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Il Marte di Todi è una statua etrusca risalente alla fine del V secolo a.C. e conservato, oggi, ai Musei Vaticani. Si tratta di un’opera in bronzo fuso ritrovata nei pressi della città umbra di Todi. È stato definito come Marte, ma c’è anche un’altra ipotesi: potrebbe rappresentare un generale in partenza per la guerra.
La statua poggia sulla gamba destra tesa, mentre la gamba sinistra è portata in avanti e piegata. Il busto presenta un sinuoso movimento a “S” ed è coperto da una lorica. Con la mano sinistra doveva tenere una lancia e nella mano destra una patera con la quale stava compiendo una libagione. Gli occhi sono lavorati in argento e sul capo doveva tenere un elmo. La statua reca anche una dedica: Ahal Truttis dunum dede (Ahal Truttis ha offerto in dono). Lo stile ricorda molto da vicino quello delle statue greche e tali schemi iconografici venivano recepiti in ambito etrusco soprattutto dalla città di Volsinii, l’odierna Orvieto. Mettendo insieme questi elementi si pensa che la statua sia stata realizzata a Volsinii e poi donata da questo Ahal Truttis a un santuario presso l’odierna città di Todi. ![]()
Da Montescudaio (PI) proviene invece un cinerario a impasto datato alla prima metà del VII sec.a.C e oggi conservato al Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Si tratta di un’urna etrusca decorata con figure realizzate plasticamente. Sul coperchio dell’ossuario è presente una scena di banchetto a cui prendono parte due figure: una donna, forse una serva, in piedi accanto a un grande cratere, simile a quelli greci e una figura seduta alla trapeza (tavola) sulla quale sono posti diversi cibi. Si tratta di un banchetto funebre in onore del defunto che è rappresentato seduto sull’ansa. Quest’ultimo ha la testa leggermente alzata e lo sguardo rivolto in avanti.
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Gennaio 2022
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