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25/9/2019

Se bella vuoi apparire...

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di Andrea Samueli
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Il noto adagio “Se bella vuoi apparire…” è ben conosciuto. Ma come si truccavano le donne nel mondo antico?
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La lotta contro i peli era pratica comune per Egizie, Greche e Romane (giusto per citarne alcune). Il poeta Ovidio ricorda “…non siano le gambe irte di duri peli…”:  esistevano infatti apposite creme depilatorie a base di cera d'api, o contenenti miele e olio o ancora resine e sostanze caustiche unite ad olio. Sappiano di un particolare metodo, praticato anche da Cesare, per eliminare i peli dalle gambe: frizionare sulla pelle gusci di noce arroventati. Originale!

Il volto poi richiedeva grande cura e le matrone romane dedicavano molto tempo al trucco: il latte di asina era considerato un ottimo emolliente, nonché un antirughe, mentre pigmenti a base vegetale o minerale costituivano la base per i cosmetici.

Il fondotinta, non proprio salutare, era ottenuto mescolando biacca, polvere tossica derivata dal piombo e nota per la sua proprietà coprente, con miele: in tal modo si otteneva una carnagione chiara molto apprezzata nel mondo antico. Il fard era invece ottenuto con ematite (rossa) o altri pigmenti terrosi.

Tralasciando le acconciature (ne parleremo in un prossimo articolo), parte fondamentale era riservata al trucco degli occhi: l’eye-liner aveva diverse origini, passando dal nero di seppia al nerofumo (polvere di carbone), alle formiche abbrustolite e unite a grasso animale o vegetale. L’ombretto variava la sua composizione in base al colore scelto: con la cenere impastata con l’acqua si otteneva una tonalità scura, mentre con le polveri di malachite e azzurrite rispettivamente un verde o un azzurro. Anche le sopracciglia erano truccate, allungate con un bastoncino intinto nel carbone.

Nel mondo egizio uomini e donne facevano largo impiego di una polvere a base di antimonio (stibio) unito a grasso animale per allungare il contorno occhi e mettere in risalto le palpebre.

Lo stibio, così come il carbone, erano poi impiegati anche per un vezzo molto apprezzato nel mondo romano: disegnare nei finti sul volto.  

Ultima, ma non per importanza, la cura delle labbra: i rossetti, spesso di un rosso molto acceso, erano ottenuti dall’ematite o dai ben più tossici minio e cinabro (minerali legati al piombo e al mercurio). Senza dubbio, un bacio difficile da dimenticare!

Foto
Immagini tratte da: 
Ritratto1, da Wikicommons, ​File:Fayum StrasbourgMBA.JPG, By Edelseider - Own work, CC BY-SA 3.0
Ritratto2, da Wikipedia Francese, voce "​Portraits du Fayoum", Par {{creator: }} — Scanned and edited by Eloquence, Domaine public

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