IL TERMOPOLIO
  • Home
  • Rubriche
  • Cookie
  • Chi siamo

24/11/2020

Rembrandt e l’arte del teatro

0 Commenti

Read Now
 
di Olga Caetani
La Lezione di anatomia del dottor Tulp è l’opera che consacra la fama del giovane Rembrandt van Rijn appena trasferitosi ad Amsterdam da Leida, città ricca e fiorente sulle sponde del Vecchio Reno, ove era nato e aveva appreso i primi rudimenti di pittura, ma ormai troppo piccola e poco stimolante dal punto di vista artistico per attendere alle numerose commissioni che gli giungevano dalla capitale. 
Foto
La lezione di anatomia del dottor Tulp, 1632, L’Aia, Mauritshuis
Raccapricciante nella puntualità dei dettagli anatomici del cadavere, sezionato sotto gli occhi dello spettatore, il ritratto di gruppo dei chirurghi di Amsterdam, si trasforma in una drammatizzazione scenica delle loro reazioni, sospese tra interesse e stupore. Complice, senza dubbio, è la luce, proiettata come un faretto teatrale sui volti degli astanti contro lo sfondo scuro. La stesura pittorica accurata e serica lascerà il posto a un tratto più rapido, vibrante e chiaroscurato nelle opere della maturità, come in Ronda di notte, capolavoro di Rembrandt. 
Foto
Ronda di notte, 1642, Amsterdam, Rijksmuseum
Il titolo, quanto mai fortunato, è in realtà frutto di un errore settecentesco: la scena si svolge in pieno giorno, all’interno della Sala della Guardia del Municipio di Amsterdam, quando il capitano Frans Banning Cocq, in abito scuro e con la fascia rossa del comando, ordina di mettere in marcia la sua compagnia. La scelta del momento rappresentato è rivoluzionaria e trascende i canoni del ritratto di gruppo. Rembrandt inserisce infatti alcuni elementi allegorici, come il tamburino delle cerimonie festive che corre tra gli archibugieri, e la massiccia arcata sullo sfondo, simbolo della difesa della città. Il risultato è una complessa messinscena barocca di grande impatto per lo spettatore, tanto che “non ci si sottrae all’impressione vivissima di udire i colpi degli spari e il battere del tamburo di questo rumoroso corpo di guardia”, come scrive Tomaso Montanari. 
Foto
Aristotele contempla il busto di Omero, 1653, New York, Metropolitan Museum of Art
Osservando l’Aristotele che contempla il busto di Omero sembra quasi di trovarsi di fronte a uno shakespeariano Amleto. L’illuminazione del proscenio, l’attualizzazione del personaggio storico e il congelamento dell’azione ricordano la matrice caravaggesca dell’arte di Rembrandt, mediata dai pittori olandesi suoi connazionali, come Gerard van Honthorst, che, viaggiando in Italia, ne avevano avuto conoscenza diretta. Aristotele non veste propriamente abiti contemporanei, bensì un sontuoso costume di scena, e dalla catena d’oro pende un medaglione con il ritratto del suo discepolo Alessandro Magno. L’identificazione del personaggio è chiara, ma l’atmosfera ricorda quella del celebre soliloquio. Uno spirito teatrale infonde tutta l’opera di Rembrandt, per il quale l’artista diventa anche attore, ovvero “interprete convincente e credibile di un’espressione, di un volto, di una psicologia”, da saper riprodurre abilmente sulla tela. La lunga serie di autoritratti del pittore, copiati dai suoi allievi “per imparare ad appropriarsi degli affetti, degli stati d’animo, dei gesti di un’altra persona”, testimonia questa originale concezione dell’arte e del teatro. 
Galleria di autoritratti di Rembrandt
Senza questa profonda indagine di sé, priva di vanità e abbellimenti, Rembrandt non avrebbe saputo restituirci mirabili ritratti, come quello dell’amico e protettore Jan Six. 
Foto
Jan Six nello studio (particolare), 1647, Amburgo, Kunsthalle
L’acquaforte che lo ritrae immerso nella lettura, in una posa spontanea e totalmente incurante dell’osservatore, fa pensare a un’istantanea tant’è la sua modernità, mentre, la versione a olio, apparentemente più tradizionale, è un “non finito” estremamente vivido e naturale, che con le sue grosse e materiche pennellate sciolte ci dà un precocissimo assaggio di quella che sarà la tecnica impressionista del colore. 
Foto
Ritratto di Jan Six, 1654, Amsterdam, Collezione Six
 
