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26/11/2018

Comunicato stampa- Da Kandinsky a Botero. Tutti in un filo

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Daonatella Avanzo

"Caro Scassa, sono molto soddisfatto, torno a ripeterglielo, dell'esecuzione dell'arazzo che mi ha consegnato recentemente e quanti lo hanno visto finora lo hanno molto ammirato, compreso il Lavagnino (Sovrintendente Roma e Lazio). Dica pure alle sue artigiane che se ci metteranno tutto il loro impegnopotremo tra un anno o due portare il livello dei nostri arazzi al di sopra del livello stabilito dai francesi, compreso Lurçat. Mi dia notizie e si abbia i migliori auguri di buon lavoro dal suo Corrado Cagli".
 
Basterebbero le quindici righe scritte di pugno da Corrado Cagli il 19 aprile del 1961 a Ugo Scassa per spiegare il motivo di una grande mostra a Venezia sui celebri arazzi astigiani. Venezia si fregia di una storia dell'arte tessile lunga quasi un millennio, sarà nel XII secolo che la città di terra e acque smetterà il ruolo di semplice importatrice di stoffe dall'Oriente per divenire produttrice di favolosi tessuti. Il primo ad essere prodotto fu lo sciamito, dal greco hexamitos, un prezioso tessuto composto da sei fili che poteva essere ammirato, in epoca medievale, su paramenti e abiti sontuosi.
 
Ancora oggi Venezia vanta aziende tessili di prim'ordine come la Tessitura Luigi Bevilacqua, Rubelli Tessuti, Venezia Studium, Fortuny Tessuti.  Queste aziende manifatturiere sono tutte riconosciute quali eccellenze italiane nel mondo. Uno dei desideri che Ugo Scassa avrebbe voluto veder realizzato era quello di una importante mostra dei suoi arazzi a Venezia, desiderio che si è potuto concretizzare
a poco più di un anno dalla sua scomparsa, grazie all'accordo fra la Signora Caterina
Alcaro Scassa e il Signor Mauro Rigoni, AD di Venice Exhibition e Direttore di Palazzo Zaguri, recentemente ristrutturato per accogliere mostre di rilievo.
 
L'esposizione veneziana vede protagonisti gli arazzi dei grandi maestri del '900 del
panorama artistico italiano e internazionale, quali Basaldella, Botero, Cagli, Capogrossi, Casorati, De Chirico, Clerici, Dalì, Ernst, Gribaudo, Guttuso, Kandinsky, Klee, Mastroianni, Matisse, Miró, Muzzi, Omiccioli, Piano, Sironi, Spazzapan, Warhol.
 
I grandi arazzi tessuti dalle abili mani delle tessitrici sono esposti in un esaltante percorso arricchito dalle opere di artisti dei nostri giorni in un dialogo costante con la scultura, la pittura, il disegno, la fotografia. Inoltre alcune sale saranno allestite con una ricerca storico archeologica sulle origini della tessitura con reperti di tessuto dell'antica civiltà egizia provenienti dal Museo Archeologico ed Etnografico Fratelli Castiglioni di Varese e da collezioni private.
 
La ricostruzione, in archeologia sperimentale, di un antico telaio romano unita a quella di un telaio eritreo evidenziano le differenze delle tecniche di tessitura in culture e periodi storici totalmente distanti fra loro.
 
Tante le istituzioni pubbliche, i musei, le gallerie d'arte e i collezionisti che hanno contribuito alla realizzazione di questa mostra che non esito a definire tessuta, filo dopo filo, come in un arazzo Scassa.

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20/11/2018

Le muse di Eugenio de Blaas

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di Ilaria Ceragioli
A cavallo tra ’800 e ‘900 una chiara dedica alle attitudini e alle maniere tipiche dell’universo femminile contraddistingue la pittura di Eugenio de Blaas. Belle e chiacchierone, ma anche candide e romantiche lavoratrici sono le tipologie di donne che animano le tele dell’artista italo-austriaco.
Prima di passare alla presentazione di alcune opere, però, facciamo un brevissimo excursus sulla sua formazione artistica.
Eugenio de Blaas, noto anche come Eugen Von Blaas, nacque ad Albano, non lontano da Roma, ma ben presto, nel 1856, si trasferì a Venezia. Qui, studiò presso l’Accademia di Venezia, dove divenne allievo del padre Karl e dal quale apprese la smisurata passione per l’arte, o meglio per la pittura.
Come già anticipato, le protagoniste indiscusse dei suoi dipinti sono le donne, per lo più bellezze veneziane.
Così, a volgere uno sguardo sognante, ma non eccessivamente spensierato verso la laguna veneta è il personaggio femminile di Anticipazione (1911).

