Uno dei monumenti più famosi di Roma è senza dubbio l’anfiteatro Flavio, comunemente chiamato Colosseo. I lavori per la realizzazione dell’anfiteatro iniziano nel 72 d.C. per volere dell’imperatore Vespasiano nella valle tra Palatino, Esquilino e Celio, là dove fino a pochi anni prima si trovava un grande stagno artificiale, parte dell’imponente villa di Nerone, la Domus Aurea. La presenza del bacino artificiale permette agli architetti di non attardarsi troppo nello scavo delle fondamenta e nel giro di soli sette anni la costruzione è già giunta al secondo dei quattro piani complessivi. Vespasiano riesce così ad effettuare una prima inaugurazione, ma spetta al figlio Tito (79 - 81 d.C.) portare a completamento i lavori ed inaugurare una seconda volta l’anfiteatro nell’80 d.C., con un periodo di spettacoli durato 100 giorni. Ulteriori modifiche vengono apportare dal secondogenito di Vespasiano, Domiziano (81 - 96 d.C.), sotto il cui regno sono aggiunti i sotterranei ancora oggi visibili, a causa dei quali non saranno più realizzate naumachie (battaglie navali) all’interno dell’arena.
L’origine del nome Colosseo non è chiara ma potrebbe far riferimento alla statua colossale, alta 36 metri, raffigurante l’imperatore Nerone come il dio Helios posta nelle immediate vicinanze. Con i suoi 52 metri di altezza, un asse maggiore di 187 metri ed uno minore di 156 metri, il Colosseo è il più grande anfiteatro del mondo antico, arrivando ad ospitare, grazie alla sua forma ellittica, tra i 50 mila ed i 70 mila spettatori.
La facciata, rivestita di travertino bianco, è suddivisa in quattro piani. I primi tre piani presentano 80 arcate, decorate da statue e inquadrate da semicolonne, tuscaniche al primo, ioniche al secondo e corinzie al terzo; il quarto, invece, vede 80 riquadri, nei quali si alternano 40 finestre rettangolari con altrettanti scudi in bronzo. Ogni riquadro del quarto livello presenta tre mensole, in corrispondenza delle quali il cornicione è bucato per permettere l’alloggiamento dei pali di sostegno del velarium, la copertura in lino per riparare dal sole gli spettatori; per manovrare il complesso insieme di teli era necessaria l’esperienza di 100 uomini della flotta imperiale, alloggiati in un’apposita caserma nei pressi dell’anfiteatro.
Immaginiamo di tornare indietro nel tempo. Davanti a noi centinaia di persone, di diversa estrazione sociale, si stanno incolonnando davanti ai vari ingressi posti al piano terra: sembrano sapere dove andare e, avvicinandoci, notiamo che ognuna delle entrate presenta un numero, dipinto in rosso, sulla sommità dell’arco. Gli stessi numeri sono presenti anche sui biglietti (tesserae) degli spettatori, che in questo modo vengono suddivisi per gestire al meglio l’enorme afflusso di persone (anche in caso di improvvisa evacuazione della struttura); i quattro ingressi in corrispondenza degli assi principali sono destinati alle autorità, non presentano numeri e, tra questi, quello nord permette l’accesso alla tribuna imperiale. ![]()
Superato l’ingresso, percorriamo un breve corridoio e, attraverso una delle numerose aperture dall’eloquente nome di vomitoria, emergiamo sugli spalti. Le gradinate sono suddivise da muretti in cinque settori e ogni categoria di pubblico deve accedere solo all’area riservata: i posti più vicini all’arena spettano ovviamente ai senatori, il settore successivo è dei cavalieri e così via nella scala sociale. Sedendoci possiamo in questo modo vedere tutta la società di Roma in un unico luogo. I posti non sono assegnati, ad eccezione di quelli senatòri, in marmo, che presentano il nome dell’illustre spettatore.
L’arena che si apre davanti a noi è grande quasi come un campo da calcio (misura 86 metri per 54 metri) e sotto allo strato di sabbia, necessario per assorbire il sangue, si trova un tavolato in legno. Tra l’arena e le gradinate una rete dotata di zanne di elefante e rulli orizzontali assicura la protezione degli spettatori, aumentata dalla presenza di una fila di arcieri lungo tutta la circonferenza. Nei sotterranei, posti sotto il tavolato, fervono i preparativi per lo spettacolo imminente: le belve sono chiuse nelle loro gabbie, mentre gruppi di schiavi si preparano per azionare gli argani dei montacarichi (in totale ce ne sono 30) con i quali animali e uomini verranno portati in scena. La grande galleria centrale, ai nostri giorni ben visibile, si prolunga oltre i limiti dell’anfiteatro portando verso est al ludus magnus, la principale palestra e caserma dei gladiatori di Roma.
Gli spettacoli seguono un programma ben preciso: al mattino troviamo gli scontri tra animali o tra animali e uomini (venationes), seguiti dalle condanne a morte. A metà pomeriggio entrano i veri protagonisti dei giochi, i gladiatori: sono suddivisi in classi di combattimento, al fine che gli scontri siano il più equilibrati possibile, e acclamati come veri eroi dal pubblico. I duri allenamenti ai quali si sottopongono sono volti a far divertire il più possibile gli spettatori, mostrandosi al contempo coraggiosi come il semidio Ercole, per strappare loro la salvezza in caso di sconfitta.
Ma anche Roma si è dovuta arrendere al tempo, perdendo il suo ruolo di centro del mondo conosciuto. Abbandonato nel corso del VI secolo, il Colosseo ha subito i danni causati dai terremoti e, soprattutto, dall’uomo: da quel momento è infatti stato utilizzato come cimitero prima e come castello poi; al suo interno sono sorte abitazioni e luoghi di culto; i materiali da costruzione sono stati impiegati in numerosi edifici della Roma successiva. Nonostante tutto questo, l’anfiteatro Flavio è ancora in piedi, ed è divenuto esso stesso attrazione per milioni di visitatori. Immagini tratte da: Naumachia, da www.romanoimpero.com, voce “Naumachie” Colosso di Nerone, da www.romanoimpero.com Ricostruzione virtuale, da www.focus.it Planimetria, da Wikipedia Italia, By Dictionnaire des Antiquites Grecques et Romaines, vol. I, Paris 1877, p. 245, fig. 272, Public Domain, voce “Domus Aurea” Interno, da Wikimedia, By Stefan Bauer, http://www.ferras.at - Own work, CC BY-SA 2.5, file “Colosseum Innen Rom.jpg” Macchinari, da www.romanoimpero.com , voce “Colosseo”
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Gennaio 2022
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