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10/7/2018

Impressionismo e Avanguardie a Palazzo Reale di Milano

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di Giovanna Leonetti
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​Palazzo Reale ospiterà fino al 2 settembre la mostra Impressionismo e Avanguardie: Capolavori dal Philadelphia Museum of Art. L’esposizione, curata da Stefano Zuffi, è composta da cinquanta opere e si avvale del vasto patrimonio del Philadelphia Museum of Art, struttura che raccoglie, espone e promuove una serie di collezioni private che nel corso degli anni sono entrate a far parte della collezione permanente del museo, diventando un patrimonio pubblico. Il percorso esposto ci permette di seguire le tappe di queste acquisizioni, che si concentrano soprattutto sulle opere prodotte a Parigi dalla seconda metà dell’Ottocento fino ai primi decenni del Novecento.
La visita ha inizio con la Collezione Cassatt. I fratelli Mary e Alexander sono coloro che hanno contribuito maggiormente alla diffusione degli impressionisti in America. Mary è una pittrice che, una volta terminata l’Accademia di Belle Arti di Philadelphia, decide di trasferirsi a Parigi dove partecipa alle mostre collettive degli Impressionisti. La donna è molto apprezzata da Edgar Degas ed è proprio un’opera di quest’ultimo a dare inizio alla grande collezione dei fratelli, raccolta che vanta anche opere di Monet, Pizarro e Manet. Infatti, nel 1937 Mary acquista per il fratello Alexander, ingegnere ferroviario, La Classe di Danza, opera che Degas rielabora svariate volte, come hanno evidenziato le radiografie fatte sulla tela. In origine, la donna seduta in primo piano era sostituita da una ballerina intenta ad allacciarsi una scarpa.
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Edgar Degas, La Classe di Danza, 1880, olio su tela.
La mostra prosegue con l’esposizione di molti paesaggi che ci mostrano il lavoro degli impressionisti en plein air. Parchi e boschi lungo la Senna e nei dintorni parigini sono i primi soggetti rappresentati da Monet, Pizarro, Renoir e Sisley, considerati i pionieri di questa nuova pittura artistica che si basa sull’immediatezza della pennellata e sulla resa dei colori di fronte al continuo cambiamento dell’ambiente circostante. Tra le opere esposte la tela con il Ponte Giapponese di Claude Monet, realizzata nel giardino dell’artista a Giverny. Monet dedicò più di trecento tele al suo giardino acquatico del quale andava molto fiero, tanto da considerarlo il suo più bel capolavoro.
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Claude Monet, Ponte Giapponese, Giverny, 1894, Olio su tela
​Lo stile dell’Impressionismo lascia il posto ad altre ricerche pittoriche: molti pittori lasciano Parigi per cercare esperienze sempre nuove e differenti. Tra questi ricordiamo Vincent Van Gogh che si trasferisce ad Arles nel 1888. Due dei dipinti esposti in questa sezione hanno una forte valenza biografica poiché raffigurano alcuni membri della famiglia Roulin con cui l’artista legherà molto. “Ho fatto i ritratti di un’intera famiglia, quella del postino di cui avevo già disegnato la testa- l’uomo, sua moglie, il bambino, il ragazzino e il figlio di sedici anni, tutti caratteristici e molto francesi, benché sembrino russi”, queste parole, scritte dall’artista al fratello Theo nel dicembre 1888, testimoniano il profondo legame tra Van Gogh e i Roulin. 
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Vincent Van Gogh, Ritratto di Camille Roulin (1888) e Ritratto di madame Roulin e della piccola Marcelle (1890), olio su tela.
​Eccoci giunti alla sala dedicata alla collezione di Samuel S. White III. Figlio di venditori di prodotti di odontoiatria, Samuel studia in Europa e diventa uno dei pionieri del culturismo. Nel 1901, durante un soggiorno a Parigi, viene scelto da Rodin come modello per una scultura che idealmente guarda al Pensatore. Il gusto di White si apre alle tendenze delle avanguardie, come il cubismo di Braque e gli sviluppi del postimpressionismo.
La sala successiva espone opere di artisti appartenenti all’École de Paris. Si riconoscono in questo gruppo artisti francesi e non che lavorano a Parigi nei primi tre decenni del Novecento; artisti con stili e orizzonti diversi, ma accomunati dalla ricerca di una novità espressiva, che li porta a superare la rappresentazione del reale. Tra le opere esposte troviamo Nella notte, di Marc Chagall, un quadro suggestivo in cui l’artista si raffigura insieme alla moglie mentre si abbracciano. Il quadro è dedicato alla loro prima notte di nozze e fu realizzato durante la seconda guerra mondiale, quando Chagall scappa dalla Russia e si trasferisce a New York. Nella “grande mela” incontra l’avvocato Louis Stern, amante dell’arte, anche egli di origine russa, con il quale intrattiene un rapporto di amicizia profondo e duraturo. 
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Marc Chagall, Nella notte, 1943, olio su tela.
​Proprio a Stern è dedicata la prossima sala; la sua collezione è una delle più intelligenti e particolari: Stern cerca di mettere a confronto le opere dei pittori attivi a Parigi agli inizi del ‘900 con opere di altre culture (africane, polinesiane…). Tra i pittori prediletti troviamo Matisse e i fauve in generale. 
Proseguendo eccoci giunti alla collezione dei coniugi Louise e Walter Arensberg. Nel 1913 i coniugi visitano l’esposizione dell’Armony Show di New York restando affascinati dall’arte moderna; inoltre diventano amici di Marcel Duchamp e grazie alla sua direzione iniziano a collezionare importanti opere dell’Avanguardia. Un’immagine iconica della loro collezione è Il Bacio, di Costantin Brancusi, una scultura essenziale ma piena di energia e sentimento dove le figure si abbracciano e si fondono in un’unica forma.
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Costantin Brancusi, Il Bacio,1916, pietra calcarea.
Alla collezione Arensberg appartengono anche le tele dell’ultima sala dedicata al Surrealismo, un movimento letterario e artistico che cerca di andare oltre la banale e semplificata rappresentazione della realtà, trasfigurandola attraverso il linguaggio del sogno e dell’immaginazione. La mostra si chiude con un grande capolavoro di Picasso Donne e Bambine che, come dichiara la cantante Patty Smith ricordando una visita passata al Philadelphia Modern of Art, con la sua brutale franchezza toglie il fiato.
Per info visitare il sito dedicato alla mostra: http://www.impressionismoeavanguardie.it/

Immagini tratte da:
​

http://www.impressionismoeavanguardie.it/
foto dell’autore

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