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La fanciulla è  in preda a un momento di meditazione e indossa un abito tradizionale legato alla moda veneziana di fine Ottocento. La postura della donna ne risalta le forme femminili conferendo, tuttavia, l’idea di una innocente sensualità; un braccio è posto sul fianco, mentre l’altro poggia su una sorta di muretto. La bellissima fanciulla sta forse pensando ad un ipotetico amore o ad un amore legato al presente o al passato?
Il tema dell’amore compare più esplicitamente ne La lettera d’amore, una delle tele più celebri dell’artista.

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Nell’opera osserviamo quattro fanciulle; una, alla nostra destra, sta leggendo a gran voce una lettera d’amore, mentre le altre la ascoltano con forte coinvolgimento. Si tratta, questo, di un momento che si colloca in uno spaccato di vita quotidiana proprio della sfera femminile.
Un esempio pressoché analogo di un episodio di condivisione “al femminile” si ritrova nella tela Sharing the news (1904).

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Qui, i soggetti immortalati sono soltanto due, ma come nel quadro precedente, appare nuovamente il motivo di una fanciulla che, sorridendo, ha tra le mani una lettera d’amore. L’altra, la ascolta interessata, senza però accantonare il suo lavoro; sta, di fatto, continuando a lavare i panni sporchi.
L’imbarazzo delle donne si manifesta soprattutto a contatto con figure di sesso maschile. Ciò, si riscontra ad esempio in Flirt.

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Osserviamo così, un affascinante uomo che, senza mostrare esitazione alcuna, corteggia una fanciulla seduta dinanzi a lui.
Con disinvoltura le si avvicina al viso e lei, con evidente impaccio ed imbarazzo, discosta leggermente il volto, poi sorride e abbassa leggermente lo sguardo fissando un punto. Tuttavia, seppur con estrema purezza e grazia, la donna mostra evidente entusiasmo verso le parole appena sussurratele dall’uomo. Anche questa scena, dunque, rimanda ad una situazione usuale e comune particolarmente legata al mondo femminile.
Eugenio de Blaas immortalò così, con naturalezza e semplicità, le esperienze di vita di coloro che scelse come muse ispiratrici della sua pittura: le donne.

Immagini tratte da:
- www.mutualart.com
- Wikipedia, Eugenio de Blaas, pubblico dominio
- Wikipedia, pubblico dominio
- www.tanogabo.com

 

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20/11/2018

Dall'Afrodite Cnidia all'Afrodite Callipigia

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di Antonio Monticolo
L’Afrodite Cnidia di Prassitele rappresenta il primo nudo femminile della storia dell’arte greca. Quella che oggi si può ammirare ai Musei Vaticani è una copia di un originale bronzeo di Prassitele datato al 360 a.C. (esistono anche diverse varianti in altri musei). Rappresenta Afrodite in un momento non del tutto chiaro. È sì nuda, ma non si sappiamo se si sta svestendo per fare un bagno oppure se sta per coprirsi perché si è accorta che qualcuno la sta guardando.
Plinio (N.H. XXXVI, 20) racconta che Prassitele ne aveva realizzate due: una vestita e una nuda. I Coi (gli abitanti dell’isola di Cos) avevano in diritto di scelta sull’acquisto e comprarono quella vestita perché la ritenevano pudica e austera. Gli abitanti di Cnido allora comperarono l’altra “destinata a ben' altra e incommensurabile fama”. Gli abitanti di Cnido collocarono questa statua in un tempietto aperto in modo che potesse essere vista da tutte le parti. Plinio aggiunge (XXXVI, 21): “Dicono che un tale, preso da insano amore, si nascondesse là di notte e si accoppiasse con il marmo; una macchia resta indizio della sua passione”.

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Copia romana da un originale marmoreo del 360 a.C. circaMusei Vaticani, Città del Vaticano
Da questa prima statua di Afrodite nuda sono poi state rappresentate altre statua della stessa dea, ma in modo diverso.
Un altro esempio a tale proposito è l’Afrodite Diodalsas (accovacciata) di cui abbiamo diverse copie romane di un originale bronzeo greco del 250 a.C. Afrodite è piegata sulle ginocchia mentre aspetta l’acqua per il bagno oppure è rappresenta mentre cerca di coprirsi le nudità e gira indietro la testa perché si è accorta che qualcuno la sta osservando.

