Era il 1592 quando nel cuore della città di Utrecht nacque uno dei pittori olandesi più celebri e affascinanti del Seicento: Gerard Van Honthorst.
Siamo nei primi anni del XVII secolo nel momento in cui Van Honthorst decide di recarsi in Italia, più precisamente a Venezia e a Firenze, per poi stabilirsi a Roma. Durante questo soggiorno nella penisola italiana, il pittore completa e perfeziona la sua formazione non solo attraverso lo studio dell’arte antica, ma anche grazie alla visione dei capolavori dei grandi maestri italiani. Fondamentale, di fatto, fu il contatto diretto con le opere di Michelangelo Merisi, meglio noto come Caravaggio. Gli studi pittorici sulla luce e l’adesione al Realismo, ossia a una pittura volta a una rappresentazione cruda e veritiera delle cose, faranno di lui un vero e proprio pittore caravaggesco. Una luce artificiale e soffusa emanata da un’unica fonte luminosa, come il bagliore di un’umile candela, diventa l’elemento caratterizzante della sua pittura. Questo è il motivo per cui Van Honthorst viene definito un “Candlelight Master”, nonché il maestro della pittura a lume di candela. Tutto ciò è facilmente osservabile nella produzione artistica realizzata durante il suo soggiorno in Italia. In essa, infatti, si ammira un’ambientazione notturna illuminata esclusivamente da una luce intensa, ma circoscritta. Fu così che l’artista olandese ottenne l’epiteto di Gherardo delle Notti. Durante la sua permanenza a Roma Van Honthorst realizza diversi capolavori tra cui Sansone e Dalila (1619-1620), conservato al Museum of Art di Cleveland. ![]()
Il dipinto ripropone una scena tratta da un storia biblica in cui viene messo a punto un inganno da parte di Dalila, evidenziando la crudeltà e l’astuzia femminile contrapposta alla debolezza di uomini inerti. All’interno dell’opera, due sono gli elementi che incentrano l’attenzione dello spettatore sulla fanciulla in azione: la luce della candela e la figura passiva di Sansone. La candela, sostenuta dalla mano di un’ancella, è posta al centro della tela e illumina con vigore la figura di Dalila, intenta a tagliare i capelli di Sansone privandolo così della sua forza.
Celeberrimi sono anche altri dipinti a tema religioso come la Derisione di Cristo (1616-1617), conservata al Los Angeles County Museum of Art e Gesù nella bottega di Giuseppe (1617-1618), custodita agli Uffizi.
Entrambe le scene sembrano prendere vita nel cuore della notte e i protagonisti, Cristo nella prima opera menzionata e Giuseppe e Gesù nella seconda, vengono messi in risalto dal bagliore di una luce visionaria e artificiale. È attraverso questa luce, dunque, che i personaggi emergono timidamente dalla tela e assumono un’energica corporeità tale da far sì che l’oscurità non li nasconda, ma li circondi soltanto.
Possiamo concludere affermando senza esitazione che la vera protagonista delle tele di Gerard Van Honthorst è quella luce artificiale che con estrema intensità dona calore e sottolinea le azioni, la gestualità e le espressioni dei soggetti raffigurati. Il risultato, pertanto, non può che essere una pittura tanto coinvolgente quanto originale e suggestiva.
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Gennaio 2022
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