Uno scultore greco importantissimo per i suoi studi intorno alla rappresentazione della figura umana in movimento nello spazio è Lisippo.
Lisippo, nativo di Sicione (Peloponneso), fu molto influenzato dalle opere di Policleto di Argo (Peloponneso), autore del Dorifero, di cui egli si diceva seguace. Infatti anche secondo Lisippo la natura era regolata da formule matematiche, ma a differenza di Policleto, egli creerà statue con rapporti diversi: corpi più slanciati, movimenti liberi ed elementi del volto più accostati a fornire maggiore intensità ed espressione. Le statue di Policleto, infatti, nate da calcoli matematici, non erano aderenti alla realtà, ma raffiguravano un qualcosa di virtuale.
Fra le diverse opere di Lisippo, Aghias, Ercole Farnese e altre, è importantissimo trattare dell’Apoxyomenos.
La statua venne realizzata intorno al 330-320 a.C. e rappresenta un atleta stante frontalmente e nudo. Qui vengono sperimentate formule del tutto nuove che caratterizzeranno la scultura successiva. Innanzitutto la gamba destra è sì flessa e portata all’indietro, ma riceve parte del peso del corpo in modo da conferire alla figura un’idea di attesa e di movimento che è sul punto di compiersi, infatti la statua è sbilanciata come si denota dalla posizione degli arti e sembra quasi muovere verso lo spettatore. Il braccio sinistro è proteso in avanti in una posizione ignota alle sculture precedenti. Il braccio destro è piegato e tende verso il sinistro. La mano destra doveva tenere lo strigile, ossia un raschiatoio per togliere via dal corpo il sudore e l’olio di cui erano cosparsi gli atleti. Rispetto alle opere di Policleto, le statue di Lisippo sono meno pesanti, infatti, il corpo e gli arti dell’atleta sono più luighi, la testa più piccola le cui ciocche di capelli sono mosse ad indicare lo sforzo appena compiuto. Gli elementi del volto sono accostati quasi a formare un triangolo e la bocca dischiusa forniscono l’idea della stanchezza per la prova eseguita. Lisippo con questi espedienti animerà le sue figure tese a conquistare la terza dimensione più di quanto i capolavori precedenti avessero fatto. Per capire bene la differenza che intercorre fra Policleto e Lisippo è bene riportare la celebre frase a lui attribuita: “ Io rappresento l’uomo com’è e non come dovrebbe essere”.
Immagini tratte da:
- wikipedia, ita, Marie-Lan Nguyen, CC BY 2.5 - pinterest.com - www.museivaticani.va
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Gennaio 2022
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