di Andrea Samueli ![]() Il busto di Nefertiti (“La bella donna è arrivata”) è uno dei reperti risalenti all’antico Egitto più conosciuti al mondo. Fu rinvenuto il 6 dicembre 1912 dall’archeologo tedesco Ludwig Borchardt nel sito di Akhetaton, odierna Amarna, la nuova capitale fatta costruire dal faraone Akhenaton. Il gruppo stava infatti scavando nella bottega dello scultore Thutmose, attribuita a lui sulla base di un oggetto in avorio con inciso il suo nome: in una delle stanzette vennero alla luce oltre venti stampi in gesso incompleti o appena abbozzati, teste in pietra completate e altre ancora da terminare. Tra i reperti rinvenuti vi era anche il bellissimo busto della regina Nefertiti: in questo caso il nome non è presente ma è stato possibile attribuirlo a lei in base ai confronti con altre raffigurazioni della regina. Grande sposa reale (moglie principale) del faraone Akhenaton, sull’origine di Nefertiti gli studiosi sono discordi: taluni la identificano come la figlia del gran consigliere Ay, successore del futuro faraone Tutankhamon, altri la ritengono una principessa straniera giunta in Egitto per sposare il vecchio sovrano Amenofi III. Il busto, al momento della scoperta, era in ottimo stato di conservazione, tanto da far pensare ad un falso (teoria poi confutata), presentando danni solo alle orecchie e alla corona. L’opera è realizzata in pietra calcarea rivestita da stucco dipinto con colori vivaci; l’occhio destro è realizzato con pietra calcarea con inclusi di cristallo di rocca per la pupilla e iride finemente lavorata al fine di dare espressività al volto. È invece mancante l’occhio sinistro, per la mancanza del quale sono state proposte varie teorie, dall’utilizzo del busto come modello alla perdita del manufatto nel corso degli scavi. Il volto, perfettamente simmetrico, appare truccato secondo la moda del periodo. Le donne egizie, così come gli uomini, applicavano intorno agli occhi una linea di kajal (detto anche kohl), un composto a base minerale mescolato con grasso animale; l’ocra, mescolata con oli e grassi, fungeva da rossetto, mentre in polvere era impiegata come fard. Il busto della regina è completato poi da una sontuosa corona, con fascia dorata all’altezza della fronte e diadema centrale che gira intorno al copricapo. Il reperto venne preso, come da accordi del periodo con le autorità egiziane, dal finanziatore degli scavi, James Simon il quale lo donò nel 1920 allo stato prussiano e fu esposto per la prima volta al pubblico nel 1924. L’Egitto, venuto a conoscenza del valore del busto, ne ha richiesto più volte inutilmente la restituzione. È oggi conservato al Neues Museum di Berlino. Immagini tratte da:
- scoperta del busto, da Le grandi scoperte dell'archeologia, di Rose - Muller - Ferrero, Vercelli, Edizioni White Star, 2010 - studio di Nefertiti, da Wikipedia Italia, Di Keith Schengili-Roberts - Own Work (photo), CC BY-SA 2.5, voce "Thutmose (scultore)" - busto di Nefertiti incompleto, da www.ancient.eu, voce "Nefertiti" - busto di Nefertiti, da Wikipedia Italia, Di Philip Pikart - Opera propria, CC BY-SA 3.0, voce "Busto di Nefertiti" - occhio, da Pinterest - busto, da Pinterest Potrebbero interessarti anche:
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Gennaio 2022
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