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Copia romana da un originale bronzeo del 250 a.C. circa. Museo nazionale romano di Palazzo Massimo, Roma
Dell' Afrodite Callipigia (ossia dalle belle natiche) non si sa molto se non che risale all’epoca dell’imperatore Adriano e che venne rinvenuta priva di testa nei pressi della Domus Aurea. Si tratta di una copia marmorea di un originale greco in bronzo del III sec.a.C.
La Afrodite Callipigia venne acquistata dalla famiglia Farnese nel 1594, venne restaurata con l’aggiunta della testa e venne collocata a Palazzo Farnese nella collezione archeologica.
Nel 1786 fu trafesrita a Napoli sotto il regno di Ferdinando IV e dal 1802 è esposta al palazzo degli Studi quello che oggi è il museo archeologico nazionale di Napoli.
Afrodite è rappresentata nell’atto dell’anasyrma (far vedere le natiche), gesto collegato a rituali, all’erotisimo e a scherzi volgari. Infatti Afrodite è colta nell’attimo in cui sta tirando in su la veste sui fianchi e si gira in un atto provocatorio e di forte sensualità.

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II secolo d.C. Museo Archeologico Nazionale, Napoli
Immagini tratte da:
- Wikipedia, pubblico dominio, voce: Afrodite Cnidia
- Wikipedia, CC-BY-3.0, voce: Afrodirte Diodalsas
- Wikipedia, CC-BY-2.0, voce: Afrodite Callipigia

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13/11/2018

Sebastião Salgado. Genesi: un atto di amore verso la Terra.

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29 settembre 2018 – 6 gennaio 2019
Mole Vanvitelliana, Sala Vanvitelli
Banchina Giovanni da Chio, 28 Ancona
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La Mole Vanvitelliana accoglie una nuova grande mostra fotografica, Sebastião Salgado. Genesi. Ultimo grande lavoro del più importante fotografo documentario del nostro tempo, la mostra è sguardo appassionato, teso a sottolineare la necessità di salvaguardare il nostro pianeta, di cambiare il nostro stile di vita, di assumere nuovi comportamenti più rispettosi della natura e di quanto ci circonda, di conquistare una nuova armonia. Un viaggio alle origini del mondo per preservare il suo futuro. 

La mostra racconta la rara bellezza del patrimonio unico e prezioso di cui disponiamo: il nostro pianeta. La mostra è suddivisa in cinque sezioni che ripercorrono le terre in cui Salgado ha realizzato le fotografie: Il Pianeta Sud, I Santuari della Natura, l’Africa, Il grande Nord, l’Amazzonia e il Pantanàl. Un’attenzione particolare è riservata alle popolazioni indigene ancora vergini: gli Yanomami e i Cayapó dell’Amazzonia brasiliana; i Pigmei delle foreste equatoriali nel Congo settentrionale; i Boscimani del deserto del Kalahari in Sudafrica; le tribù Himba del deserto della Namibia e quelle più remote delle foreste della Nuova Guinea.
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Curata da Lélia Wanick Salgado su progetto di Amazonas Images e Contrasto, la mostra è promossa dal Comune di Ancona e organizzata da Civita Mostre. ​

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13/11/2018

Torna RONZII - Arte in Subbuglio

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Arte, concerti, performance, talk, workshop, teatro: lasciatevi trascinare dal flusso
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Il 15 e 16 novembre l’associazione FUCO Fucina Contemporanea torna con la seconda edizione del festival Ronzii Arte in Subbuglio nella storica cornice del Cinema Lumiere in vicolo del Tidi, 6
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Anche per quest’anno un programma ricco e variegato che andrà ad esplorare il concetto del flusso, scelto e declinato nella sua ambivalenza fra il concreto ed il teorico: tramite incontri, workshop, mostre d’arte, performance e concerti si indagheranno il movimento continuo, la poliedricità delle forme e l’impulso creativo generati dal flusso.

Si parte giovedì 15 alle ore 17.00 con la presentazione del Festival e l’apertura della mostra, frutto ancora una volta di una call for artist lanciata nei mesi scorsi dall’associazione a cui pittori, videoartisti e fotografi hanno risposto con la loro interpretazione del tema. Non mancheranno momenti di riflessione nei due talk in cui protagoniste saranno l’associazione L’Altro Diritto di Pisa e il gruppo Arte Migrante che tratteranno il ruolo e il significato del flusso nelle proprie realtà associative. 

