![]() Eccoci nuovamente immersi nella città romana. Ciò che maggiormente ci stupisce, passeggiando lungo i marciapiedi delle strade, è la mole degli edifici. In particolar modo i "condomini" romani possono raggiungere altezze incredibili per quest’epoca: anche dieci piani, seppur nella maggior parte dei casi non superino i 5-6 piani. Sono veri e propri grattacieli! Si tratta di grandi casermoni, circondati sui quattro lati dalla strada e, per questo, definiti insulae (isole), da cui il termine moderno "isolato". A differenza di ciò che accade oggi, le abitazioni più prestigiose sono poste ai piani più bassi, mentre salendo si trovano gli alloggi più poveri. I motivi di questa disposizione sono vari: in primo luogo, spesso le abitazioni sono prive di servizi igienici e l'acqua deve essere trasportata in casa salendo le rampe di scale (più in alto si abita e maggiore è la fatica da compiere); inoltre i materiali da costruzione passano dal mattone per i piani inferiori al legno per quelli superiori, con ovvio aumento del pericolo in caso di crollo o incendio. ![]() Il piano terra è invece occupato da botteghe, con annesse le abitazioni dei proprietari. E se volessimo fare acquisti? È sufficiente passeggiare lungo le strade della città, osservare le insegne o le merci esposte ed entrare. Negozi e botteghe hanno infatti, come accade ancora oggi, cartelli sui quali sono riprodotte le merci vendute. Ecco per esempio un negozio di vino la cui insegna, con raffigurata un’anfora, lo identifica chiaramente; poco oltre, la testa di un bovino disegnata in nero su sfondo bianco ci informa che ci troviamo davanti ad un macellaio, se la presenza di salsicce (le lucanicae in latino) appese all’ingresso non fosse abbastanza esplicita, e a fianco una panetteria. Non c’è bisogno di un cartello: l’aroma del pane appena sfornato è inconfondibile. Un ragazzo sta comprando una pagnotta fresca e, soddisfatto, si allontana dal negozio. Il pane è già diviso in spicchi in modo tale che risulti più semplice mangiarlo semplicemente spezzandolo con le mani. ![]() Stiamo ancora ripensando all’odore del pane, quando un profumo molto forte ma piacevole, nel quale riconosciamo un misto di zafferano e mirra, ci avvolge: è appena passata una ricca matrona romana ed appare impossibile non accorgersene. Le essenze impiegate per la realizzazione dei profumi possono provenire anche da paesi molto lontani ed il loro costo, talvolta, può essere realmente esorbitante. ![]() Facciamo ancora qualche passo e stavolta ciò che sentiamo è tutt’altro che piacevole: siamo davanti ad una latrina pubblica. A differenza di quelle a cui siamo abituati noi, quelle romane sono costituite da una grande stanza con molteplici posti a sedere senza divisori tra un posto e l’altro. Gli antichi Romani hanno una concezione della privacy e della vergogna molto differente da quella moderna. La pulizia dei bagni è assicurata dall’acqua che scorre continuamente in un’apposita canaletta posta sotto i sedili, mentre di fronte ad essi un’altra canaletta con acqua corrente serve ad intingere le spugne usate per pulirsi: la carta igienica non è ancora stata inventata e al suo posto si utilizzano infatti spugne “usa e getta” da inserire su un bastoncino di legno. Immagini tratte da:
insulae di Ostia, da Wikipedia Italia, Di iessi - Flickr, CC BY 2.0, voce “insula” insula disegno, da pinterest affresco dalla Bottega del panettiere, Pompei, da Paul Roberts, Life and Death in Pompeii and Hercolaneum, Oxford University Press, Oxford, 2013 balsamario, da massaciuccoliromana.it latrina romana, da romanoimpero.com, voce “Latrine romane”
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Gennaio 2022
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