Artista dal carattere facilmente irascibile, dai modi spesso sgarbati e violenti, un uomo sopra le righe, una forte personalità e, soprattutto, un talento da vendere, Michelangelo Merisi, in altre parole: Caravaggio. Un esempio di artista controcorrente che, attraverso le sue opere, rinnegò il raffinato gusto tardo manierista dell’epoca sconvolgendo così i suoi contemporanei. In che modo riuscì a turbare gli animi ed il gusto del suo tempo? Per rispondere alla domanda occorre prendere in esame alcuni soggetti di cui si servì per le sue opere. Prima di affrontare l’analisi di alcuni dipinti è, però, fondamentale sapere che l’ispirazione artistica di Caravaggio trae le proprie origini e la propria essenza dall’osservazione della realtà che lo circondava. Una realtà cruda, dal sapore amaro e con la quale l’uomo è costretto a fare i conti. La realtà che caratterizza l’esistenza umana viene mostrata così com’è, dolorosa, ardua ed imprevedibile. Per fornire un’immagine estremamente fedele e veritiera della sua contemporaneità, l’artista milanese decide di adoperare come modelli per le sue opere i protagonisti di questa terribile realtà: uomini comuni, spesso poveri o malati e prostitute. Soggetti che disgustavano i contemporanei, ma che affascinavano l’artista. È in loro che Caravaggio trovò l’espressione più sincera e genuina della drammaticità della vita umana e, dunque, un prezioso stimolo per la sua attività artistica. Tra gli esempi proposti vi è quello dell’Amorino dormiente (1608). Da uno sfondo scuro, tipicamente caravaggesco, una luce luminosa fa emergere il corpo nudo di un putto che, posata la sua faretra, è caduto in un sonno profondo. A distruggere questa tenera immagine di un putto alato beatamente addormentato vi è il modello di cui l’artista si servì: un bambino che non è addormentato come sembra, bensì, una fanciullo privo di vita. Si osserva un incarnato imperfetto. Su di esso, infatti, sono evidenti delle macchie, o meglio delle chiazze di colore scuro che rimandano all’idea di una morte prematura dovuta ad una malattia fatale. Vengono così mostrati i segni di una morte infantile, un sonno eterno che non risparmia nemmeno una giovane vita. In tal modo l’atmosfera, apparentemente serena del dipinto, diventa toccante e struggente e, di conseguenza, il chiaro riflesso di una drammatica realtà. La realtà è anche e, soprattutto, imperfetta, difettosa come la smorfia sul viso del Ragazzo morso da un ramarro (1593-1594). L’opera in questione, di fatto, raffigura un giovane colto nel momento in cui viene morso da un ramarro il cui volto mostra incredulità e dolore. Il ragazzo riccioluto ha la bocca aperta in segno di stupore, di dolore ed è al tempo stesso impaurito. Le dita dell’altra mano sono contratte, la spalla alzata e le sopracciglia aggrottate. La smorfia sul volto del fanciullo lo rende grottesco e sgradevole all’occhio, ma conferisce al soggetto un’immagine estremamente naturale e spontanea. Caravaggio, infatti, è fortemente attratto dall’imperfezione, caratteristica propria della natura e dell’esistenza umana. Ebbene, anche in quest’opera, Caravaggio rinnega la rappresentazione di una realtà illusoria e perfetta, una realtà che piaceva alla società a lui contemporanea, ma non all’artista. Infine, è di notevole importanza ricordare uno dei suoi più celebri capolavori che turbò profondamente l’animo dei suoi contemporanei: la Morte della Vergine (1605-1606). Si tratta di un’opera che non rispecchiava la tradizionale iconografia legata alla morte della Vergine. Nel dipinto, infatti, è assente qualsiasi elemento mistico. L’ambientazione è estremamente semplice e povera. La posizione della Vergine è scomposta, i piedi sono spogli sino alla caviglia ed il ventre è eccessivamente gonfio.Tutto ciò suscitò ripugnanza e disprezzo nella società dell’epoca che non era abituata ad una simile rappresentazione della Vergine. La Vergine così presentata, pertanto, non poteva che ricordare una donna comune e povera troppo distante dalla consueta dimensione religiosa e sacra. Più scioccante fu, però, il soggetto che utilizzò come modello: il corpo senza vita di una prostituta. Una donna di strada annegata nelle acque del Tevere. Dall’analisi si può evincere che l’artista mira a far emergere quelli che erano i veri protagonisti e le tematiche della sua aspra quotidianità. Il difetto non viene celato, ma messo in evidenza. Caravaggio, dunque, rifiuta volutamente la rappresentazione di una realtà fittizia e lontana dal suo tempo, per illustrare quella che, invece, era una realtà terribilmente squallida e problematica. Immagini tratte da:
- Amorino dormiente, wikipedia ita., pubblico dominio, voce: Amorino dormiente - Ragazzo morso da un ramarro, arteworld.it - Morte della vergine, wikipedia ita., Ismoon, pubblico dominio, voce: Morte della verigine
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Gennaio 2022
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