Stonehenge, questo sconosciuto! È proprio il caso di dirlo considerando quanto poco sappiamo di questo incredibile monumento.
Il sito, di epoca neolitica, sorge sulla piana di Salisbury, nella contea dello Wiltshire. È composto da una serie di grandi megaliti disposti in circolo e proprio la presenza di questi grandi architravi che appaiono, vista la loro enorme mole, quasi sospesi sulle pietre sottostanti ha dato origine al nome attuale: “stone”, pietra e “henge” (da hang), sospendere.
La costruzione del complesso conobbe quattro differenti fasi edilizie, a partire dal 3100 a.C. con la realizzazione dei terrapieni esterni per arrivare sino al 1600 a.C. con l’ultima fase e la serie di fori denominati Y e Z che circondano i megaliti. Il motivo della disposizione delle pietre e la funzione stessa del monumento non è certa: alcuni studiosi ritengono, considerando l’elevato numero di tombe nella zona circostante, che possa aver avuto un utilizzo sacrale legata ad una valenza curativa; per altri potrebbe invece essere stato creato come osservatorio astronomico per la previsione di eventi celesti.
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La costruzione del sito deve aver richiesto notevoli capacità. Una volta scavato un foro abbastanza profondo, il posizionamento delle pietre verticali avveniva tramite l’ausilio di funi e leve mentre, per gli architravi, gli studiosi hanno ipotizzato due sistemi: uno basato sull’impiego di rampe in terra sulle quali trainare le grandi pietre ed un secondo che prevede la costruzione di strutture in legno con le quali innalzare progressivamente le pietre in oggetto.
Gli archeologi hanno individuato quelle che dovevano essere le cave di estrazione delle pietre che compongono il complesso: i megaliti di dimensioni maggiori, dal peso di oltre 20 tonnellate, furono estratti da cave situate a circa 30 km di distanza, mentre dalla regione del Galles, ben oltre i 250 km di distanza, furono reperite le pietre più piccole.
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Il problema che si sono posti gli studiosi ovviamente è come abbiano fatto in epoche tanto remote a trasportare carichi di dimensioni tali e le teorie formulate sono, ancora una volta, molteplici. Le prime prevedevano l’utilizzo di una serie di tronchi disposti sotto le pietre, spostati regolarmente per permettere il movimento delle stesse trainate da uomini o animali. Il sistema delle slitte è stato testato dall’ingegnere Mark Whitby il quale, nel 1997, ha spostato un masso dal peso di quaranta tonnellate.
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Andrew Young ritiene invece che gli uomini impegnati nel trasporto si siano avvalsi di rotaie in legno appositamente scanalate per il posizionamento di sfere in pietra o legno sulle quali disporre i carichi. Il test da lui effettuato gli ha permesso di muovere un peso di 100 kg semplicemente con la spinta di un dito: secondo i suoi calcoli con sole sette persone si sarebbe potuto spostare un masso di oltre quattro tonnellate percorrendo circa 32 km al giorno.
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Una terza teoria è infine quella formulata da Gary Lavin: secondo lo studioso la soluzione risiederebbe nella realizzazione di involucri di vimini con i quali far rotolare i massi, involucri che, con l’aggiunta di ulteriore legname tra il telaio e la pietra, risulterebbero anche galleggianti, semplificando molto il trasporto dei massi stessi.
Immagini tratte da:
Stonehnege dall’alto, da history.com Stonehenge fronte, da Wikipedia Italia, Di Diego Delso, CC BY-SA 4.0, voce “Stonehenge” Pianta, da Wikipedia Italia, CC BY-SA 3.0, voce “Stonehenge” Tecnica di costruzione, da digilander.libero.it Sistema con slitte, da telegraph.co.uk Sistema con sfere, da news.nationalgeographic.com Sistema con vimini, da www.bbc.com
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Gennaio 2022
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