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7/11/2017

La battaglia di Alesia

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di Andrea Samueli
Aprendo un qualsiasi libro di storia e scorrendo le grandi battaglie combattute da Roma, Alesia è sempre presente. Spesso troviamo scritto: 52 a.C. - Caio Giulio Cesare sconfigge, di fronte ad Alesia, la confederazione di tribù galliche ribellatesi a Roma sotto la guida di Vercingetorige, ponendo fine alla resistenza dei Galli. Cerchiamo di capire meglio cosa accadde, affidandoci ai resoconti scritti dallo stesso Cesare nel De Bello Gallico.
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I comandanti dei due schieramenti: Gaio Giulio Cesare e Vercingetorige
In un clima di rivolta e malcontento nei confronti degli invasori, numerose tribù galliche si ribellano al dominio romano già a partire dal 54 a.C. Cesare interviene sedando con fermezza le varie rivolte, l’ultima delle quali viene portata avanti nel 52 a.C. dal re degli Averni, Vercingetorige, che raduna attorno a sé le tribù della Gallia Centrale. Dopo la conquista dell’oppidum (centro fortificato) di Avaricum, Cesare subisce una sconfitta, seppur di misura, di fronte alla città di Gergovia trovandosi costretto a riunirsi al resto del suo esercito per affrontare in una battaglia campale l’esercito avversario. Nel settembre del 52 a.C., dopo un vano attacco alle legioni in marcia, Vercingetorige si ritira nella città fortificata di Alesia e qui viene posto sotto assedio dalle forze romane.
Alesia, capitale dei Mandubi, sorge in Borgogna, sull’odierno Mont-Auxois, un colle alto oltre 400 metri, situato tra i fiumi Oserain e Ose. Cesare si accorge subito che un assalto diretto alla città non è possibile e procede all’assedio: viene così realizzata una doppia linea di fortificazioni, atta a circondare l’altura e impedire l’arrivo di rifornimenti e, al contempo, a proteggere le spalle delle legioni nel caso di un attacco gallico in soccorso a Vercingetorige. 
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Un doppio vallo, costellato da torri di guardia poste ogni 25 metri, circonda così l’altura: il vallo interno, a guardia della città, è lungo 16 km mentre il vallo esterno, rivolto verso la pianura, raggiunge i 21 km di circonferenza. Le dieci legioni e le truppe ausiliarie sono suddivise in otto campi maggiori e 23 campi minori, posizionati lungo la linea fortificata.
Il sistema difensivo comprende inoltre una serie di ostacoli minuziosamente descritti da Cesare. Alla base del terrapieno (agger) su cui si trova la palizzata, Cesare fa disporre rami a forma di corna di cervo; seguono due fossati larghi 5 metri, uno dei quali riempito con l’acqua del fiume Oserain, e tre gruppi di ulteriori barriere: dapprima cinque fila di cippi, cioè lunghi pali scortecciati e resi aguzzi sulla sommità inseriti in profonde fosse scavate nel terreno; poi otto fila di lilia (gigli), pali aguzzi e induriti con il fuoco che sporgono per 7 cm da buche nascoste con vimini e rami; infine una distesa di stimuli, pioli muniti di uncini di ferro. Il tutto copre probabilmente una fascia di 50 metri. 

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Alla vista delle opere realizzate dai Romani, Vercingetorige si accorge di non poter contare solo sulle sue truppe, circa 80 mila uomini e alcuni contingenti di cavalleria, per rompere l’assedio: prima che le fortificazioni siano completate, invia tutti i suoi cavalieri a cercare aiuto, richiedendo l’intervento di ogni uomo abile alla guerra e ricordando che le scorte in città possono durare per un solo mese. L’assemblea dei capi, ricevuti i messi da Alesia, decide tuttavia di non acconsentire alla richiesta di Vercingetorige ed impone che ciascuna tribù fornisca solo un contingente di guerrieri, ritenendo che un esercito troppo grande possa riscontrare problemi non solo legati alla disciplina ma anche ai rifornimenti. Nonostante ciò l’esercito di soccorso, nel giro di un mese, arriva a contare circa 240 mila fanti ed oltre 8000 cavalieri. 
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I Romani, giunto l’esercito di soccorso, si trovano così a loro volta assediati. Il primo scontro vede come protagoniste le rispettive cavallerie, quella gallica supportata da un nutrito gruppo di arcieri e fanti leggeri, e quella romana coadiuvata dai cavalieri germanici: solo l’intervento di questi ultimi porta, nel tardo pomeriggio, alla fuga del nemico e al massacro dei fanti di supporto.
Di fronte a questa prima sconfitta i Galli dedicano l’intera giornata successiva alla creazione di graticci, scale e arpioni per assaltare le fortificazioni: l’attacco viene sferrato verso la mezzanotte, con il favore delle tenebre, ma l’oscurità crea problemi ad entrambe le parti. I Romani non riescono infatti ad utilizzare con efficacia l’artiglieria e non individuano in tempo i nemici che continuano a bersagliarli con frecce e fionde; dal canto loro i Galli non hanno possibilità di avvicinarsi alle palizzate eludendo gli ostacoli posti nel terreno. A peggiorare la situazione gli assediati non si coordinano con le truppe di soccorso e, quando oramai all’alba sono vicini alle difese romane, vengono a sapere della ritirata dei loro compagni. 
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Il giorno successivo le forze galliche attaccano nuovamente, stavolta in più punti ma con forza maggiore nel settore nord delle difese, contro un forte più isolato rispetto agli altri, al fine di costringe Cesare a disporre i suoi uomini su un fronte molto lungo. Nonostante le difficoltà, i legionari riescono a sostenere l’assalto nemico e contrattaccare a loro volta, con una sortita dal forte nord che permette alla cavalleria romana di prendere gli assedianti alle spalle.
È la sconfitta per i Galli. L’esercito di soccorso si disperde e Vercingetorige è costretto alla resa: si consegna a Cesare che lo costringe in catene per i successivi sei anni, per esibirlo durante il suo trionfo a Roma nel 46 a.C. e farlo poi uccidere per strangolamento.
Con la battaglia di Alesia ha termine il sogno di una Gallia libera. 

Immagini tratte da:
Gaio Giulio Cesare, da Wikipedia Italia, Di sconosciuto - Musei Vaticani (Stato Città del Vaticano), Pubblico dominio, voce “Gaio Giulio Cesare”
Vercingetorige statua, da www.alesia.com
Mappa, da Wikipedia Inglese, CC BY-SA 1.0, voce “Battle of Alesia”
Fortificazioni romane, da Wikipedia Italia, Di Cristiano64 - Opera propria, CC BY-SA 3.0, voce “Battaglia di Alesia”
Costruzione delle difese, da www.romanoimpero.com, voce “Battaglia di Alesia”
Scena di combattimento, da www.romanoimpero.com, voce “Battaglia di Alesia”

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