Fonti bibliografiche:
  • Gombrich E.H., La storia dell’arte, Phaidon, Londra 2008
  • Montanari T., Il Barocco, Einaudi, Torino 2012
  • White C., Rembrandt, Rusconi, Milano 1988
 
Immagini tratte da:
  • wikipedia.org, pubblico dominio
  • wikipedia.org, pubblico dominio
  • wikipedia.org, pubblico dominio
  • wikipedia.org, pubblico dominio
  • artwave.it
  • wikipedia.org, pubblico dominio
  • wikipedia.org, pubblico dominio
  • wikipedia.org, pubblico dominio
  • pinterest.com
  • wikipedia.org, pubblico dominio

Potrebbero interessarti anche:
Foto
Il Secolo d’oro dell’Olanda: il Realismo nella pittura olandese del Seicento
Foto
Gerard Van Honthorst: una pittura "a lume di candela"
Foto
Giuditta e Oloferne: seduzione, inganno e sangue

Share

0 Commenti

10/11/2020

A Palazzo Blu di Pisa la mostra “De Chirico e la Metafisica”

0 Commenti

Read Now
 
COMUNICATO STAMPA
Foto

Dal 7 novembre 2020 al 9 maggio 2021, a Palazzo Blu di Pisa, la mostra “De Chirico e la Metafisica” racconterà l’opera del Pictor Optimus in un lungo viaggio attraverso immagini e parole, una navigazione fatta di partenze e ritorni lungo l’arco del Novecento lasciando tracce profonde ancora recepibili.

​La mostra permette di conoscere de Chirico grazie a una serie di chiavi di lettura che possono aprire il sipario sui suoi enigmi e permettere di percorrere il suo magnifico labirinto, oltre la scoperta della collezione personale dell’Artista ovvero i “de Chirico di de Chirico”, fulcro di questa mostra.
Grazie al supporto delle più prestigiose istituzioni nazionali, come la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, la Pinacoteca di Brera, il Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto e non solo, e con la collaborazione della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, il progetto presenterà a Palazzo Blu una serie di assoluti capolavori, capaci di testimoniare l’evoluzione della ricerca di Giorgio de Chirico e di mostrare l’evoluzione della breve ma straordinaria stagione metafisica tramite i suoi esponenti più illustri.

​

Share

0 Commenti

3/11/2020

Li Hongbo e le sue “flexible paper sculptures”