Si continua con momenti specifici dedicati alla proiezione di video arte con opere scelte dalla call for artist, aperitivo musicale in compagnia del cantautore pisano Lorenzo Pagni e performance di improvvisazione video musicale a cura di Now!, duo di avant jazz sperimentale che porterà in scena l’opera “Transizioni”. Alle ore 22.00 protagonisti saranno i Collisions con la loro commistione fra musica elettronica, tecnologia interattiva e drumming vivo e pulsante, a cui seguirà un dj set.
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Venerdì 16 si parte sempre alle ore 17.00 con un momento esclusivo dedicato alla mostra e ad altre proiezioni di video arte. Alle 19.00 l’artista e performer bolognese Mona Lisa Tina proporrà la performance “Di ogni buio, di ogni luce”, una riflessione sul corpo come luogo di continui processi trasformativi psichici e fisici. L’aperiflusso del giovedì sarà accompagnato dal duo Greob che proporrà una performance di musica e luci e la realizzazione di fotografie per tutti i partecipanti con la tecnica del light painting.

Alle ore 21.00 spazio al teatro con lo spettacolo “Nonno Ulisse sogna le sirene” a cura di ADA- Arsenale Delle Apparizioni: un dramma liquido come il tempo, la pioggia e le lacrime, come l’oceano e la memoria che passando dalla commedia stempera nell’amaro e incrocia sapientemente presente e passato. 
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Il live del venerdì vede protagonisti i Cacao Mental, progetto che fonde cumbia, musica elettronica e psichedelia in canzoni che avvicinano la tradizione musicale latinoamericana ad una sonorizzazione cinematica e ballabile, a cui seguirà un dj set.

​Durante le due giornate sarà possibile partecipare a varie attività gratuite come:
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 - workshop di cianotipia a cura dell’associazione Imago: giovedì 15 dalle 17.30 alle 18.30 e venerdì 16 dalle 18.30 alle 19.30; 
- workshop di illustrazione “Vedere l’invisibile” a cura dell’artista Gianluca Palazzolo: giovedì 15 dalle 18.30 alle 20.00 e venerdì 16 dalle 17.00 alle 18.30;
- workshop “Forme e linguaggi tra corpi e identità” a cura dell’artista e performer Mona Lisa Tina: venerdì 16 dalle 14.30 alle 17.00. 

Tutte le attività saranno gratuite, occorre solo prenotarsi all’indirizzo e-mail info@fucinacontemporanea.it . 
L’iniziativa Ronzii Arte in Subbuglio si inserisce fra le attività finanziate dall’Università di Pisa in collaborazione con il DSU Toscana. ​

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6/11/2018

Inside Magritte

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di Federica Gaspari
L’emotion exhibition dedicata al genio di René Magritte approda a Milano con un’esperienza unica tra reale e immaginario.
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L’area espositiva della Fabbrica del Vapore a Milano dal 9 ottobre al 10 febbraio ospita un inedito percorso espositivo multimediale dedicato al grande maestro surrealista René Magritte ideato da Crossmedia Group – Hepco insieme a 24 ORE Cultura con la regia di The Fake Factory.
Da decenni le opere del pittore belga affascinano gli appassionati: il sottile confine tra realtà e fantasia cattura sguardo e mente suggerendo vivacemente riflessioni. L’intera carriera di Magritte è segnata da questa condizione che grazie a un’innovativa mostra interattiva ora trova una nuova forma coinvolgendo in prima persona i visitatori, sia i più ferventi cultori che i curiosi neofiti.
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L’immersione nell’universo surreale dell’artista avviene gradualmente in modo da riuscire ad apprezzare pienamente ogni aspetto dell’esperienza. Un’iconica bombetta accoglie il visitatore: il simbolo più semplice e riconoscibile dell’opera omnia di Magritte, accompagna le date e i momenti pittorici salienti della vita del pittore che, nella sala successiva, prendono vita con proiezioni e approfondimenti delle opere più celebri. Questa introduzione in forma piuttosto tradizionale è la necessaria strada da percorrere per raggiungere un universo privo di legami in cui una semplice ma travolgente esperienza multisensoriale prende il controllo, avvolgendo ogni incantato visitatore.
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Gli ampi spazi della Cattedrale della Fabbrica del Vapore diventano un’unica immensa experience room: pareti e schermi ad alta definizione prendono vita raccontando con un emozionante viaggio l’intero mondo del più celebre esponente del Surrealismo. Giochi di luci, colori e immagini proiettate donano ulteriori dimensioni alle dinamiche illusioni tridimensionali di 160 lavori scelte dalla storica dell’arte Julie Waseige per avere uno sguardo in grado di affrontare ogni aspetto dell’opera di Magritte. Le musiche del compositore Erik Satie (1866-1925) animano la colonna sonora dell’esperienza nella Sala Immersiva diventando il motore di pensieri e riflessioni stupite. All’interno dello stesso ampio spazio è possibile visitare la Sala degli Specchi, un caleidoscopio di immagini e temi cari al pittore a cui la mostra è dedicata, e provare le tecnologie dei visori 3D Oculus VR per diventare protagonisti delle più famose opere.
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Inside Magritte riesce a trovare gli strumenti giusti per entrare in sintonia con il pubblico, avvicinando l’universo e i sogni di René Magritte a quello incuriosito dei visitatori. Il più grande pregio di questa esperienza multisensoriale, però, è da ricercare nell’invidiabile capacità di intrecciare armoniosamente arte e tecnologia, due mondi spesso considerati inconciliabili. Nessuna opera fisica, nessun quadro: solo proiezioni e illusioni con cui il pubblico diventa parte della creazione di un’opera d’arte e prova le emozioni dell’artista facendone tesoro con un ricordo autentico e lontano dalle forme più canoniche.
 
