La storia di oggi inizia nel 72 d.C., nella Giudea Romana. Il clima politico in queste zone è tutt’altro che sereno: appena due anni prima il figlio dell’imperatore Vespasiano, Tito, ha portato a termine la conquista della città di Gerusalemme dopo la grande ribellione giudaica iniziata nel 66 in seguito alla politica del governatore Gessio Floro. Rimane però ancora un ultimo baluardo di resistenza ed i Romani sono decisi a metter fine una volta per tutte alla rivolta dando un chiaro segno della loro potenza.
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Masada, a circa 100 km a sud-est di Gerusalemme, si erge su un altopiano a 400 metri sul livello del mare. La cittadella fu fortificata per volere di Erode il Grande che la rese una roccaforte pressoché inespugnabile: circondata da ripide pareti di roccia era accessibile solo da due strade: una ad ovest, più semplice da percorrere, e la “Via del Serpente” ad est, un cammino tortuoso e tanto stretto che “chi lo percorre deve piantare saldamente or l’uno or l’altro piede per l’evidente pericolo di morte”.
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La città è cinta da una muraglia alta cinque metri e larga quattro provvista di torri alte venti metri. Le abitazioni sono addossate alle mura per lasciare la parte centrale, molto fertile, adibita a coltura. Oltre a ciò la cittadella dispone di magazzini per lo stoccaggio di cibo e diverse cisterne sotterranee per la raccolta e la conservazione dell’acqua piovana caduta durante l’inverno. Giuseppe Flavio, l’“inviato” che ci racconta gli eventi del periodo, ricorda che la città, al momento dell’arrivo dei Romani aveva riserve di grano, olio, datteri e legumi, oltre ad armi sufficienti per diecimila uomini, bronzo, piombo e ferro da lavorare. I circa mille Zeloti che risiedono nella città si sentono al sicuro e dalla loro postazione controllano la regione circostante.
Il nuovo governatore della regione, Lucius Flavius Silva, giunge alla base dell’altopiano nell’autunno del 72 d.C. alla testa della legio X Fretensis e sei coorti di ausiliari, per un totale di oltre tredicimila uomini. Memore del lungo assedio contro Gerusalemme, Silva fa circondare l’intero altopiano con un lungo muro di pietre, in modo tale che nessuno possa uscire o portare aiuto alla città. Nel frattempo ordina la costruzione di otto campi militari, dei quali sono ancora oggi ben visibili i muri di cinta e alcune strutture interne in pietra. L’assedio è iniziato, ma la città di Masada, come detto, dispone di grandi riserve di cibo ed acqua e prendere gli assediati per stremo risulta un’impresa che richiede troppo tempo. Silva deve trovare il modo per espugnare la rocca: gli Zeloti hanno bloccato il passaggio occidentale e la Via del serpente è ben difesa da una imponente torre. Da un’altura, che Giuseppe Flavio chiama “la Bianca”, il dislivello per giungere alla sommità dell’altopiano è minore, “solo” 137 metri. È proprio qui che il generale romano ordina la costruzione di un’imponente rampa in terra e con impalcatura interna in legno, alta circa 90 metri. Su questa, poiché non appare sufficientemente resistente per sorreggere il peso di una torre d’assedio, viene realizzata, sotto il continuo tiro nemico degli assediati, una piattaforma di blocchi di pietra alta 29 metri.
Siamo alla fase finale dell’assedio: per i Romani è ora necessario innalzare la torre, dotarla di balliste e catapulte per allontanare i difensori dalle mura e avvicinarla alle fortificazioni di Masada. Gli abitanti della città non sono certo stati ad aspettare ed hanno rinforzato le mura con una struttura in terra e legno. Ad aprile del 73, la torre, alta 27 metri, viene portata sotto le fortificazioni e a niente valgono le frecce infuocate degli Zeloti: il gigante di legno è protetto da una spessa corazza di ferro. Gli uomini al suo interno azionano il pesante ariete ed il primo colpo viene sferrato. Il rinforzo realizzato funziona: demolito lo strato esterno di pietra, la terra assorbe ogni colpo e si compatta. Ma bastano alcune torce per vanificare il lavoro dei difensori facendo crollare la struttura. ![]()
A sera viene aperta una breccia nelle mura. I Romani si ritirano nei campi per espugnare l’indomani la cittadella; all’alba irrompono nella città ma rimangono esterrefatti non trovando nessun nemico. Un inquietante silenzio riempie l’aria. Ad un certo punto due donne e cinque bambini escono alla scoperto: si sono nascosti nei condotti delle cisterne sotterranee e raccontano quanto successo durante la notte. Gli Zeloti, ormai certi dell’esito della battaglia, decidono di commettere un atto estremo. Pur di non finire in schiavitù procedono ad un suicidio di massa: tramite frammenti di ceramica vengono estratti a sorte dieci uomini incaricati di porre fine alla vita di tutti gli uomini rimasti, dopo che questi hanno ucciso i loro cari.
Anche l’ultimo focolaio della rivolta è stato estinto. Così è caduta Masada.
Immagini tratte da:
Visione laterale con Via del Serpente, da Wikipedia Inglese, By http://www.flickr.com/people/69061470@N05 - http://www.flickr.com/photos/government_press_office/7307407062/, CC BY-SA 3.0, voce “Masada” Carta geografica, da google.maps Masada , da Wikipedia Italia, Di Andrew Shiva / Wikipedia, CC BY-SA 4.0, voce “Masada” Campo legionario principale, da Wikipedia Italia, Di Original uploader was DE.MOLAI at it.wikipedia - Originally from it.wikipedia; description page is/was here., Pubblico dominio, voce “Masada” Carta di Masada, da google.maps (modificata dall’autore) Visione laterale con rampa, da Wikipedia Italia, Di Andrew Shiva / Wikipedia, CC BY-SA 4.0, voce “Assedio di Masada” Visione laterale con rampa e campi legionari, da Wikipedia Italia, Di Original uploader was אסף.צ at he.wikipedia - Originally from he.wikipedia., Pubblico dominio, voce “Masada” Torre d'assedio, da pinterest
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