di Antonio Monticolo L’Afrodite Cnidia di Prassitele rappresenta il primo nudo femminile della storia dell’arte greca. Quella che oggi si può ammirare ai Musei Vaticani è una copia di un originale bronzeo di Prassitele datato al 360 a.C. (esistono anche diverse varianti in altri musei). Rappresenta Afrodite in un momento non del tutto chiaro. È sì nuda, ma non si sappiamo se si sta svestendo per fare un bagno oppure se sta per coprirsi perché si è accorta che qualcuno la sta guardando. Plinio (N.H. XXXVI, 20) racconta che Prassitele ne aveva realizzate due: una vestita e una nuda. I Coi (gli abitanti dell’isola di Cos) avevano in diritto di scelta sull’acquisto e comprarono quella vestita perché la ritenevano pudica e austera. Gli abitanti di Cnido allora comperarono l’altra “destinata a ben' altra e incommensurabile fama”. Gli abitanti di Cnido collocarono questa statua in un tempietto aperto in modo che potesse essere vista da tutte le parti. Plinio aggiunge (XXXVI, 21): “Dicono che un tale, preso da insano amore, si nascondesse là di notte e si accoppiasse con il marmo; una macchia resta indizio della sua passione”. Copia romana da un originale marmoreo del 360 a.C. circaMusei Vaticani, Città del Vaticano Da questa prima statua di Afrodite nuda sono poi state rappresentate altre statua della stessa dea, ma in modo diverso. Un altro esempio a tale proposito è l’Afrodite Diodalsas (accovacciata) di cui abbiamo diverse copie romane di un originale bronzeo greco del 250 a.C. Afrodite è piegata sulle ginocchia mentre aspetta l’acqua per il bagno oppure è rappresenta mentre cerca di coprirsi le nudità e gira indietro la testa perché si è accorta che qualcuno la sta osservando. Copia romana da un originale bronzeo del 250 a.C. circa. Museo nazionale romano di Palazzo Massimo, Roma Dell' Afrodite Callipigia (ossia dalle belle natiche) non si sa molto se non che risale all’epoca dell’imperatore Adriano e che venne rinvenuta priva di testa nei pressi della Domus Aurea. Si tratta di una copia marmorea di un originale greco in bronzo del III sec.a.C. La Afrodite Callipigia venne acquistata dalla famiglia Farnese nel 1594, venne restaurata con l’aggiunta della testa e venne collocata a Palazzo Farnese nella collezione archeologica. Nel 1786 fu trafesrita a Napoli sotto il regno di Ferdinando IV e dal 1802 è esposta al palazzo degli Studi quello che oggi è il museo archeologico nazionale di Napoli. Afrodite è rappresentata nell’atto dell’anasyrma (far vedere le natiche), gesto collegato a rituali, all’erotisimo e a scherzi volgari. Infatti Afrodite è colta nell’attimo in cui sta tirando in su la veste sui fianchi e si gira in un atto provocatorio e di forte sensualità. II secolo d.C. Museo Archeologico Nazionale, Napoli Immagini tratte da:
- Wikipedia, pubblico dominio, voce: Afrodite Cnidia - Wikipedia, CC-BY-3.0, voce: Afrodirte Diodalsas - Wikipedia, CC-BY-2.0, voce: Afrodite Callipigia
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Gennaio 2022
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