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9/6/2020

La prima guerra punica

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di Andrea Samueli
La prima guerra punica fu una lunga guerra combattuta tra il 264 e il 241 a.C. che vide scontrarsi Roma e Cartagine.
Il pretesto per lo scoppio del conflitto va ricercato in Sicilia, dove i Mamertini (i figli di Marte), mercenari campani al soldo del tiranno Agatocle di Siracusa, alla morte di questi nel 288 a.C., occuparono la città di Messana, odierna Messina.
Le loro incursioni giunsero ad intaccare gli interessi del nuovo tiranno di Siracusa, Gerone II, il quale li vinse in una serie di scontri.
I Mamertini, nel 265 a.C., chiesero quindi aiuto dapprima a Cartagine, poi anche a Roma, promettendo ad entrambi il controllo della città. A Roma il Senato fu inizialmente incerto se intervenire o meno per un precedente accordo che lasciava campo libero in Sicilia ai Cartaginesi. Venne però convinto della necessità di impedire ai Punici di occupare l’intera isola ed espandersi troppo. 
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Così nel 264 a.C. una spedizione romana giunse in Sicilia, prese il controllo della città di Messana, cacciando la guarnigione senza neppure combattere, e sconfisse Punici e Siracusani, alleati per l’occasione.
L’esercito romano fu quindi indirizzato verso Siracusa: Gerone II, vedendo la situazione volgere al peggio, cambiò fazione stringendo patti di alleanza con i Romani.
Nel frattempo Cartagine aveva rafforzato le proprie truppe reclutando nuovi mercenari e preparandosi allo scontro.
Con Siracusa come alleata, nel 262 a.C. Roma impegnò le sue legioni nell’assedio di Agrigento, città fortificata Cartaginese, che capitolò dopo sette mesi di assedio.
La superiorità romana nelle battaglie terrestri era indiscussa, ma Cartagine poteva contare su una potente flotta, in grado di portare rifornimenti e rinforzi alle città siceliote e di isolare le truppe romane. ​
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Per questo motivo nel 261 a.C. Roma decretò la costruzione di una flotta composta da triremi e quinqueremi su modello di quelle catturate al nemico, dotate però di una novità: i corvi. Questi altro non erano che ponti mobili con un gancio metallico all’estremità. Grazie a questa innovazione i soldati romani potevano applicare le tecniche del combattimento a terra in campo marino, abbordando le navi avversarie.
La battaglia navale combattuta a Mylae (Milazzo) nel 260 a.C. volse a favore della flotta romana.
Roma puntò allora a condurre una duplice campagna: continuò le operazioni in Sicilia ma si preparò anche a portare la guerra direttamente in Africa.
Nel 256 a.C. avvenne una delle più grandi battaglie navali dell’epoca antica: 360 navi romane contro 350 navi cartaginesi, nelle acque antistanti Capo Ecnomo. Nonostante le prime fasi dello scontro favorevoli ai Punici, la battaglia vide la vittoria romana e la possibilità per quest’ultimi di far sbarcare le proprie truppe in Africa.
Sconfitta nella battaglia di Adys, Cartagine fu sull’orlo della fine con le truppe romane accampate a pochi km dalla città.
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La salvezza fu portata da un mercenario greco, lo spartano Xantippo, il quale riformò l’esercito cartaginese e inflisse una pesante sconfitta alle truppe guidate dal console Marco Attilio Regolo nella battaglia di Tunisi del 255 a.C. La flotta giunta in soccorso ai Romani venne distrutta da una tempesta e la guerra fu nuovamente riportata in Sicilia. 
Gli anni successivi videro la fortuna arridere a fasi alterne ai due contendenti: una nuova flotta romana vinse a Panormo (Palermo) e occupò la città, ma la battaglia navale di Drepano fu vinta da Cartagine, la quale inviò in Sicilia il generale Amilcare Barca. Privo però di veri rinforzi dalla madrepatria, egli dovette impegnare i Romani soprattutto con incursioni e operazioni di guerriglia. 
Con un enorme sforzo economico Roma riuscì nel 241 a.C. ad allestire una nuova flotta e il 10 marzo dello stesso anno le navi guidate dal console Gaio Lutazio Catulo si scontrarono con quelle cartaginesi di Annone nelle acque delle Isole Egadi. 
La vittoria romana costrinse Cartagine alla resa e ad accettare le dure condizioni di pace imposte da Roma: rinunciare alla Sicilia, la prima provincia romana, restituire i prigionieri di guerra senza chiedere riscatto e pagare una salatissima indennità di guerra. 
Era la fine della prima guerra punica. ​​

Immagini tratte da: 
- carta del Mediterraneo, 264 a.C. da Wikipedia Italia, Di First_Punic_War_264_BC.png: Jon Platekderivative work: EH101 - Questo file deriva da:  First Punic War 264 BC.png:, CC BY-SA 3.0, voce "Prima guerra punica"
- corvo, da Wikipedia Inglese, By Chewie - based on Model of the "corvus" by Martin Lokaj, CC BY-SA 2.5, voce "First punica war"
- legionario romano, da Wikipedia Francese, Par Antoine Glédel — Travail personnel, CC BY-SA 3.0, voce "Légion romaine"

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