome della “modernità” e dello “sviluppo”. Famosissimo è l’articolo del 8 Settembre 1953 intitolato: “I gangasters dell’Appia”. L’articolo rappresenta l’incunabolo di altri sui scritti, in cui l’archeologo critica in modo veemente lo sfruttamento della Via Appia da parte dei privati e contro il Comune di Roma reo di avallare tale scempio. Il desiderio di Cederna era quello di permettere a tutte le persone di fruire degli spazi che si aprono ai lati della Via Appia con la realizzazione del “Grande Parco dell’Appia Antica”.
Il suo impegno non rimase però relegato solo ai numerosi articoli, ma si tradusse anche in collaborazioni con associazioni culturali come Italia Nostra (Associazione nazionale per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale della nazione), fondata a Roma nel 1955 da Umberto Zanotti Bianco, Pietro Paolo Trompeo, Giorgio Bassani, Desideria Pasolini dall’Onda, Elena Croce, Luigi Magnani e Hubert Howard. Anche se prendeva parte alle riunioni in modo attivo, Cederna non volle mai figurare fra i fondatori di Italia Nostra.
Le lotte di Cederna in difesa della Via Appia portarono ai successi sperati. Nel decreto ministeriale del 1965, firmato dal ministro Giacomo Macini, venne deciso che l’Appia Antica era interamente destinata a parco pubblico da Porta San Sebastiano ai confini del comune. Questa grande vittoria però non durò a lungo perché nei decenni successivi sorsero numerose costruzioni abusive. Ma dopo diversi interventi della Regione, il Gran parco della Appia Antica adesso è una realtà. La sua realizzazione si deve ad Antonio Cederna. Abbiamo già detto prima che una lotta che Antonio Cederna portò avanti fu quella per la salvaguardia dei centri storici. Importante a tale riguardo fu il convegno di Gubbio che si tenne nel 1960, in cui Cederna e altri definirono i termini della “Carta di Gubbio”(dichiarazione finale del convegno). Tale dichiarazione sosteneva l’inscindibile unitarietà dei centri storici (l’intero centro storico è esso stesso un monumento). I risultati si videro subito, infatti in qualità di consigliere comunale Cederna fece costruire l’auditorium nell’area dello stadio Flaminio e non nel piccolo borghetto Flaminio. Un altro esempio è stata la salvaguardia di un pezzo di campagna romana nei pressi dell’Appia che stava per essere inondato da colate di cemento. L’interesse di Cederna si spostò poi al centro di Roma. Dapprima propose di spostare i ministeri dal centro di Roma in periferia e di lasciare ivi solamente il Parlamento e la residenza del Presidente della Repubblica.
Poi volse lo sguardo su via dei Fori Imperiali. Criticò aspramente l’operato di Mussolini che, negli anni ’30, per collegare Piazza Venezia con il Colosseo, fece spianare la Velia (uno dei colli di Roma) distruggendo antichi quartieri e deportando i suoi abitanti nelle borgate in periferia, ma soprattutto facendo costruire Via dei Fori Imperiali che recideva in modo netto e irrimediabile l’area del foro romano dall’area dei fori imperiali di Cesare, di Augusto, di Nerva e di Traiano.
Cederna appoggiò l’idea dell’archeologo Adriano La Regina di eliminare Via dei Fori Imperiali per ricreare l’unità originaria dell’area e creare, secondo Cederna: “uno spazio per la cultura, la contemplazione, il riposo". Ma soprattutto, "coll'eliminazione dello stradone che negli anni Trenta ha spianato un intero quartiere e con la creazione del parco centrale si sancisce l'incompatibilità del traffico con il centro storico e con la salute dei monumenti". La rimozione di Via dei Fori Imperiali sembrò una possibilità concreta allorché, nel 1979, divenne sindaco di Roma Luigi Petroselli. Petroselli sostenne l’idea di smantellare la via e fra le prime cose fece chiudere via del Foro Romano che separava il Campidoglio dal Foro Romano. La morte improvvisa di Petroselli fece naufragare del tutto il progetto. Sono passati oramai più di venti anni da quando Antonio Cederna si spense a Sondrio il 22 Agosto del 1996, ma il suo insegnamento è più attuale che mai. Le lotte di Antonio Cederna hanno avuto come effetti vittorie e sconfitte, ma ciò che ne rimane è un esempio per tutti. La tutela, la salvaguardia, la valorizzazione (quest’ultima non in senso economico) e la fruizione da parte di tutti i cittadini devono essere i cardini intorno ai quali orientare lo sviluppo e la modernizzazione dei beni culturali nel nostro paese. L’operato di Cederna dimostra come l’urbanistica moderna abbia la possibilità di coniugare presente e passato. Quest’ultimo non deve essere inteso in senso assoluto, cioè scevro da qualsiasi legame, soprattutto con l’oggi, ma proprio il suo opposto, ovvero il luogo da cui si può attingere per capire il presente creando un ponte con ciò che la storia ci ha lasciato in eredità.
Sitografia:
http://www.treccani.it/enciclopedia/antonio-cederna_(Dizionario-Biografico)/ http://www.archiviocederna.it/cederna-web/info/antonio-cederna.html#n
Immagini tratte da:
- www.iisbattistivelletri.gov.it - www.repubblica.it - www.viaappiaantica.com - www.repubblica.it
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Gennaio 2022
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