di Ilaria Ceragioli Nel Novecento la diffusione delle opere d’arte fu strettamente connessa all’attività di molti collezionisti. Colei che rivestì un ruolo a dir poco prestigioso nell’ambito del collezionismo e della storia dell’arte contemporanea fu Peggy Guggenheim. La sua vita colma di arte, di viaggi, di amicizie e di amori conclusisi tragicamente può essere paragonata ad una pellicola cinematografica. Marguerite Guggenheim, meglio nota come Peggy Guggenheim, nacque a New York nel 1898 da una nobile famiglia di antiche origini ebree. Fu la nipote del celebre Solomon R. Guggenheim, proprietario del Guggenheim Museum di New York, mentre il padre Benjamin morì quando Peggy era ancora molto giovane; fu infatti una delle vittime nell’affondamento del transatlantico più conosciuto al mondo, ossia il RMS Titanic che,come ben sappiamo, urtò un iceberg nel 1912. La personalità di Peggy Guggenheim emerse immediatamente; Peggy, infatti, era molto di più che una semplice collezionista. Era una donna carismatica ed eccentrica, destinata a lasciare un’impronta permanente nell’arte del secolo scorso. Poco più che ventenne cominciò a frequentare importanti salotti dell’epoca dove conobbe molti intellettuali, come le scrittrici Natalie Barney e Djuna Barnes e artisti, tra cui Laurence Vail, un pittore appartenente al movimento dadaista che presto divenne suo marito. Peggy Guggenheim si inserì così nell’affascinante mondo delle avanguardie artistiche conoscendo anche Man Ray (per il quale posò) e Marcel Duchamp, che le insegnò la differenza tra l’arte astratta e l’arte surrealista. Al 1928 risale il divorzio con Vail. In seguito Peggy Guggenheim cominciò a viaggiare per l’Europa, in particolare a Parigi e a Londra, dove si innamorò perdutamente di John Holms, uno scrittore inglese dedito all’alcolismo che, tuttavia, la lasciò prematuramente qualche anno dopo, a causa di un malore. A Londra conobbe anche il poeta francese Jean Cocteau assieme al quale fondò la sua prima galleria, la Guggenheim Jeune che in seguito venne trasformata in un vero e proprio museo. Qui, esposero le proprie opere artisti d’avanguardia ancora sconosciuti come Vasilij Kandiskji e Yves Tungay e artisti ormai affermati come Henry Moore, Jean Arp, Max Ernst e Pablo Picasso. Nel 1939 lo scoppio del secondo grande conflitto mondiale non le impedì di continuare la sua attività di collezionista e acquistò una consistente quantità di opere d’arte di Salvador Dalì, Piet Mondrian e Georges Braque. Nel 1942 inaugurò nella sua città natale un’altra galleria, la Art of this Century, all’interno della quale spiccò il nome di Jackson Pollock. Fu grazie all’eccellente lavoro di Peggy Guggenheim e al breve matrimonio con Max Ernst, che Pollock e molti altri artisti americani entrarono così in contatto con l’arte surrealista proveniente dal continente europeo. Dal 1948 Peggy Guggenheim si trasferì definitivamente nel Palazzo Venier dei Leoni a Venezia, un palazzo settecentesco che la affascinava per la sua storia; Gabriele D’Annunzio, infatti, lo donò alla sua amante, la marchesa Luisa Casati collezionista e mecenate. Prima della sua morte avvenuta nel 1979 Peggy Guggenheim lasciò in questa dimora una preziosa collezione comprendente varie opere d’arte contemporanea. Non bisogna assolutamente dimenticare che il valore di questo gioiello sulla laguna veneziana è acuito dal fatto che si tratta di uno dei soli otto musei Guggenheim esistenti al mondo. Il palazzo, inoltre, ospita la tomba di Peggy Guggenheim, adiacente a quelli dei suoi 14 cani. Dunque, Peggy Guggenheim fu una collezionista atipica; non acquistava quadri o sculture per investimento, bensì se ne impossessava al fine di dare vita a un grande museo contenente i capolavori delle avanguardie artistiche del suo tempo.
Immagini tratte da: www.italian-directory.it www.bricioleneletto.blogspot.com www.trendstoday.it www.guggenheim-venice.it www.guggenheim-venice.it www.guggenheim-venice.it www.guggenheim-venice.it www.guggenheim-venice.it www.torrestravel.it www.atlasobscura.com
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Gennaio 2022
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