Questa volta è proprio il caso di dire “Ceci n’est pas une exhibition.”!
Maggiori info e biglietti:
www.insidemagritte.com
+39 0254913
 
Immagini tratte da:
Locandina: www.insidemagritte.com
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5/11/2018

DREAM. L’arte incontra i sogni

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di Marianna Carotenuto
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Nella stupenda cornice del Chiostro del Bramante, fino al 5 maggio, con "Dream. L'arte incontra i sogni”, la dimensione onirica prende forma attraverso la grande arte contemporanea.
La mostra, a cura di Danilo Eccher,  chiude la trilogia iniziata con "Love" nel 2016 e proseguita nel 2017 con "Enjoy", due grandi mostre dedicate alle più intime emozioni dell’uomo.
DREAM, come ben si immagina, ha come tema i sogni, “A occhi aperti oppure a occhi chiusi, di notte o di giorno, nel cassetto o realizzati”. Si tratta di “una mostra che parla di desideri, aspettative, fantasie, paure esorcizzate. Una mostra che permette allo spettatore di dare forma ai propri sogni”. 
L’esposizione è sviluppata seguendo la dimensione del viaggio.
Si chiede allo spettatore di immergersi  nelle diverse stanze; ogni stanza è un mondo a sé, è l‘immagine di un sogno, offerta direttamente da venti noti artisti, come Bill Viola, Giovanni Anselmo, Kate MccGwire, Anish Kapoor, Tsuyoshi Tane, Ryoji Ikeda, Anselm Kiefer.
Dream è un viaggio nelle emozioni, in realtà parallele, dove si fondono sogni e incubi, luci e ombre.
Il pubblico così si ritrova ad affrontare il sogno come elemento di riflessione profonda, di meditazione e  di meravigliosa scoperta.
Ad accogliere gli spettatori, due grandi sculture di Jaume Plensa, due volti femminili che a occhi chiusi invitano lo spettatore a iniziare il viaggio nell’onirico.
Si prosegue con Bill Viola, una donna galleggia sospesa tra sonno e veglia. Dopo un pò  una passerella conduce in fila oltre un albero sradicato e sospeso (H. Håkansson) attraverso lievi indumenti di seta trafitti da innumerevoli spilli e ricordi (D. Salcedo) fino a sculture di legno, ferro e ossa (C. Costa). Si esce dalle tenebre per aspirare a una nuova dimensione, una pioggia d’oro rasserena (T. Tane), mentre suoni e immagini ridonano la dimensione del cosmo (R. Ikeda); un uomo disteso a terra sotto uno sconfinato cielo stellato (A. Kiefer); il viaggio prosegue attraverso una soffice caverna fatta di lana e pitture rupestri (A. Kehayoglou) e dalla natura rigogliosa della Patagonia ci si ritrova improvvisamente in una dimensione labirintica, astratta e geometrica (P. Kogler).
Il  percorso espositivo diviene un unico grande racconto, grazie al progetto “Le voci del sogno”.
Per la prima volta al mondo, l’audioguida cambia la sua classica designazione divenendo un racconto di mostra speciale ed emozionante:  14 racconti inediti, scritti per l'occasione dallo scrittore, sceneggiatore e regista Ivan Cotroneo e recitati da altrettanti grandi protagonisti del cinema italiano: Valeria Solarino, Valentina Cervi, Matilda de Angelis, Marco Bocci, Simona Tabasco, Giuseppe Maggio, Matteo Oscar Giuggioli, Alessandro Roja Alessandro Preziosi, Angela Baraldi, Brando Pacitto, Isabella Ferrari, Giulia Bevilacqua, Cristiana Capotondi.
Parole cariche di emozione che accompagnano il visitatore nel suo viaggio introspettivo.

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