di Antonio Monticolo Pochi giorni fa è stata effettuata una scoperta importantissima nelle acque del Mar Nero a pochi chilometri dalla costa bulgara. Un’equipe di archeologi anglo-bulgari, cooperando all’interno del “Black Sea Maritime Archeology Project” (Map), coordinati dal professore John Adams, hanno rinvenuto un relitto greco risalente a circa 2400 anni fa. Si tratta di una nave da commercio lunga più di venti metri, naufragata, molto probabilmente, mentre stava trasportando merci da o verso le colonie greche fondate sulla costa del Mar Nero secoli prima. É una scoperta sensazionale perché il relitto, adagiato sul fondo a duemila metri di profondità, è stato trovato intatto, questo perché l’acqua del Mar Nero essendo priva di ossigeno ha impedito ai batteri di proliferare e attaccare il legno dell’imbarcazione. Gli elementi della nave rimasti intatti sono l’albero maestro, i timoni, le panche per i rematori e anche parte del carico della stiva formato molto probabilmente da anfore e vasi, ma per la loro analisi ci vorrà un’ulteriore spedizione. Gli archeologi si sono serviti di due robot sottomarini (Rov: Remote operated vehicle) per scandagliare il fondo del mare; hanno ricostruito un’immagine tridimensionale della nave tramite la fotogrammetria (metodologia che permette di creare modelli tridimensionali partendo da fotografie digitali) e infine hanno prelevato un campione per eseguire la datazione al carbonio 14 che si effettua sui resti organici proprio come il legno. Gli archeologi sono ancora indecisi se portare o meno il relitto in superficie. L’ipotesi più probabile è che venga lasciato sul fondo perché il recupero potrebbe danneggiarlo. Sicuramente nei prossimi mesi si saprà qualcosa di più sull’imbarcazione e su ciò che trasportava. Immagini tratte da:
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Gennaio 2022
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