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6/2/2018

Frida Kahlo: “Non sono malata. Sono in rovina. Ma sono felice fintanto che posso dipingere.”

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​di Ilaria Ceragioli
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Emozioni, sensazioni e stati d’animo sono stati spesso i veri protagonisti di innumerevoli opere d’arte. Colei che mediante la pittura ha saputo dar voce al suo mondo interiore, talvolta segnato dal dramma e dalla malinconia, è senza dubbio la celeberrima pittrice messicana Frida Kahlo.
La sua esistenza può essere riassunta nel significato della parola “sofferenza”: una condizione tormentosa provocata dall’assiduità del dolore.
Frida Kahlo, infatti, dovrà affrontare un destino particolarmente avverso sin dai suoi primi anni di vita. Affetto da spina bifida, il suo fisico è molto debole e fragile, ma d’altro canto le permetterà di sviluppare un carattere forte e tenace.
Nel 1925 un evento fortemente tragico cambia radicalmente la sua vita già travagliata: da poco salita su un autobus la futura pittrice viene coinvolta in un terribile incidente stradale che le causa la frattura multipla della spina dorsale, di alcune vertebre e del bacino. Subisce ben 32 interventi chirurgici ed è costretta a trascorrere il suo tempo paralizzata a letto, in totale solitudine.
A partire da questo momento l’immaginazione e la pittura diverranno due fedeli compagne attraverso le quale l’artista riuscirà ad oltrepassare le pareti della sua camera, trovando così qualche istante di felicità. Per agevolare la sua attività pittorica i genitori decidono di porre sul soffitto uno specchio, in modo tale che Frida Kahlo possa ritrarsi nei lunghi giorni solitari. Lei stessa dirà: “Dipingo autoritratti perché trascorro molto tempo da sola, perché sono il soggetto che conosco meglio.”
Da questa condizione hanno così origine numerosi autoritratti che mostrano una donna dal volto inespressivo, dai profondi occhi scuri e dalle caratteristiche folte.
Varie, inoltre, sono le opere in cui la pittrice riproduce sé stessa affianco di animali, quali gatti, scimmie e pappagalli. Ad esempio, al 1938 risale Autoritratto con scimmia, oggi appartenente alla collezione Albright-Knox Art Gallery di Buffalo (New York).
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​In questo caso Frida Kahlo si raffigura in compagnia di una scimmia, animale che nella mitologia messicana è simbolo di protezione delle danze, ma che in questo capolavoro diviene la protettrice della pittrice stessa. La scimmia, dunque, è la fidata amica di Frida Kahlo capace di alleviare il suo senso di solitudine.
Occorre rimembrare anche l’Autoritratto con collana di spine e colibrì (1940), attualmente appartenente alla Nickolas Muray Collection in Texas. 
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​Frida Kahlo è affiancata nuovamente da una scimmia e da un gatto nero, ma qui di notevole suggestione è la collana da lei indossata; non di perle, ma una collana di spine che le procura delle ferite sanguinanti. Ad essa è intrappolato un colibrì incapace così di riprendere il volo. Tutti questi elementi non possono che rimandare al dolore fisico e psicologico della pittrice.
Quattro anni più tardi sarà la volta di un autoritratto dal titolo Colonna spezzata.
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​L’opera, indubbiamente, ricorda il terribile incidente subito in età adolescenziale. Il suo esile corpo è squarciato, mutilato e ricoperto di chiodi. La colonna vertebrale è sostituita da un’antica colonna e il viso è segnato da lacrime colme di dolore e di afflizione. Dunque, non possiamo fare a meno di notare che davanti a noi non si ha un autoritratto qualsiasi, ma una vera e propria apoteosi della sofferenza.
Nel 1929 sposa il noto pittore Diego Rivera che sarà per lei un’ulteriore fonte di angoscia e dolore. Soggetta ai continui tradimenti del marito Frida Kahlo continuerà a sentirsi sola e lei stessa rimembrerà: “Ho subito due gravi incidenti nella mia vita: il primo è stato quando un tram mi ha travolto e il secondo è stato Diego Rivera.”
A tal proposito è lecito mostrare una tela legata a quel noto pittore che le donò questo amore così tormentato: Autoritratto come Tehuana conosciuta anche come Pensando a Diego (1943).
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Nel 1954 dopo una vita breve, ma intensa Frida Kahlo si spegne a soli 47 anni a causa di un’embolia polmonare.
Concludo, inoltre, invitando i lettori a visitare la mostra dedicata alla pittrice presso il Museo delle Culture (MUDEC) di Milano che si terrà dal 1 febbraio al 3 giugno.
 
Link della mostra: http://www.mudec.it/ita/frida/

​Immagini tratte da:
Wikipedia, pubblico dominio, voce: Frida Kahlo
www.albrightknox.org
www.artribune.com
cultura.biografieonline.it
www.ilpost.it

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