di Ilaria Ceragioli “Sono un figlio del Nord, e tutto ciò che sono è una parte del suo popolo e della sua natura selvaggia. Ovunque mi trovi, il Nord sarà sempre la mia patria. Amo la natura aspra e malinconica del Nord, e quei vividi lampi di luce che gli artisti nordici sanno esprimere.” È con queste parole che il pittore Konrad Mägi si descrive nel dicembre del 1907 a Parigi, durante un soggiorno piuttosto infelice. La sua permanenza presso la capitale francese fu infatti aspramente segnata dalla povertà e dall’incapacità di inserirsi all’interno dell’ambiente artistico della metropoli, troppo distante dalle sue radici e dalla sua indole. Konrad Mägi è attualmente considerato il capostipite della pittura estone moderna ed è maggiormente noto per la sua straordinaria dedizione alla pittura di paesaggio. Nelle sue tele Mägi riproduce il fascino sublime della natura del Nord, nonché della sua terra d’origine, incontaminata e imprevedibile. E così, la natura diviene uno spazio onirico e sacro in cui emergono la stessa irrequietezza e la stessa inquietudine del pittore. In un primo momento, durante la sua permanenza a Parigi, Konrad Mägi subisce l’influenza dell’Impressionismo e del Fauvismo: i colori e gli effetti luminosi dominano lo spazio pittorico. Ne è un chiaro esempio Paesaggio norvegese con pino un olio su tela databile al 1908-1909 e conservato presso il Museo Nazionale d’Arte dell’Estonia. Qui immortala il tipico paesaggio della Norvegia, paese in cui visse per un paio di anni, dal 1908 al 1910. La natura vergine e selvaggia di quella terra è qui resa dalla sola presenza di alcuni arbusti in primo piano e da qualche specchio d’acqua che timidamente si fonde con l’ambiente circostante. I toni caldi prevalgono su quelli freddi dando concretezza a quella sensazione di surreale e di infinito che caratterizza il tipico paesaggio norvegese. Smarrimento e solitudine invadono l’animo dello spettatore. Nel 1918 la sensibilità e il tormento interiore dell’artista emergono in una pittura di paesaggio più vicina all’Espressionismo. Significativo in questo senso è Lago Pühajärv, un olio su tela realizzato da Mägi tra il 1918 e il 1920. La carica emotiva del pittore è espressa in tutta la sua agitazione da pennellate spesse e nervose. La quiete delle acque del lago Pühajärv, nel sud dell’Estonia, contrasta con l’imprevedibile mutare del cielo e l’impetuoso movimento degli arbusti che sembrano essere sconvolti da un gelido vento. Un temperamento più sereno e pacato si evince, invece, nelle opere dell’ultima fase creativa di Konrad Mägi, eseguite durante un viaggio in Italia. Nel bel paese l’artista dipinse luminose e spensierate vedute di Roma, Capri e Venezia. Di seguito osserviamo così due tele, entrambe prodotte intorno al 1922-1923: a sinistra Capri, mentre a destra Venezia. Mägi trascorre sei settimane a Capri, isola della quale si innamorò perdutamente. Nell’opera conservata alla Enn Kunila's Art Collection di Tallinn (a sinistra) l’artista combina rovine antiche e natura riportando l’immaginazione a quell’antichità che tuttora incanta il visitatore. Nell’altra tela, invece, è presentato uno scorcio di Venezia con i suoi stretti e caratteristici canali. In ambedue i capolavori i protagonisti indiscussi sono i colori, ora accesi, vivaci e ricchi di vita. In Italia Konrad Mägi sembrava ormai aver trovato quella pace interiore e quella serenità che da tempo ricercava. Ben presto, però, nel 1925 l’artista tornò in patria poiché gravemente malato. Si spense così nella sua terra d’origine a soli quarantasette anni. Non svanisce però il ricordo della sua suggestiva produzione artistica che attraverso il colore seppe dare voce all’interiorità di un artista dotato di grande profondità d’animo. Immagini tratte da: Wikipedia, pubblico dominio, voce: Konrad Mägi Wikipedia, pubblico dominio, voce: Konrad Mägi www.kunilaart.ee Wikipedia, pubblico dominio, voce: Konrad Mägi
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Gennaio 2022
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