di Andrea Samueli
Da una parte, in uno spazio esterno, notiamo alcuni animali da soma intenti a camminare intorno a strane strutture, che capiamo essere delle macine per il grano: sono composte da due parti in pietra, una fissa a forma di cono (meta) ed una superiore girevole a forma di doppio tronco di cono (metillus). Lo sfregamento delle due componenti permette al grano di essere macinato e la farina ottenuta si raccoglie in un catino di metallo posto sopra lo zoccolo in muratura. Da notare che la forma del metillus permette al proprietario di invertirlo in caso di deperimento. Vicino alle macine si trova il forno (furnus), non dissimile da quelli cui siamo abituati anche ai nostri tempi. Pensate che in uno di questi forni (il pistrinum di Modesto) sono state rinvenute ben 81 pagnotte circolari con spicchi incisi. La farina per ottenere pani e focacce viene impastata a mano o con apposite macchine, composte da recipienti dentro i quali ruotano assi di legno dotati di pale, come nelle moderne impastatrici. Il forno che stiamo osservando non presenta il bancone per la vendita poiché la sua produzione è rivolta ad altre botteghe, una vendita all'ingrosso diremmo oggi, con consegna effettuata da schiavi muniti di grandi cesti; molti hanno però annessa anche una bottega per la vendita al dettaglio: un semplice banco con i pani disposti ordinatamente e uno scaffale alle spalle del venditore con altri prodotti. Anche in questo caso ci stupisce la somiglianza con le nostre panetterie. Cosa ne dite? Ci siamo meritati una gustosa frittella? Immagini tratte da:
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Gennaio 2022
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