I grandi spazi delle Scuderie del Quirinale ospitano una mostra dedicata all’arte del celebre paesaggista giapponese, curata da Rossella Menegazzo, con Sarah E. Thompson e con la collaborazione del Museum of Fine Arts di Boston. di Giovanna Leonetti Parto per un viaggio Lasciando il mio pennello ad Azuma [Edo] Per visitare i luoghi celebri della Terra d’Occidente [il Paradiso della Terra Pura] Hiroshige Le scuderie del Quirinale celebrano con una selezione di 230 opere, suddivise in sette sezioni tematiche, Utagawa Hiroshige, uno dei più grandi artisti del mondo fluttuante (ukiyo-e). La maggior parte della produzione esposta è caratterizzata da xilografie policrome, disegni preparatori e, infine, dipinti su rotolo. Questa mostra esalta la grande produzione di Hiroshige, capace di rispondere alle richieste del mercato giapponese; inoltre, evidenzia la capacità dell’artista di sperimentare nuove tecniche compositive, soprattutto ottiche, provenienti dall’Occidente, la sua maestria nell’uso degli sfumati e nella rappresentazione degli agenti atmosferici. Dalle opere esposte è evidente il grande amore di Hiroshige per la natura, tanto da renderla protagonista di tutta la sua produzione; la presenza umana c’è ma è ridotta rispetto al respiro delle scene rappresentate. Il percorso ha inizio con l’esposizione delle prime opere che Hiroshige realizza nella bottega del maestro Toyohiro. Queste evidenziano il talento dell’artista nell'affrontare i temi legati alla tradizione storica e teatrale con l’uso della xilografia policroma; oltre alle opere destinate al grande mercato (come i due trittici legati al teatro Kyogen e all’eroe Minariato Yoshimitsu), troviamo xilografie di fattura più raffinata, destinate a un pubblico ristretto: i surimono, piccoli biglietti augurali da usare come invito per occasioni mondane Nella seconda sala è esposta una delle serie più famose dell'artista: 53 stazioni di posta del Tōkaidō. Questa serie portò al successo il paesaggio urbano: i luoghi erano rappresentati in modo veritiero e diventarono mete turistiche per i viandanti e i pellegrini. Hiroshige trasse ispirazione dal viaggio che compì nel 1832: egli accompagnò la delegazione dello Shogun che ogni anno inviava i cavalli sacri in dono all’imperatore da Edo a Kyoto per celebrare la prima nomina a Shogun nel 1603. Dalla produzione paesaggistica si passa, nella terza sala, a quella dedicata ai fiori, uccelli e pesci. Hiroshige rivoluziona il modo di trattare la raffigurazione degli animali, rendendolo un genere unico. Inoltre, vi integra versi poetici in armonia con le immagini. Mentre per raffigurare i pesci utilizza il formato orizzontale, per le serie dedicate ai fiori e agli uccelli privilegia quello verticale, più adatto a composizioni asimmetriche. Nella quarta sala vengono esposte altre serie dedicate alle città di Kyoto, Kanazawa e Omi (l’attuale Shiga), oltre alla magnifica serie Neve, luna, fiori, tre trittici eseguiti nel 1857. Nell’opera dedicata alla neve, nonostante l’imponenza della montagna che si estende lungo tutta la superficie, non si ha la sensazione di un paesaggio incombente. L’uomo è inserito nella natura senza esserne soffocato, in perfetta armonia con ciò che lo circonda. Nel 1856 Hiroshige sperimenta una serie di 36 vedute del monte Fuji in formato verticale, facendo eco alla grande onda di Hokusai. Mentre la grande onda di quest’ultimo si rompe in pieno oceano, estendendosi per tutta la superficie pittorica, quella di Hiroshige si rompe sugli scogli della costa che si vede tutto intorno mentre il mare, sullo sfondo, appare tranquillo. A differenza di Hokusai, che nelle sue opere comunica un’alta drammaticità, in Hiroshige c’è il desiderio di mantenersi in armonia con la natura. Salendo al secondo piano ci troviamo davanti alla quinta sala, contenente una produzione di xilografie a tema comico, basata sulla parodia di antichi eventi o di racconti classici. Questi lavori ci mostrano la versatilità del maestro e come si adattasse alle richieste degli editori. Nella sesta sala vengono esposte le vedute della capitale Orientale, tra cui una selezione della serie Cento vedute dei luoghi celebri di Edo. La produzione ebbe molto successo tanto che le illustrazioni salirono a 118 e probabilmente avrebbe avuto seguito, se non fosse stato per l’improvvisa morte dell’artista, avvenuta nel 1858. Il formato verticale della serie esalta la novità compositiva di Hiroshige: egli realizza un’inquadratura ravvicinata di un elemento del paesaggio, (quasi un close up fotografico), rispetto allo sfondo di dimensioni molto più contenute, con effetto spiazzante. Sono immagini che influenzano molti artisti impressionisti e postimpressionisti, tra cui Vincent Van Gogh che realizzerà alcune copie della serie. Si giunge infine all’ultima sala dedicata ai dipinti su rotolo. Sembra quasi di entrare in un mondo ovattato, dove prevale una visione eterea di paesaggio, una natura incontaminata in cui l’uomo è solo una piccola e silenziosa presenza. Hiroshige. Visioni dal Giappone vi aspetta negli spazi delle scuderie del Quirinale fino al 29 luglio. Immagini tratte da: https://www.scuderiequirinale.it/mostra/hiroshige-visioni-dal-giappone-roma https://www.ngv.vic.gov.au/explore/collection/work/22076/ https://www.vangoghmuseum.nl Foto dell’autore
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Gennaio 2022
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