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29/5/2017

Mantegna – La camera degli sposi: l’illusione dell’oculo.

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di Marianna Carotenuto
La Camera degli Sposi, chiamata anticamente Camera picta (“camera dipinta”), è una stanza collocata nel torrione nord-est del Castello di San Giorgio di Mantova. È celebre per il ciclo di affreschi di Andrea Mantegna (pittore di corte), che ricopre le sue pareti, realizzato tra il 1465 e il 1474. Il pittore studiò una decorazione che fosse presente su tutte le pareti e sulle volte del soffitto, creando l’illusione di forare le pareti con la pittura, come se lo spazio fosse dilatato ben oltre i limiti fisici della stanza. Il tema generale è una celebrazione dell’intera famiglia Gonzaga, con l’occasione dell’elezione a cardinale di Francesco Gonzaga.

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La sala aveva originariamente una duplice funzione: quella di sala delle udienze e quella di camera da letto di rappresentanza, dove Ludovico si riuniva coi familiari. Ci sono varie interpretazioni circa la commissione dell’opera. L’interpretazione tradizionale vede gli affreschi come collegati all’elezione a cardinale del figlio del marchese Ludovico, Francesco Gonzaga, avvenuta il primo gennaio 1462. Quindi, la scena della Corte rappresenterebbe il marchese che ne riceve la notizia e quella dell’Incontro mostrerebbe Ludovico Gonzaga in vesti ufficiali al cospetto del figlio Francesco appena nominato cardinale. La figura matura di Francesco, tuttavia, non è coerente con la sua età nel 1461, di circa 17 anni, testimoniata invece da un suo presunto ritratto conservato oggi a Napoli. Si è pensato quindi che gli affreschi celebrino la venuta di Sua Eminenza a Mantova nell’agosto 1472, quando si apprestò a ricevere il titolo di Sant’Andrea.

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Nella stanza pressoché cubica, Mantegna studiò una decorazione che investiva tutte le pareti e le volte del soffitto, adeguandosi ai limiti architettonici dell’ambiente, ma al tempo stesso buttando giù le pareti con l’illusione della pittura, come se ci si trovasse al centro di un padiglione aperto verso l’esterno.

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La volta affrescata presenta centralmente un oculo, aperto verso il cielo, che doveva ricordare il celebre oculo del Pantheon. Al suo interno, si vede una balaustra dalla quale si sporgono una dama di corte, accompagnata dalla serva di colore, un gruppo di domestiche, una dozzina di putti, un pavone (riferimento agli animali esotici presenti a corte, piuttosto che simbolo cristologico) e un vaso, sullo sfondo di un cielo azzurro. Per rafforzare l’impressione dell’oculo aperto, Mantegna dipinse alcuni putti in bilico aggrappati al lato interno della cornice; uno è anche raffigurato mentre è intento a orinare. La varietà delle pose è estremamente ricca, improntata a una totale libertà di movimento dei corpi nello spazio: alcuni putti infilano il capo negli anelli della balaustra, oppure sono visibili solo da una manina che spunta.  Ci sono anche delle fanciulle colte in atteggiamenti diversi (una addirittura ha in mano un pettine) e le loro espressioni giocose sembrano suggerire la preparazione di uno scherzo. Il pesante vaso di agrumi è infatti appoggiato a un bastone e le ragazze attorno sembrano in procinto di farlo cadere.  Nella nuvola vicino al vaso si trova nascosto un profilo umano, probabile autoritratto dell’artista abilmente mascherato.

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L’oculo è racchiuso da una ghirlanda circolare, a sua volta compresa in un quadrato di finti costoloni. Attorno al quadrato sono disposte otto losanghe con sfondo dorato, ciascuna contenente una ghirlanda circolare che racchiude un ritratto di uno dei primi otto imperatori romani, sorretto da un putto e circondato da nastri. I cesari sono ritratti in senso antiorario con il nome dentro il medaglione. Attorno alle losanghe sono collocate dodici pennacchi decorati con finti bassorilievi, di ispirazione mitologica, che celebrano simbolicamente le virtù del marchese, quali il coraggio (mito di Orfeo), l’intelligenza (mito di Arione di Metimna), la forza (mito delle dodici fatiche di Ercole).

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La Camera degli Sposi è un chiaro esempio della tendenza, da parte degli artisti del tardo Quattrocento, a realizzare effetti di illusionismo pittorico. Per ampliare percettivamente il piccolo ambiente, Mantegna dipinge architetture che simulano perfettamente l’ambiente reale, attraverso una raffinata finzione scenica.


Immagini tratte da:
www.conservart.info
www.thais.it
www.stewardmantova.it
www.italianways.com
 

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