di Andrea Samueli Pronti per un nuovo tuffo nel passato? Siamo nel 146 d.C., sotto l'imperatore Antonino Pio. Oggi assisteremo ad uno degli eventi sportivi più amati al tempo dell'antica Roma: la corsa con i carri. È mattino presto e ci avviciniamo alla struttura dove si disputerà la corsa: nel nostro caso niente meno che il grande Circo Massimo, ai piedi del Palatino, a Roma. Ci sono già altre persone che entrano: hanno avuto la nostra stessa idea e vogliono accaparrarsi i posti migliori. La prima cosa che ci stupisce, oltre alla grande quantità di banchetti che stanno aprendo, ricchi di ogni tipo di merce e souvenir, è la mancanza di un biglietto: l'ingresso è gratuito. Appena all'interno però rimaniamo a bocca aperta dalle dimensioni del Circo: è lungo 600 metri e largo 140 metri. È stato calcolato che potesse ospitare oltre 200mila spettatori (per fare un paragone sportivo, il Camp Nou a Barcellona ne contiene poco più di 99mila). Al centro del percorso, di forma ovale, si trova un divisorio, chiamato spina, ornato con templi, statue e persino due obelischi presi direttamente dall'Egitto ![]() Prendiamo posto e proviamo a passare il tempo chiacchierando con i vicini: da sempre nella loro famiglia tifano per gli aurighi, i “piloti”, della squadra Azzurra. Ma quante squadre ci sono? In totale quattro, ognuna identificata con un colore: gli Azzurri, i Rossi , i Verdi e i Bianchi. Qui molti scommettono sui risultati della corsa, persino l'imperatore, che si gode lo spettacolo dalla sua tribuna riservata, detta pulvinar, posta al centro di uno dei lati lunghi. Si avvicina l'ora della partenza: gli aurighi portano le quadrighe, i carri trainati da quattro cavalli, alla linea di partenza, posizionata in corrispondenza di uno dei lati corti, dove vediamo una serie di sbarre abbassate. Ogni squadra può schierare fino a tre carri e la gara si considera conclusa solo dopo sette giri di pista in senso antiorario. Dal pulvinar viene fatto cadere un fazzoletto bianco (mappa), le sbarre si alzano con uno scatto e le quadrighe partono. Alla prima curva la folla esplode in un boato: uno dei carri dei Verdi si è rovesciato, spinto da un carro avversario. Un'irregolarità? No, chiudere la strada, spingere e danneggiare i carri avversari è concesso. È proprio in prossimità delle curve, rappresentate da due colonne (metae) alle estremità della spina, che avvengono gli incidenti più pericolosi, detti per l'appunto naufragia. L'auriga che abbiamo visto è stato sbalzato fuori dal carro e viene trascinato dai suoi cavalli: le redini infatti passano intorno alla vita del guidatore che, in caso di incidente, deve riuscire a tagliarle con il pugnale in dotazione. Indossa, per proteggersi, anche un corpetto in cuoio, un caschetto e delle protezioni per le gambe. Miracolosamente riesce a mettersi in salvo, stavolta ha avuto fortuna. La gara prosegue e arrivati alla fine del primo giro viene abbassato un delfino dorato (in totale sette, uno per ogni giro). Ai bordi della pista sono presenti anche dei giovani con dei contenitori ricolmi d'acqua: li rovesciano, un po' come gavettoni, in direzione delle ruote dei carri per evitare che si surriscaldino troppo. Il settimo delfino è stato abbassato, siamo ormai giunti alla fine: manca un solo giro, altri carri si sono rovesciati ed un auriga è persino morto, travolto da un avversario. La vita di questi atleti è infatti mediamente breve: pochi raggiungono la “pensione”, ma sappiamo che ci sono stati aurighi estremamente famosi che hanno messo da parte vere e proprie fortune. Qualche tifoso accanto a noi ci ha parlato di un certo Lamecus, eroe del Circo. Il suo vero nome è Gaius Appuleius Diocles e si è ritirato appena un anno fa, nel 145 d.C., dopo aver disputato oltre 4200 gare e averne vinte più di 1400. Ma che estrazione sociale hanno? La maggior parte sono schiavi, alcuni sono benestanti e, anche se molto raramente, è stato possibile vedere in pista anche personaggi estremamente noti, come l'imperatore Nerone. La vittoria stavolta è arrisa alla squadra dei Bianchi: la folla inneggia, l'auriga vincitore viene premiato con una corona d'alloro e una somma di denaro. Beh, direi che per oggi abbiamo visto abbastanza! La prossima volta invece proveremo ad assistere ai giochi gladiatori. Buon rientro! Immagini tratte da:
- modello Circo, da Wikipedia Francia, By Pascal Radigue - Own work, CC BY-SA 4.0, voce "Plan de Rome (Bigot)" - mosaico aurighi, da Wikimedia Commons, By Carole Raddato from FRANKFURT, Germany - Mosaic depicting a charioteer and horse from each of the four factions (Red, White, Blue, and Green), 3rd century AD, Palazzo Massimo all Terme, Rome, CC BY-SA 2.0 - dipinto, da Wikipedia Francia, Par Poniol — Travail personnel, CC BY-SA 3.0, voce "Circus Maximus" - disegno, da romanoimpero.com, voce "Circo Massimo"
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Gennaio 2022
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