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13/9/2016

Gli stili della pittura parietale romana

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di Antonio Monticolo

Le lussuose dimore pompeiane ci hanno lasciato in eredità, fra le tante cose, anche un dono preziosissimo: le pitture parietali.
A Roma, la continuità della vita ha cancellato quasi del tutto le testimonianze pittoriche, a differenza della città vesuviana dove l’eruzione del 79 d.C. le ha preservate.
Le pitture parietali ritrovate a Pompei sono da anni oggetto di interesse degli esperti. Il loro studio ha permesso di individuare i cosiddetti quattro stili pompeiani. C’è da dire, sin da subito e a scanso di equivoci, che Pompei non deve essere considerato il centro irradiante di questi quattro stili, ma bensì una delle tante città in cui arrivò forte l’eco della pittura della capitale dell’impero.
Fatte queste premesse, vediamo più da vicino queste pitture e distinguiamo i quattro stili.

Il primo stile si sviluppa e ha un’ampia diffusione dalla metà del II sec.a.C. fino all'80 a.C. ca. Le pareti sono decorate con stucco colorato e imitano strutture murarie con blocchi squadrati.
La caratteristica principale di questo stile prevede una suddivisione della parete in questo modo:
 
- fascia superiore decorata con cornici in stucco
- una fascia mediana dipinta con colori come il rosso, il verde, il giallo e il nero
- uno zoccolo di colore giallo (il più delle volte)


Foto
Stabiae, Villa di Arianna
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Ercolano
Il secondo stile, detto anche “stile dell’architettura in prospettiva”, si sviluppa dalla fine del I sec.a.C.fino al I sec.d.C. Questo stile si differenzia dal primo perché sulle pareti vengono rappresentate architetture, come colonnati, frontoni, edicole, porte e finestre, che inizialmente servivano a suddividere lo spazio, ma l’effetto trompe l’oeil (inganna l’occhio) creava l’illusione dello sfondamento prospettico e gradevoli effetti ottici. Il secondo stile permetteva di ampliare il limite murario delle stanze e di andare oltre lo spazio reale.
Inoltre vi è anche un arricchimento del repertorio figurativo in cui gli elementi architettonici verranno sostituiti da figure.


Foto
Foto
Villa di Boscoreale
Il terzo stile si sovrappose al secondo stile e arrivò sino all’età dell’imperatore Claudio (41-54 d.C.). Tale stile è definito “stile ornamentale” e non ha più quelle caratteristiche prospettiche e illusionistiche proprie del secondo stile. Le architetture perdono del tutto la loro tridimensionalità (alcune volte solo le colonne la mantengono). Lo spazio è suddiviso e riempito con pittura monocroma e colori vivaci: blu, viola e rosa. Sulla parete si possono vedere candelabri, calami, bruciaprofumi che in molti casi sorreggono tetti e strutture.

Foto
Casa di Marco Lucrezio Frontone - Pompei
Il quarto stile, detto anche “stile dell’illusionismo prospettico” si diffuse in epoca neroniana come reazione alla stilizzazione dello stile precedente. Ritornano alcuni elementi del secondo e del terzo stile come gli elementi architettonici che creano la prospettiva senza però l’illusione della realtà al di fuori oppure candelabri, tralci vegetali e figure alate. La parete era decorata soprattutto con il colore rosso su fondo bianco o nero.
A Pompei moltissime case erano decorate con questo stile in quanto la maggior parte di esse erano state ricostruite dopo il terremoto del 62 d.C.

Foto
Domus Aurea
Foto
Palestra di Ercolano
Immagini tratte da:
Primo stile
- capitolvim.it
- wikipedia, AlMare, pubblico dominio, voce: primo stile pompeiano
Secondo stile
- wikipedia, Meskens, cc BY-Sa-3.0, voce: secondo stile
- pinterest.com
Terzo stile
- capitolvim.it
Quarto stile
- wikiepdia, pubblico dominio, voce: Domus Aurea
- wikipedia, pubblico dominio, voce: quarto stile

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3 Commenti
1234
4/4/2019 15:11:41

Commento eliminato

Rispondi
leogang07Roma
4/4/2019 15:13:23

grazie mille

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Alessio
10/5/2020 16:48:33

Carino.Ci sono pure immagini😱.BRAVOOOOOOO

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