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24/12/2019

I Van Gogh ritrovati a Castellammare di Stabia

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di Nicola Avolio
I Van Gogh ritrovati a Castellammare di Stabia: “la Chiesa di Nuenen” e “La spiaggia di Scheveningen prima di un temporale”
​In questo nuovo articolo ci dedicheremo ad un’attenta analisi ai due dipinti di Vincent Van Gogh ritrovati a Napoli, precisamente a Castellammare di Stabia, nel 2017 dopo essere stati trafugati nel 2002 dal Museo di Amsterdam a lui dedicato. 
Foto
Vincent Van Gogh, “La spiaggia di Scheveningen prima di un temporale”
​Il primo dei due dipinti ritrovati che andremo ad analizzare è “La spiaggia di Scheveningen prima di un temporale”: si tratta di uno dei due soli dipinti a tema marino che Van Gogh dipinse durante il suo soggiorno all’Aia, in Olanda, e dalla lettera scritta al fratello Theo datata 26 agosto 1882 apprendiamo che l’artista, quasi quotidianamente, si recava sulla spiaggia di Scheveningen ad osservare il tramonto e dipingere la tempesta che consisteva non solo nel mare agitato, ma anche nel vento che alzava banchi di sabbia e non permetteva di stare in piedi. Di fatto, la presenza di granelli di sabbia attaccati alla pittura utilizzata sulla tela sono la prova che Van Gogh abbia davvero dipinto all’aperto sebbene le condizioni atmosferiche di quei giorni non lo permettessero. La tela rappresenta, con tratto semplice figure su piani sovrapposti che osservano il mare in tempesta. Gli unici oggetti che si notano sono una barca ormeggiata alla riva con la prua rivolta verso la spiaggia e un carretto trainato, forse da due cavalli bianco e nero. Ciò che colpisce sono le pennellate decise che mostrano come Van Gogh abbia iniziato ad acquisire uno stile marcatamente individuale rispetto alle nature morte realizzate negli anni precedenti. Le nuvole spinte dal vento sono ben riuscite e le onde del mare sono suggerite dal colore spremuto direttamente dal tubetto e modellato delicatamente col pennello sulla tela. Il dipinto, sebbene Van Gogh lo considerò mediocre e pieno di errori, lo portò con sé quando partì dall’Aia alla volta di Nuenen e quando poi partì per Anversa nel 1885, lo abbondò insieme ad altri lavori. Ricomparso nel 1905 in una vendita all’asta, venne acquistato dal collezionista olandese Peletier ed ereditato dalla figlia di questi Elizabeth che lo donò, prima della sua morte, allo stato olandese perché confluisse nel Museo Van Gogh di Amsterdam.
Foto
Vincent Van Gogh, “Una congregazione lascia la Chiesa riformata di Nuenen”
Il secondo dei due dipinti che analizzeremo sarà, invece, “Una congregazione lascia la Chiesa riformata di Nuenen”, realizzato nel 1884 nel periodo in cui Van Gogh si trasferì dai genitori a Nuenen, un piccolo villaggio contornato da magnifiche foreste e praterie nel Brabante (una provincia dei Paesi Bassi), per prendersi cura della madre che si ruppe il femore. Rappresenta la Chiesa della congregazione locale riformata, dove il padre di Van Gogh amministrava il culto dal 1882. È importante, perché oltre ad essere uno dei primi quadri realizzati con una minuziosa accuratezza, è anche l’unico a conservare il telaio originale, sul quale si notano alcune tracce di colore, a dimostrazione del fatto che l’artista lo usava per pulire i pennelli. Stando sempre alla lettera scritta al fratello Theo, il dipinto era un regalo alla madre durante la convalescenza, per questo è considerata un’opera biografica dell’artista e ciò che colpisce è che oltre la descrizione nella lettera, Van Gogh fece anche un piccolo schizzo del soggetto, dove si nota un piccolo ripensamento che nel dipinto finale manca. Si tratta di un contadino con vanga in primo piano, che venne sostituito da un gruppo di otto fedeli in primo piano e un altro gruppo in uscita dalla Chiesa. Dalle analisi emerge, che gli alberi intorno e le siepi invernali divennero autunnali con tonalità meno cupe e tendenti al verde chiaro, arancione, rosa e ocra attraverso pennellate più rapide e sciolte. Il dipinto rimase alla madre fino alla sua morte, passò alla figlia Anna che lo lasciò in eredità a sua figlia Sara de Jong-van Houten e successivamente acquistato nel 1958 dalla Vincent Van Gogh Foundation.
 
Nel dicembre 2002, entrambi i dipinti furono sfortunatamente rubati da due ladri nel museo Van Gogh di Amsterdam, calandosi con una fune dalla finestra della sala dov’erano esposti. Scovati, non collaborarono per il ritrovamento. Dopo ben 14 anni di ricerche, a settembre 2016 sono stati ritrovati dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli in un casolare di Castellammare nel corso d’indagini sulla camorra. I dipinti sono stati, infine restituiti al museo Van Gogh e temporaneamente esposti, prima del loro rientro ad Amsterdam, al Museo Nazionale di Capodimonte a Napoli.
 
Per la stesura dell’articolo è stata presa come riferimento la seguente fonte: https://restaurars.altervista.org/vincent-van-gogh-i-dipinti-ritrovati-a-napoli/

L’immagine de “Una congregazione lascia la Chiesa riformata di Nuenen” è stata tratta da: https://it.wikipedia.org/wiki/Una_congregazione_lascia_la_chiesa_riformata_di_Nuenen
 
L’immagine de “La spiaggia di Scheveningen prima di un temporale” è stata tratta da: https://it.wikipedia.org/wiki/La_spiaggia_di_Scheveningen_prima_di_una_tempesta​

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