0 Commenti

Read Now
 
di Ilaria Ceragioli
Li Hongbo nasce nel 1974 in Cina e attualmente è uno degli artisti viventi più originali e sorprendenti del panorama artistico mondiale.
Le opere di Li Hongbo godono oggi di una sempre più crescente e rilevante ammirazione da parte del pubblico e sono state esposte per la prima volta in Italia nel 2019 presso la Galleria Flora Bigai Arte Contemporanea a Pietrasanta in occasione della mostra A Tribute to the Classics, a lui dedicata. Nello stesso anno e fino a febbraio del 2020, Hongbo è stato anche uno dei maggiori rappresentanti del dialogo tra Occidente e Oriente, tema della mostra Il contemporaneo per l’archeologia: artisti cinesi al Mann, allestita per l’appunto all’interno del Museo archeologico nazionale di Napoli.
Per comprendere l’abilità e la genialità di questo artista, però, non basterà una prima e superficiale contemplazione delle sue creazioni. Infatti, a primo impatto le sue opere potrebbero sembrare delle riproduzioni in marmo di statue classiche e rinascimentali o di elementi provenienti dalla natura (p. es. tronchi d’albero e sassi). L’espediente che permette di superare questo “inganno” visivo è quindi quello di avvicinarsi alle sue sculture, osservarle attentamente e attendere che esse, attraverso l’intervento dell’uomo, svelino il segreto della loro particolarità. Lo spettatore è così chiamato ad interagire con esse, deformandole. A quel punto, l’osservatore rimarrà profondamente e piacevolmente esterrefatto. 
Foto
Li Hongbo realizza le sue sculture utilizzando migliaia di strati di carta (anche 26.000!); taglia e incolla ciascun segmento, poi li assembla e, successivamente, leviga il tutto in modo da ricavarne la forma che intende ottenere.
Questi strati di carta in base al loro spessore e alla loro duttilità permettono ai soggetti riprodotti di divenire flessibili e, dunque, di piegarsi curvandosi verso qualsiasi direzione vogliamo. Questo paziente e minuzioso lavoro consente così di giungere a una morbidezza e a un’animazione pressoché estranea alla scultura tradizionale, per sua natura rigida e statica.
Ne è un chiaro esempio il Busto di David (2015), nonché una delle sculture più apprezzate dal pubblico.
 Una scultura cartacea altrettanto suggestiva è anche Busto di Laocoonte (2015).
L’effetto di elasticità e di deformazione dei soggetti di carta è il tratto peculiare della ricercata e meticolosa attività scultorea di Li Hongbo e come già espresso, non caratterizza soltanto i corpi e i volti di celebri icone. Di fatto, questo risultato lo si osserva anche in Molo in legno, opera dall’esito fortemente realistico e nella serie di rocce e ciottoli di varie dimensioni e forme.
L’originalità e la maestria di Li Hongbo supera l’immaginazione e rende verosimile ciò che potrebbe sembrare impossibile da attuare attraverso un lavoro unicamente artigianale. Infatti, l’artista sfrutta il potere illusionistico delle sue creazioni senza servirsi di alcun strumento software di manipolazione dell’immagine, ma utilizzando con astuzia e destrezza le sue mani.
Attraverso la sua produzione artistica, Li Hongbo induce lo spettatore a interrogarsi sull’uomo; infatti, assistendo alla sua metamorfosi abbandoniamo l’idea di fissità normalmente associata alla forma umana.
Ancora una volta l’arte contemporanea ci insegna che niente è ciò che sembra.
A dimostrazione di questo, forte è il mio invito a lasciarvi ulteriormente stupire dall’arte di Li Hongbo anche attraverso la visione del video che segue.
Immagini e video tratti da:
www.photographize.com
www.decoracion2.com
www.modalitademode.com
www.onlineonly.christies.com
www.onlineonly.christies.com
www.inhalemag.com
www.mahjongtreasures.com

Share

0 Commenti
Details

    Archivi

    Gennaio 2022
    Dicembre 2021
    Novembre 2021
    Ottobre 2021
    Agosto 2021
    Luglio 2021
    Giugno 2021
    Maggio 2021
    Marzo 2021
    Febbraio 2021
    Gennaio 2021
    Dicembre 2020
    Novembre 2020
    Ottobre 2020
    Settembre 2020
    Agosto 2020
    Luglio 2020
    Giugno 2020
    Maggio 2020
    Aprile 2020
    Marzo 2020
    Febbraio 2020
    Gennaio 2020
    Dicembre 2019
    Ottobre 2019
    Settembre 2019
    Agosto 2019
    Luglio 2019
    Giugno 2019
    Maggio 2019
    Aprile 2019
    Marzo 2019
    Febbraio 2019
    Gennaio 2019
    Dicembre 2018
    Novembre 2018
    Ottobre 2018
    Settembre 2018
    Agosto 2018
    Luglio 2018
    Giugno 2018
    Maggio 2018
    Aprile 2018
    Marzo 2018
    Febbraio 2018
    Gennaio 2018
    Dicembre 2017
    Novembre 2017
    Ottobre 2017
    Settembre 2017
    Agosto 2017
    Luglio 2017
    Giugno 2017
    Maggio 2017
    Aprile 2017
    Marzo 2017
    Febbraio 2017
    Gennaio 2017
    Dicembre 2016
    Novembre 2016
    Ottobre 2016
    Settembre 2016
    Agosto 2016
    Luglio 2016
    Giugno 2016
    Maggio 2016
    Aprile 2016
    Marzo 2016

    Categorie

    Tutti
    Antichità
    Antichità
    Contemporaneo
    Moderno

    Feed RSS

Contatti:
  • Home
  • Rubriche
  • Cookie
  • Chi siamo