di Antonio Monticolo L’anfora Dressel 1 (il nome fa rifermento a Heinrich Dressel, 1845-1920, il quale fu uno dei primi a studiare e a classificare le anfore e i bolli presenti sulla anfore stesse) è la più comune anfora della tarda età repubblicana romana. Il tipo è convenzionalmente suddiviso in tre sottotipi:
Le differenze che producono questi sottotipi si riscontrano soprattutto nella forma dell’orlo. Inoltre, questi tre sottotipi vengono prodotti in età più o meno differenti. Infatti, la Dressel 1A inizia a essere prodotta tra il 140/130 a.C. e persiste fino alla metà del I secolo a.C. La Dressel 1B venne prodotta tra l’ultimo quarto del II secolo a.C. fino all’ultima decade del I secolo a.C. Infine, la 1C fu realizzata tra la fine del II secolo a.C. e il secondo quarto del I secolo a.C. La Dressel 1 fu una delle anfore più esportate nel Mediterraneo. La sua diffusione nella seconda e prima metà del I secolo a.C. costituisce la più importante evidenza dell’esportazione della produzione agricola dell’Italia nel mondo antico. Una grande quantità di queste anfore sono state trovate soprattutto nel bacino occidentale del Mediterraneo, mentre un numero minore in quello orientale. Ne sono testimonianza sia i ritrovamenti terrestri sia quelli marini. Infatti, in diversi riletti è stata trovata in grande quantità questa tipologia di anfora. Ad esempio sono stati ritrovati molti relitti lungo le coste della Gallia (l’attuale Francia) e nei pressi della costa della penisola iberica. Presso la Grand Congluè (isolotto vicino Marsiglia) sono stati trovati sul fondale due relitti sovrapposti. Inerente al tema trattato, l’imbarcazione che ci interessa è quella più recente, cioè quella che si adagia sul relitto che tocca il fondale. Tale relitto conteneva materiali della fine del II – inizio I secolo a.C. con 1200-1500 anfore Dressel 1A. Un gran numero di anfore Dressel 1 ritrovate in tutto il Mediterraneo presentano il nome di Marco Sestio associato all’ancora o al tridente. Egli era membro di un’importante famiglia senatoria e proprietario di grande tenute vinicole. Marco Sestio era anche associato con Cosa, colonia latina, ubicata nella zona odierna di Orbetello, nel grossetano. Qui, infatti, le concentrazioni delle sue anfore furono trovate presso il porto ed è possibile che le ville che producevano il suo vino fossero localizzate nell’Ager Cosanus. Immagini tratte da:
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Gennaio 2022
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