A Piazza Armerina, in Sicilia, sorge una delle ville romane più grandi mai costruite: la Villa del Casale. La villa si data al IV sec. a.C. ca. e sorge al di sopra di una più antica e piccola fattoria di età precedente. È costituita da numerosissimi ambienti: cortile e peristilio, terme, basilica e altri vani destinati al proprietario e alla sua consorte. In tutto la villa misura 3500 m2.
Oltre alla maestosità dei vani e dell’edificio in sé, ciò che colpisce e affascina è la ricchezza dei mosaici che adornano i vani della villa.
Si accedeva da un ingresso con un arco a tre fornici e da lì, salendo dei gradini, si entrava in un atrio il cui pavimento era decorato con un mosaico che rappresentava l’adventus (l’arrivo in villa del proprietario). È costruito su due registri (o piani); nel registro superiore un uomo con corona di foglie lanceolate tiene in mano un candelabro ed è affianco da due giovani che hanno in mano dei ramoscelli e sembrano aspettare l’arrivo di qualcuno, mentre in quello inferiore alcuni giovani recitano o cantano.
Oltrepassato il vestibolo, si entra nella corte circondata tutta intorno da un colonnato e adornata al centro da un fontana. I corridoi sono arricchiti di mosaici con ghirlande d’alloro e protomi di animali.
Dai corridoi dei lati lunghi del cortile si può accedere a due sale da soggiorno: una a nord e una a sud. La sala a nord è ornata dal mosaico della “piccola caccia”, mentre nel vano a sud vi è il mosaico che rappresenta Orfeo che incanta gli animali con le sua musica. Nel mosaico della piccola caccia compaiono diverse scene suddivise in quattro piani: oltre alle scene di caccia, si possono osservare un sacrificio in onore della dea Diana e il banchetto del proprietario e dei suoi amici (si vedono gli uccelli, appena cacciati, arrostire su di un braciere).
Dalla stanza di Orfeo si accede ad un vano ovoidale con peristilio che porta ad una stanza con tre absidi. Sul pavimento centrale il mosaico raffigurava le fatiche di Ercole, mentre nelle tre absidi erano rappresentati: il mito di Licurgo e Ambrosia (che si trasformerà in vite), Ercole contro i Giganti e l’apoteosi (l’ascensione agli dèi) di Ercole. Anche gli spazi che univano la parte centrale della sala con gli absidi erano decorati con scene mitologiche: Dafne che si trasforma in alloro, Ciparisso in albero ed Esione o Andromeda ed Endimione in stelle.
Accanto alla sala con il mosaico di Orfeo, vi è un altro vano decorato con un mosaico raffigurante ragazze impegnate in agoni. Le fanciulle intente in queste gare indossano una sorta di bikini secondo la moda del IV secolo.
Alla fine del peristilio s’incontra un corridoio trasversale lungo 60 metri. Questo è adornato con il mosaico della “grande caccia”. Qui viene rappresentata la cattura degli animali in tutto il mondo allora conosciuto e delimitato, nelle due absidi del corridoio, da due figure femminili che rappresentano la Mauretania (Marocco) e l’India. Il mondo è percorso da funzionari dell’impero che viaggiano per catturare e trasportare gli animali per i giochi. Si possono notare scene in cui si vedono lotte fra il cacciatore e la fiera oppure il trasporto su carri o su navi delle bestie catturate. Fra gli animali catturati vi sono un leone, un bisonte, un’antilope, un elefante, uccelli e tante altre specie di animali.
Dal corridoio si accede alla cosiddetta basilica decorata con marmi e ornata di statue. Era in questo ambiente che il padrone svolgeva le sue funzioni pubbliche. Ai suoi fianchi vi erano alcuni ambienti probabilmente destinati alla domina e al dominus.
Infine sempre dal cortile centrale con peristilio si arriva al complesso termale con un vano adibito probabilmente a spogliatoio, poi attraverso un corridoio si accede al frigidarium (per i bagni freddi), e da qui al tepidarium e al calidarium. Il corridoio è decorato da un mosaico che raffigura una corsa di quadrighe al circo Massimo.
Ancora oggi persistono dei forti dubbi su chi fosse il proprietario di questa immensa villa. Sono state fatte numerosissime ipotesi, ma sicuramente le più suggestive rimangono quelle che indicano come padrone un imperatore: Massimiano (285-305), Massenzio (305-312). Oggi si pensa che il proprietario possa essere stato Lucio Aradio Valerio Proculo Populonio, governatore della Sicilia (327 e il 331) e console (340).
Anche se per il momento non vi sono certezze, ciò che si può affermare con sicurezza è che il proprietario doveva essere una persona di elevato rango sociale che svolgeva funzioni importantissime. .
Immagini tartte da:
- www.noicomit.it - lisolafelice.forumcommunity.net - httpwww.kiamarsi.itvilla-del-casale-piazza-armerina - www.villaromanadelcasale.org - www.localidautore.it - www.vesuviolive.it - innerspaceinteriordesign.com - www.tripadvisor.it - www.italia.it - wikipedia italia, Almare, CC BY-SA 3.0. Voce: Villa del Casale
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Gennaio 2022
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