di Olga Caetani La Fondazione Culturale Hermann Geiger di Cecina (LI), fino al 24 febbraio, diventa raffinata sede della mostra “Paris sans fin. Litografie originali di Alberto Giacometti”, dalla collezione di Carlos Gross, offrendo la possibilità al pubblico italiano di conoscere la massima opera grafica dell’artista svizzero, meglio conosciuto per le sue celebri sculture scarnificate e filiformi, prima che l’esposizione passi all’Austria e agli Stati Uniti. Scultore, prima di tutto, ma anche pittore e grafico, fra gli artisti di spicco del Novecento, Giacometti (1901-66) nasce in Val Bregaglia, nella Svizzera italiana, ma è a Parigi che trascorre gli anni più importanti e più densi della sua vita di uomo e artista, venendo a stretto contatto con i maggiori interpreti dell’arte del tempo, come Derain, Brancusi, Picasso e i cubisti, i surrealisti, studiando il primitivismo e l’astrattismo, e stringendo rapporti d’amicizia con personalità del calibro di Jean-Paul Sartre e Samuel Beckett. Estenuanti sono le sue ricerche plastiche sul movimento e sulla visione, che affondano le proprie radici nella tradizione classica, ma anche moderna, guardando, in particolare, a Rodin, nonché all’arte etrusca, greca ed egizia. Nonostante il successo ottenuto in vita, Giacometti mantiene fino alla morte un basso profilo e uno stile di vita modesto e sregolato, che, tra l’umile atelier al numero 46 di Rue Hippolyte-Maidron, a due passi da Montparnasse, le circa ottanta sigarette al giorno e i frugali pasti consumati nei bistrot, non fa altro che peggiorare il suo precario stato di salute. Nel 1958, l’editore e amico Tériade gli commissiona un monumentale album di litografie, dal titolo Paris sans fin. Si tratta della più significativa raccolta di espressioni grafiche di Giacometti e, allo stesso tempo, del suo testamento artistico. Pochi anni dopo, infatti, subisce l’asportazione di un cancro e di gran parte dello stomaco. Muore nel ’66, lasciando incompiuto il testo che doveva accompagnare le immagini di Paris sans fin, che sarà pubblicato postumo. Il curatore della mostra, Klaus Littmann, letteralmente “ha tirato fuori dalla loro cartella i 150 fogli e li ha messi in scena in maniera molto efficace”, ideando un allestimento elegante ed essenziale, capace di mettere in risalto, quasi per contrasto, il tratto ingarbugliato e inconfondibile delle litografie giacomettiane. La tecnica della litografia, messa a punto negli anni venti dell’Ottocento, è, nell’ambito dell’incisione e della stampa, quanto di più vicino vi sia al disegno. Sfruttando il carattere idrorepellente dell’inchiostro grasso della matita litografica, utilizzata liberamente su una superficie di pietra porosa, si bagna con acqua la pietra, quindi si inchiostra con un rullo, in modo che l’inchiostro aderisca alla parte disegnata, mentre viene respinto da quella bagnata: la matrice è quindi pronta per la tiratura di un gran numero di copie. Dalle litografie di Paris sans fin traspare tutta la magia della “città delle città”. La linea di Giacometti è dinamica e fluida, continua e senza fine appunto, sfuggente e inafferrabile, capace di rappresentare al meglio i boulevard, i caffè e le vedute di Parigi, brulicanti dei suoi personaggi. Giacometti concepì queste immagini come fotogrammi di una pellicola cinematografica, cogliendole e fissandole mentre sfrecciava per le strade parigine a bordo della MG cabrio rossa fiammante, appena regalata alla sua giovanissima e scandalosa amante, Caroline, e “montandole” poi nel suo libro secondo una sequenza straordinariamente narrativa. Perfettamente riconoscibili sono gli scorci e i luoghi della città, ma anche i volti e i corpi degli amici, delle amanti, delle prostitute frequentate assiduamente dall’artista. Un intimo e umano ritratto di Giacometti negli ultimi anni viene restituito dalle suggestive fotografie dell’amico Ernst Scheidegger (1923-2016), a corredare le opere in mostra. La mostra è aperta tutti i giorni, dalle 16 alle 20, fino al 24 febbraio 2019 – ingresso libero e copia del catalogo in omaggio. Per ulteriori informazioni: www.fondazionegeiger.org Se sei giunto fin qua: al termine dei prossimi articoli di arte e archeologia inseriremo una parola non legata all'articolo. Potrete ricopiarla e inserirla nei commenti su Facebook senza spiegare il perché: una sorta di gioco mensile al termine del quale riporteremo i nomi dei "lettori più attenti" in un post a loro dedicato. La parola di oggi è: acquerello. Immagini tratte da: www.fondazionegeiger.org Potrebbe interessarti anche:
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Gennaio 2022
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