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8/8/2017

Marc Chagall: l’arte della gioia di vivere

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di Ilaria Ceragioli
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Malgrado il clima di forte tensione e d’incertezza globale, alimentato dall’insorgere della Prima Guerra Mondiale, vi fu un pittore che nelle sue tele espresse con determinazione e senza esitazioni la gioia di vivere, si tratta del celeberrimo Marc Chagall.
Marc Chagall nacque nel 1887 da una famiglia ebraica risiedente in Bielorussia (allora appartenente all’Impero Russo) e la sua esistenza percorse un arco temporale piuttosto lungo tanto da assistere in prima persona ai due conflitti mondiali più terribili della storia dell’umanità. Mai come in questo periodo l’arte diventò un mezzo capace di manifestare la precarietà della vita e di immortalare sulla tela i sentimenti di profonda malinconia e frustrazione derivanti da tali avvenimenti. L’arte divenne un rifugio, nonchè uno strumento di denuncia e di ribellione nei confronti di una realtà sanguinosa e straziante.
Tuttavia, in questo contesto storico e artistico Chagall si configura come un artista “controcorrente”: al contrario di molti suoi contemporanei, infatti, Chagall non smise di rappresentare la meraviglia e la bellezza della vita.
Marc Chagall ben presto abbandonò la sua terra natìa per recarsi a Parigi dove ebbe modo di familiarizzare con molteplici pittori, tra i quali Modigliani e Soutine.
Chagall non appartenne ad una corrente ben precisa; il Cubismo lo appassionò soltanto, negò l’appartenenza al Surrealismo e non fu un pittore “espressionista” perché la sua pittura non aveva come unico protagonista il colore. Ad ogni modo, nelle sue opere figure spesso capovolte e tonalità blu e rosse sembrano prendere vita.
Creatività e spontaneità divengono le colonne portanti della sua attività pittorica, tanto da renderla unica nel suo genere ed estremamente piacevole. Un chiaro esempio è l’“Autoritratto con sette dita” (1911-1912), oggi custodito al Stedelijk Museum di Amsterdam.
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Si tratta di un olio su tela in cui l’artista si ritrae nell’atto di dipingere. Tuttavia, l’artista non sta dipingendo la Tour Eiffel visibile dalla finestra posta alle sue spalle, bensì ciò che lui stesso vede con gli occhi dell’immaginazione. Le sette dita con cui si raffigura, invece, non sono altro che un’ulteriore manifestazione e conferma della sua abilità fantasiosa.
Numerosi e pieni d’amore, invece, sono i quadri in cui il pittore celebra quel forte sentimento che lo univa a Belle, la sua amatissima moglie.

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Opere come “La passeggiata” (1917-1918), conservata al Museo Russo di San Pietroburgo e “Il compleanno” (1915), custodito al Museum of Modern Art di New York sono solo due esempi.

Ancora al Musum of Modern Art di New York è conservata “Io e il mio villaggio” (1911), un’opera chiaramente legata alla sua terra natìa, la Russia.

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Lui stesso scriverà “Nel mio quadro Io e il mio Paese, ho dipinto una piccola mucca ed una lattaia nella testa di una grande mucca perché avevo bisogno proprio di quel tipo di forma in quel punto della composizione. Ho utilizzato mucche, lattaie, galli e l'architettura tipica della provincia russa come fonte d'ispirazione formale perché questi elementi appartengono al mio paese d'origine; ed essi probabilmente hanno lasciato nella mia memoria visiva un'impressione più profonda di tutte le impressioni che ho ricevuto successivamente.” Il suo legame con il paese d’origine, dunque, fu fondamentale per la sua attività pittorica.
Marc Chagall impostò così la sua vita come una sorta di favola. Una fiaba che condivise con Belle e che assunse piena concretezza nella sua produzione artistica. Si ha così una pittura lontana dal dolore e dall’angoscia e capace di trasmettere quel senso di serenità d’animo che cominciava a vacillare in tutto il globo.
 

Immagini tratte da:
- biografieonline.it
- Wikipedia, pubblico dominio, voce: Autorittatto con sette dita
- catarticadiottaviaboscolo.wordpress.com
- Wikipedia, pubblico dominio, voce: La passeggiata
- Artslife.com
- Wikipedia, pubblico dominio, voce: Io e il mio paese

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