Entrai, attratto dal vociare e, soprattutto, dall'aroma invitante di cibo. Avvicinatomi al bancone ordinai qualcosa da mangiare: un pasto frugale, come sempre, a base di farro e olive, il tutto accompagnato da un buon bicchiere di vino. Mi girai per cercare un posto a sedere e subito la mia attenzione fu rapita da un semplice gruppo di persone, sedute attorno ad un tavolo nella penombra: uomini e donne di varia età che chiacchieravano amabilmente tra loro, quasi “stridenti” se confrontati con il resto della clientela.
“Scusi, mi sa dire chi sono?” chiesi all’oste facendo cenno con il volto nella loro direzione. Come risposta ricevetti un sordo grugnito, prova evidente che la mia curiosità non era condivisa dall'uomo. Decisi di trovare da solo risposta ai miei dubbi e mi diressi verso il tavolo: “Ho visto che c’è un posto libero, posso?” indicando la sedia. Una volta seduto comincia ad ascoltare ciò che dicevano: stavano parlando di una popolazione scomparsa diversi secoli prima, delle loro usanze, persino dei cibi che mangiavano. Penso che si accorsero del mio interesse dal momento che si rivolsero a me: “Chiacchieriamo di Archeologia, del Passato, quello con la P maiuscola, sai? Il vecchio Lucio ne sa veramente tante: antiche civiltà, curiosità su popoli e imperi, aneddoti e tanto altro. Ti assicuro che ogni volta c’è qualcosa di nuovo da imparare. Se vuoi, puoi partecipare anche tu!” Farfugliai qualcosa, colto alla sprovvista dalla loro offerta. “Parliamo anche di Arte, degli artisti più noti e di quelli emergenti; discutiamo delle opere viste recentemente e di quali aspetti queste mettono in evidenza. Ogni martedì ci ritroviamo in questa taverna, ci sediamo a questo tavolo, chiacchieriamo e passiamo un po’ il tempo assieme. Non ci facciamo mancare niente!” Da allora, quella taverna scoperta quasi per caso è diventata una tappa fissa della mia settimana. Andrea Samueli
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Gennaio 2022
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