Correva l’anno 1469 quando nella celebre bottega dello scultore, pittore e orafo toscano Andrea del Verrocchio vi entrò e si formò uno dei padri dell’arte rinascimentale italiana: Leonardo da Vinci.
È nella sua incombente e spiccata personalità che si racchiudono innumerevoli professioni, talvolta molto diverse e complesse. Fu, infatti, pittore, disegnatore, anatomista, inventore e, addirittura, musicista. Si interessò anche all’architettura e alla scultura, ma in primis fu un uomo d’ingegno, dall’ eccellente e universale talento. Le prime opere pittoriche del giovane Leonardo da Vinci mostrano uno stile “finito”, una morbida e delicata stesura dei colori e una minuziosa attenzione riservata ai particolari, mostrando così un chiaro influsso fiammingo. La svolta pittorica e tecnica di Leonardo da Vinci si colloca a partire dal 1481, quando comincia a dipingere per i monaci di San Donato a Scopeto l’Adorazione dei Magi.
Il tema proposto fu raffigurato spesso dagli artisti attivi nella Firenze del XV secolo (Botticelli, Gentile da Fabriano ecc.) perché nei tre magi si riscontrava una simbolica identificazione dei Medici. Questa immedesimazione trovava conferma nell’annuale spettacolo semi-liturgico, la cosiddetta “Cavalcata dei Magi”, che aveva luogo nelle strade della città in occasione dell’Epifania.
Nell’opera è evidente un’elaborazione estremamente complessa, documentata e testimoniata da diversi disegni leonardeschi che mostrano sapienti studi prospettici e architettonici.
La tela, tuttavia, non venne ultimata da Leonardo, ma rimase incompleta perché l’anno successivo l’artista dovette recarsi a Milano.
La parte centrale del dipinto è occupata dalla madonna con il bambino, isolata rispetto alla folla di personaggi che sembrano farle da cornice. Forti e incisive sono la gestualità e le fisionomie di uomini e donne che popolano la scena, andando così a mostrare i turbamenti psicologici e lo sconvolgimento interiore, alimentati dal manifestarsi della divinità di Cristo incarnato. Sullo sfondo, invece, si notano due elementi fortemente simbolici: a sinistra le rovine di un edificio che alludono al crollo del Tempio di Gerusalemme e a destra la lotta tra cavalieri che rimanda alla confusione di coloro che non hanno ancora abbracciato la fede. Questo capolavoro, seppur abbozzato a monocromo, racchiude in sé e anticipa alcuni elementi propri dell’arte di Leonardo: la complessità luminosa, l’interazione tra i soggetti rappresentati, l’intensa e personale espressività, l’adozione di una composizione articolata e unitaria e, infine, l’utilizzo della tecnica dello “sfumato” consistente in una sfocatura lieve dei contorni e dei tratti, ottenuta attraverso le dita o una pezza di stoffa. Nel corso del tempo l’opera cominciò a mostrare notevoli problemi di conservazione mettendo a rischio la sua estrema bellezza.
Fu così necessario un accurato restauro e dopo circa sei anni, il 28 marzo di quest’anno, torna a dominare una delle sale degli Uffizi. L’opera rivela alcuni nuovi e suggestivi dettagli, prima poco leggibili, ed esibisce il recupero di alcune tonalità cromatiche, suscitando un forte entusiasmo presso il pubblico. La tela, dunque, è la protagonista della mostra intitolata “Cosmo magico di Leonardo da Vinci: L’Adorazione dei Magi restaurata” che si terrà fino al 24 settembre.
Immagini tratte da:
- wikipedia, pubblico dominio,ita., voce: Leonardo da Vinci - wikipedia, pubblico dominio,ita., voce: Adorazione dei Magi - wikipedia, pubblico dominio,ita., voce: Adorazione dei Magi - www.caliperoofficina.it - La Stampa.it
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Gennaio 2022
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