di Andrea Samueli ![]() Lucanica, la salsiccia antica Le prime testimonianze riguardanti questo gustoso alimento provengono dal mondo latino: Varrone ne farebbe derivare l’invenzione dal popolo dei Lucani e Apicio, nel De Re Coquinaria, ce ne tramanda la ricetta. Trita pepe, cumino, santoreggia, ruta, prezzemolo, bacche d’alloro, salsa di pesce; mescola la carne ben sminuzzata con il trito ottenuto. Pesta di nuovo il composto con salsa di pesce, pepe intero, una gran quantità di grasso e gherigli. Insacca in un budello e assottiglia. Appendilo per l’affumicatura. ![]() Bikini Si avvicina l’estate e uno dei capi d’abbigliamento più usati dalle donne è proprio il bikini. Ma il tanto famoso costume a due pezzi, almeno come idea, era già presente nel mondo antico. I mosaici di Villa Armerina, in Sicilia, ci mostrano infatti donne intente in attività sportive: si trattava di una fascia legata in vita, una sorta di slip, chiamata subligaculum (indossato anche dagli uomini), corredato da una fascia per il seno, detta strophium. ![]() Tavolette cerate I post-it degli antichi come erano fatti? I Romani usavano tavolette di legno ricoperte di cera, sulle quali scrivevano con l’ausilio di uno stilus, una sorta di penna in legno o metallo appuntita da una estremità; per cancellare si raschiava la cera, usando l’altra l’estremità piatta. Anziché gettare il foglietto, la tavoletta cerata veniva avvicinata ad una fonte di calore, la cera di scioglieva e poteva essere stesa nuovamente ottenendo così una nuova superficie scrittoria (la famosa tabula rasa). Harpastum, il rugby dei Greci e Romani “È fuori gioco!”, “È troppo lunga!”, “È troppo bassa!”, “È troppo alta!”, “ È troppo corta!” “Passala indietro nella mischia!” Un telecronista alle prese con gli ultimi, concitati momenti di una partita di calcio? No, le grida di alcuni spettatori dell’antico gioco dell’harpastum. Il gioco, di origine greca e il cui nome significa “strappato via con la forza”, si diffuse ampiamente in tutti i territori dell’impero romano dopo la conquista della penisola ellenica. Il regolamento, come per molti giochi antichi, non ci è giunto completo: sappiamo però che si trattava di un gioco particolarmente duro, prediletto dai legionari, praticato da un numero di giocatori che variava dai 9 uomini per squadra fino ad arrivare ai 30. L’obiettivo era portare la palla, ripiena di stracci, oltre una linea segnata sul campo da gioco rettangolare correndo, passando la palla ai compagni e placcando o spingendo gli avversari. Dal tipo di campo, spesso in terra battuta, deriva l’altro nome con il quale il gioco era conosciuto, pulverulentus. Insomma, una variante antica del nostro ben noto rugby. Immagini tratte da:
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Gennaio 2022
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