di Marianna Carotenuto Un’aura di mistero avvolge la Dama con liocorno di Raffaello, un olio su tavola datato tra il 1505 e il 1506, corrispondenti agli anni del soggiorno fiorentino dell’artista, ed attualmente custodito nella Sala Didone della Galleria Borghese di Roma. Il dipinto ritrae una giovane donna dai capelli biondi e gli occhi azzurri, che seduta col busto ruotato di tre quarti verso sinistra, ha sul grembo un piccolo liocorno. Due colonne ne incorniciano la sua figura, mentre alle spalle si intravede un paesaggio con alberi e colline, attraversato, sembrerebbe, da un lago; le tinte fredde della natura creano così un contrasto con le tonalità calde della sua pelle, dei gioielli e dell’abito che indossa. Il mistero aleggia sull’identità della donna. Chi è la dama con il liocorno? La giovane effigiata è sicuramente una fanciulla fiorentina, come si evince dal prezioso abito alla moda dei primi anni del Cinquecento, la gamurra , con le maniche di velluto rosso e il corpetto dall’ampia scollatura fatto di seta marezzata . I lunghi capelli biondi sono raccolti sul retro, mentre sulla testa si intravede un piccolo diadema. La ragazza volge i suoi occhi azzurri verso l'esterno e guarda in una direzione che non sembra essere quella dello spettatore. Al collo ha una collana d’oro che si annoda per poi finire con un pesante pendente sul quale sono incastonati un piccolo smeraldo, un grosso rubino e una goccia a perla. Ortolani mise a confronto questo dipinto con un disegno conservato al Louvre, vedendo nella donna ritratta, Maddalena Strozzi, moglie di Agnolo Doni. La posa, i gioielli della donna ma anche l’eleganza dell’abito e la presenza del liocorno potrebbero rimandare alle nozze tra i due. In realtà non conosciamo con certezza chi sia stato a commissionare l’opera, non avendo notizie documentarie certe. E’ probabile che si tratti di un dono di nozze. Lo suggeriscono alcuni dettagli, in particolare il rubino e lo zaffiro applicati sul pendente, che alludono alle virtù coniugali e al candore virginale della sposa. La perla inoltre è simbolo dell’amore spirituale e della femminilità creatrice e il nodo della collana stesa è un chiaro riferimento al vincolo matrimoniale. Allo stesso modo è stata interpretata la presenza del piccolo unicorno sul suo grembo. Si tratta di un animale fantastico che nella letteratura medievale simboleggiava la castità. La leggenda narra che, l’unicorno, alla vista di una fanciulla vergine, corresse verso di lei per adagiarle il capo sul seno e addormentarsi tranquillo. La posa della Dama con liocorno, ma anche il suo sguardo e il modo in cui stringe l'animale, farebbero intravedere somiglianze con la Dama con l’ermellino di Leonardo a cui potrebbe essersi ispirato Raffaello. Avvalora questa tesi anche lo schema compositivo del ritratto che ricorda quello della Gioconda. Il mistero circa l’identità della dama ritratta non è ancora stato svelato. Dietro il dipinto si celerebbero ben quattro fasi pittoriche. Inizialmente sarebbe stato eseguito il ritratto di una donna fiorentina con alle spalle una finestra spalancata su un paesaggio. Non vi era traccia delle mani e delle maniche della veste e ciò ha fatto supporre l’incompletezza del lavoro. Successivamente un secondo artista avrebbe completato il dipinto aggiungendo anche un piccolo cane, simbolo di fedeltà coniugale e delle due colonne ai lati della finestra. Solo in una terza fase sopra il cane sarebbe stato dipinto il liocorno, e nell’ultima fase, il ritratto della nobildonna fiorentina si sarebbe trasformato nella rappresentazione di Santa Caterina di Alessandria. Prima del restauro del 1935 quindi l'opera rappresentava la donna con la palma e la ruota dentata, attributi della Santa. Il dipinto ebbe nel tempo diverse attribuzioni. Furono Cantalamessa e poi Longhi a ribadirne l’attribuzione raffaellesca. Longhi inoltre riteneva che l’autore delle aggiunte fosse stato il pittore fiorentino Giovanni Antonio Sogliani, che avrebbe ridipinto le mani, il mantello, le maniche del vestito aggiungendo la ruota dentata del martirio. Questi particolari, che hanno caratterizzato il dipinto sino al 1935, sono stati poi eliminati in seguito ad un intervento di restauro. Della Pergola invece collegò il dipinto dell’inventario Aldobrandini con Raffaello. La Dama col liocorno compare negli inventari settecenteschi, e talvolta è confusa con la Santa Caterina della National Gallery di Londra, datata 1508, realizzata sempre da Raffaello. Immagini tratte da: www.galleriaborghese.beniculturali.it www.arte.it Potrebbe interessarti anche: https://www.iltermopolio.com/archeo-e-arte/i-segreti-nascosti-dietro-le-opere-darte
5 Commenti
?⚽
16/3/2021 14:57:09
👍
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Gennaio 2022
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