Oggi vorrei parlare, dal punto di vista archeologico, del paese che per ben diciotto anni ha rappresentato la mia casa: Sarno.
Sarno è una piccola cittadina campana in provincia di Salerno, situata ai piedi del monte Saro. Tra le frazioni che la compongono, quella denominata “Foce” ha restituito alla luce tombe, oggetti e monumenti antichi.
Fra le diverse bellezze emerse vorrei citare il teatro ellenistico-romano la cui prima fase si data intorno al 100 a.C., modificato successivamente in età augustea. Venne scoperto negli anni sessanta mentre si svolgevano i lavori per la costruzione di una fabbrica Star. Del teatro è visibile in parte la cavea (dove si sedevano gli spettatori) con la proedria (i sedili più vicini alla scena) in blocchi di tufo, l’orchestra, le parodoi (gli ingressi laterali) e la base del pulpitum (il palcoscenico). La proedria terminava ai lati con la decorazione di due figure alate: una sfinge e un leone. Simboli che erano riservati per le alte personalità cittadine.
Tale decorazione si ritrova, ad esempio, nel teatro di Pietrabbondante (Molise), datato intorno al II secolo a.C., dove le estremità della proedria sono decorate con zampe di grifo e anche nel piccolo teatro di Pompei, che però si data intorno all’80 a.C.
Per comprendere l’importanza di tale teatro basti pensare che teatri in muratura all’interno della città di Roma non vi saranno, per opposizione del Senato, fino al 55 a.C. quando Pompeo ne farà costruire uno. Infatti, fino a quella data gli spettacoli come le commedie di Plauto e di Terenzio, per intendersi, venivano messe in scena a Roma all’interno di teatri in legno che, alla fine della performance, venivano smontati. Invece, in ambiente italico, a partire dal II secolo a.C., vi sarà una proliferazione di teatri in muratura. I tre meglio noti di Sarno, di Pietrabbondante e quello grande di Pompei (II secolo a.C.), oltre a essere accomunati, coma abbiamo visto, da elementi decorativi, sono molto vicini anche dal punto di vista architettonico. In particolar modo, il teatro grande di Pompei si avvicina molto alla prima fase del teatro di Sarno per la scena, per i proscenia e la paradoi coperte. Altri elementi di raccordo fra i tre teatri sono le parodoi parallele alla scena, la simile conformazione dell’orchestra e la parte inferiore della cavea formata da pochi filari di gradini.
Come abbiamo visto, questa è solo una delle bellezze riemerse dopo tanto tempo di oblio, ma ce ne sono tante altre che, a Sarno e nei suoi dintorni, aspettano soltanto di essere scoperte.
Foto tratte da: Wikimedia commons, autore GinafrancoVitolo CC BY-SA 4.0. ZOn.it. Sylvhem, CC BY-SA 3.0, voce: Teatro Grande di Pompei.
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Gennaio 2022
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