Leggere un libro significa prima di tutto liberare pienamente la propria fantasia. Le lettere formano le parole e le parole generano immagini, che nella nostra mente si uniscono e danno vita alle storie. E se un libro avesse anche una “plasticità”, trasformando così la letteratura in un’opera d’arte figurativa a tre dimensioni? Quando eravamo bambini, tutti noi abbiamo sfogliato infinite volte un libro pop-up, che, più degli altri libri di favole e racconti incantati, era in grado di sprigionare tutta la magia insita nella lettura stessa.
Attraverso una selezione dalla prestigiosa e ricchissima – contando circa tremila titoli – collezione di Massimo Missiroli, la Fondazione Culturale Hermann Geiger, con sede a Cecina (LI), ci conduce fra le pagine animate di una storia lunga ormai un secolo e mezzo, raccontandoci l’origine e la raffinata tecnica di realizzazione dei primi libri tridimensionali, giungendo quindi ai moderni pop-up, che hanno a poco a poco coinvolto anche il mondo degli adulti, con forme e strutture dal design sempre più artistico e “ingegneristico”. Paper engineers, o cartotecnici, è infatti il termine con il quale fin da subito l’editoria ha indicato gli autori di libri animati, veri e propri artisti della carta. La mostra, perla rara al centro della cittadina turistica sulle coste tirreniche, occupa i due piani del palazzo al numero 32 di Piazza Guerrazzi. Il criterio espositivo, scelto dalla curatrice Giulia Santi, fa compiere allo spettatore un salto indietro nel tempo di qualche anno, o di qualche decennio, nella propria infanzia. La visita – con ingresso sempre gratuito – ha inizio osservando libri pop-up dall’aspetto e dai soggetti familiari, perché di più recente esecuzione: si tratta di edizioni contemporanee, risalenti al massimo agli anni ’80 del secolo scorso. Il corpo umano, la fotografia, i più celebri film hollywoodiani, la saga di Star Wars sono soltanto alcune delle tematiche che nei libri esposti assumono un rilievo e sembrano prendere vita. Vi sono quindi i pop-up d’autore, come i capolavori dell’artista cecoslovacco Vojtěch Kubašta (1914-1992) che, a causa della Guerra Fredda, raggiunsero l’Ovest europeo soltanto grazie a un accordo con la casa editrice londinese Bancroft, passando per l’Andy Warhol’s Index (Book) del 1967, fino alle colorate e complesse figure geometriche di David Carter le quali, per alcuni aspetti, ricordano il mondo dell’astrattismo e i Mobiles dello scultore americano Alexander Calder (1898-1976), oppure alle monocrome ed eleganti sculture di carta di David Pelham, i cui disegni sono stati esposti, fra gli altri musei, al MOMA di New York, negli anni 2000.
Un pannello della mostra è poi dedicato al processo di realizzazione di un libro pop-up, che vede la collaborazione di numerose figure professionali, illustrato passo dopo passo da Missiroli, lui stesso cartotecnico per passione. Salendo infine al primo piano, l’esposizione assume una dimensione storica, ripercorrendo, attraverso le tipologie e gli esemplari più significativi, i momenti salienti dell’evoluzione che ha portato alla nascita del libro pop-up, da collocarsi nel 1932, quando cioè il termine “pop-up” stesso divenne un marchio registrato e tutelato da copyright, e prima che indicasse semplicemente una categoria. Dagli scenic book di fine Ottocento, alla realistica tecnica del floating layers, dal felice connubio con gli studi Disney ai “libri-teatro”, i pop-up non finiscono di stupire grandi e piccoli, e, da generazioni, continuano a educare divertendo, non senza un pizzico di magia.
La mostra è aperta tutti i giorni, dalle 16 alle 20, fino al 18 febbraio 2018 – ingresso libero e copia del catalogo in omaggio.
Per ulteriori informazioni: www.fondazionegeiger.org/it/la-fondazione/contatti.html Foto tratte da: Immagini 1-2: www.fondazionegeiger.org immagine 3: www.creatiefboekbinden.be immagine 4: www.edsykesblog.blogspot.it Immagini 5-6: www.fondazionegeiger.org Potrebbe interessarti anche:
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Gennaio 2022
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