di Andrea Samueli Abbiamo visto in un precedente articolo la grandiosa piramide di Cheope. Ma come si è giunti alla costruzione di questa tipologia tombale? Le prime tombe realizzate nell’antico Egitto prendono il nome di “mastabe”. La mastaba si compone di due parti: una costruita in superficie, a forma di tronco di piramide, realizzata in mattoni di fango e dedicata ai sacerdoti e ai parenti; una seconda parte, sotterranea, costituita da un lungo pozzo ed una camera per ospitare il defunto all’interno del sarcofago. Nella camera e negli eventuali magazzini aggiuntivi sotterranei erano riposti vasi, effetti personali e suppellettili varie che avrebbero aiutato il defunto nella vita ultraterrena. Bisogna aspettare il faraone Djoser (2630 - 2611 a.C.) per avere il primo edificio in pietra della storia: il suo architetto Imothep partì con l’idea di costruire la più grande mastaba mai realizzata. Venne così innalzata, nella piana di Saqqara, una struttura con al di sotto un pozzo lungo 28 metri e largo 7, da cui dipartivano una serie di cunicoli per un’estensione di oltre 6 chilometri. Imothep fece poi aggiungere, alla mastaba iniziale, altre tre mastabe e, risultando la costruzione abbastanza solida, ampliò i quattro gradoni aggiungendo altri due livelli. In tal modo, la tomba di Djoser raggiunse un’altezza di circa 60 metri. Alla tomba lavorarono con ogni probabilità per circa vent’anni più di 10000 uomini, organizzati in squadre di venti uomini ciascuna. Sarà però con un successore di Djoser, il faraone Snefru (2575 - 2551 a.C.), che il processo di costruzione che porterà alla piramide di Cheope giungerà a compimento. Snefru cercò infatti di emulare le imprese del suo predecessore, puntando a lasciare ai posteri un segno tangibile della propria potenza. Nel corso del suo regno realizzò ben tre tombe: la prima, a Meidum, era in origine una mastaba sormontata da una piramide a sette gradoni; i lati vennero poi ampliati con strati in calcare inclinati a 75° e fu aggiunto un ulteriore livello. Il tutto fu pareggiato con calcare fine e ricoperto con lastre di calcare bianco. Ma, giunti al termine dei lavori, il rivestimento esterno scivolò verso la base. Snefru ordinò quindi la costruzione di una seconda piramide, a Dahshur: anche in questo caso i lavori non andarono a buon fine. La prima parte della piramide venne innalzata con un’inclinazione di circa 54° ma, giunti a metà, a causa del rischio di collasso della struttura sotto il suo stesso peso, l’architetto fu costretto a modificare la pendenza delle pareti, riducendola a 43°. Da qui l’aspetto e il nome di “Piramide romboidale”. La tomba presenta però la tecnica di rivestimento in calcare adottata poi negli esemplari successivi. Il terzo tentativo fu quello definitivo: a Dahshur la “Piramide Rossa”, così chiamata dal colore rosso del calcare impiegato, presenta una pendenza fin dalla base di 43° e fondamenta rinforzate con blocchi di pietra calcarea. Al termine dei lavori fu ricoperta di calcare bianco e raggiungeva un’altezza di 104 metri. Il figlio di Snefru, Cheope, grazie alle sperimentazioni precedenti, raggiungerà il punto più alto nella costruzione delle piramidi, il simbolo per eccellenza del potere degli antichi faraoni. Immagini tratte da:
- Mastaba, da Wikipedia inglese, By Mastaba.jpg: Unknown. Originally uploaded by Oesermaatra0069 at 2006-03-12.derivative work: Master Uegly (talk) - Mastaba.jpg, CC BY-SA 3.0, voce "Mastaba" - Piramide di Djoser, da Wikipedia inglese, By Own work, from Sharp Photography, sharpphotography, CC BY-SA 3.0, voce "Pyramid of Djoser" - Prima piramide di Snefru, da Wikipedia inglese, By Jon Bodsworth - http://www.egyptarchive.co.uk/html/meidum_02.html, Copyrighted free use, voce "Meidum" - Seconda piramide di Snefru, da Wikipedia inglese, By Ivrienen at English Wikipedia, CC BY 3.0, voce "Bent Pyramid" - Terza piramide di Snefru, da Wikipedia inglese, By Chipdawes - Own work, Public Domain, voce "Red Pyramid"
0 Commenti
Lascia una Risposta. |
Details
Archivi
Gennaio 2022
Categorie |