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24/3/2020

Pasquino: come sarebbe potuto apparire in passato?

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di Nicola Avolio
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​Chi vive a Roma o chi semplicemente l’ha visitata almeno una volta nella propria vita, sicuramente si sarà imbattuto nel busto noto come Pasquino.
Esso costituisce la più importante delle cinque “statue parlanti” della città di Roma ed è infatti da qui che hanno origine le celebri pasquinate, ossia i versetti satirici attaccati sul busto atti ad esprimere il malumore del popolo nei confronti dei poteri alti della città di Roma, sbeffeggiandone i rappresentanti.
Il busto risulta essere, con ogni probabilità, ciò che resta di un’antica statua risalente al III secolo a.C., in stile ellenistico, e su come potesse apparire in passato, chi potesse rappresentare, sono state fatte molte ipotesi, di cui andremo a trattare, di seguito, le più accreditate. 
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Il Pasquino come Menelao e Patroclo della Loggia dei Lanzi, Firenze
​Stando ad alcuni studi, il Pasquino romano potrebbe essere ciò che resta di uno dei tanti gruppi scultorei raffiguranti Menelao e Patroclo: in questo caso prenderemo in analisi il gruppo scultoreo situato nella Loggia dei Lanzi, a Firenze.
Questa versione del Menelao e Patroclo consiste nella copia romana tratta da un originale greco e che è stata frutto, negli anni, di molti restauri.
Cosa accomunerebbe il Pasquino romano con il gruppo scultoreo della Loggia dei Lanzi?  Innanzitutto, non sappiamo esattamente se il Pasquino romano fosse stato rappresentato in un momento  di pietas o in un momento di violenza, il gruppo scultoreo della Loggia dei Lanzi raffigura Menelao che sorregge il corpo morto di Patroclo: possiamo accomunare i due “Pasquini” in base alla rotazione del busto di Menelao, la sua testa rivolta verso sinistra come per osservare se stessero arrivando dei nemici in quell’istante e la posizione del busto del soldato morente, disteso sulla gamba sinistra di Menelao.
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Il Pasquino come Menelao e Patroclo di Palazzo Pitti, Firenze
Il gruppo scultoreo del Menelao e Patroclo della Loggia dei Lanzi e il gruppo scultoreo del Menelao e Patroclo di Palazzo Pitti sono pressoché la stessa scultura, ma con una sostanziale differenza che le divide, ossia la presenza, sul busto di Patroclo, di una ferita, la quale “certifica” la morte di quest’ultimo e afferma il sentimento di pietas del complesso scultoreo, con Menelao che, quindi, sorregge e difende il corpo di Patroclo dagli attacchi dei nemici (l’elemento della testa di Menelao volta verso sinistra come ad osservare qualcosa).
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Particolare della ferita sul corpo di Patroclo
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Il Pasquino come L’Etiope in lotta con un delfino della Fontana del Moro di Piazza Navona, Roma
​Gianlorenzo Bernini, nella realizzazione dell’Etiope in lotta con un delfino, gruppo scultoreo facente parte della Fontana del Moro sita in Piazza Navona, si sarebbe ispirato al Pasquino di Palazzo Orsini: elementi di congiunzione tra le due statue sarebbero il volto del Moro girato verso sinistra, teso, la muscolatura possente del busto e la torsione di quest’ultimo.
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Il Pasquino come il Torso del Belvedere
​Il celebre Torso del Belvedere, opera risalente al I secolo a.C. firmata dallo scultore attico Apollonio di Atene, a livello “romantico” può essere accomunata al Pasquino romano per l’alone di mistero che aleggia attorno ad esso (come del Pasquino non sappiamo esattamente chi raffigura né se lo scenario originario del complesso scultoreo rappresentasse un momento di pietas o di violenza, anche del Torso del Belvedere non sappiamo esattamente chi raffigura, né se si tratti di ciò che resta di una singola statua o di un gruppo scultoreo più complesso).
In quanto all’elemento stilistico, invece, potremmo idealmente accomunare le due sculture per la muscolatura imponente e la torsione del busto.
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Il Pasquino come il Rilievo Ciampolini
​Nel cosiddetto Rilievo Ciampolini, se osserviamo attentamente verso il centro del bassorilievo, notiamo quello che noi immaginiamo un soldato nell’atto di sorreggere il corpo morente di un altro soldato, immagine che ci rimanda automaticamente ai due complessi scultorei di Menelao e Patroclo di Palazzo Pitti e della Loggia dei Lanzi e, di conseguenza, al Pasquino romano.
Con una sola differenza: che al soldato del Rilievo Ciampolini manca la testa, e quindi non possiamo sapere con precisione dove quest’ultima fosse rivolta, se verso l’alto ad osservare l’eventuale arrivo di nemici e quindi a protezione del cadavere, o verso il basso e quindi a protezione del suo stesso corpo.
Immagini tratte da: 
Pasquino, https://www.pinterest.it/pin/327425835380119218/
Fontana del Moro, da Wikipedia Italia, Di Fczarnowski - Opera propria, CC BY-SA 4.0
Meneleao e Patroclo Loggia dei Lanzi, https://www.flickr.com/photos/81918877@N00/40989680661
Particolare della ferita e Rilievo Ciampolini, file pdf
Patroclo e Menelao Palazzo Pitti, https://www.tumblr.com/tagged/menelao

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3/3/2020

Morto Ulay, storico compagno di Marina Abramovic

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di Marianna Carotenuto
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​Ieri, all'età di 76 anni, è venuto a mancare Ulay, il grande amore di Marina Abramović. La notizia arriva dalla stampa di Lubiana, città slovena dove l’artista internazionale viveva da più di dieci anni.
 
Ulay, esponente della performing art, è noto per il legame con l'artista serba, Marina Abramovic, al cui fianco ha vissuto per dodici anni e lavorato insieme dalla seconda metà degli anni Settanta.
Così la donna scrive su Facebook "È con grande tristezza che ho saputo della morte del mio amico ed ex partner Ulay. Era un artista e un essere umano eccezionale, ci mancherà profondamente. In questo giorno, è di conforto sapere che la sua arte e la sua eredità continueranno a vivere per sempre".
I due si erano conosciuti il 30 novembre del 1976,  giorno del compleanno di entrambi,  durante una performance  di Ulay: tra i due nasce subito un'intesa artistica che si trasforma in una intensa storia d’amore.
Per anni vivono e lavorano insieme viaggiando su un furgoncino e iniziano la serie Relation Works, una forma estrema di body art. Dopo 12 anni decidono di lasciarsi con un'ultima performance, The Lovers: The Wall Walk in China; in novanta giorni percorrono a piedi la muraglia cinese partendo dai capi opposti per incontrarsi al centro e dirsi addio.
Nel 2010 si rincontrano. A sorpresa, Ulay si presenta al MoMa dove è in corso lo spettacolo The Artist is Present, in cui i visitatori vengono invitati a sedersi di fronte all'artista serba.  Poi arriva il suo momento, Ulay si siede di fronte a Marina e la guarda negli occhi aprendo un confronto silenzioso e intenso.
 
Ecco il video del loro emozionante incontro.
Foto tratta da:
Corriere.it

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