24/4/2018 Tastin’ MuDEV: Un percorso diVino! Quando visitare un museo diventa una degustazione enologicaRead Nowdi Giovanna Leonetti Un percorso polisensoriale che unisce l’arte alle degustazioni enologiche. È quello che si propone di fare Tastin’ MuDEV, il progetto curato da Alessia Nardi e Carlotta Mazzoli, con Luca Bochicchio, Jacopo Fanciulli e Daniele Rizzo, vincitore della prima Call per creativi realizzata dal Museo Diffuso Empolese Valdelsa nel dicembre 2017. Il premio di 800 euro ha permesso la realizzazione di sei incontri, svolti in tre giorni e in due fasce orarie diverse, alle 18 e alle 21. I musei protagonisti di questa iniziativa sono stati i seguenti: il Museo Benozzo Gozzoli di Castelfiorentino, il Museo della Collegiata di Sant’Andrea di Empoli e, infine, il Museo della Ceramica di Montelupo Fiorentino. Noi abbiamo partecipato a questo ultimo incontro e così, tra un calice di vino e l’altro, siamo tornati a casa con la testa più leggera ma con la mente piena di nozioni sul vino e sull’arte del territorio. La visita è iniziata all’ingresso del museo, con l’abbinamento di un vino bianco della zona con la scultura “Segnali, la tradizione rinnovata” di Ugo la Pietra. Durante la visita Luca e Jacopo ci danno qualche informazione sulle opere e sui vini. La visita prosegue entrando nel museo e salendo al primo piano, nella sala rossa, dove vi è conservato il “Rosso di Montelupo”, una maiolica cinquecentesca caratterizzata dalle tonalità del blu, rosso e oro e da decorazioni grottesche. Il vino abbinato all’opera è il “Rosso di Montelupo”, presentato in anteprima. Infine, ci spostiamo nella sala della farmacia, con un vino rosso delle cantine di Montespertoli, molto spesso e corposo. In questo caso, il vino viene abbinato a questa sala perché in passato era considerato un rimedio per i mali più leggeri. Prima di iniziare la visita, abbiamo avuto la possibilità di rivolgere alcune domande ad Alessia e Carlotta, le curatrici del progetto. Vorrei iniziare chiedendovi di raccontarci come è nato questo progetto e questa collaborazione. Dove vi siete conosciuti? Carlotta: Io, Alessia e Luca Bochicchio ci siamo conosciuti in occasione del Museo Mix nel 2017, un progetto del museo della Ceramica di Montelupo. In questo contesto abbiamo avuto modo di conoscere il progetto Tastin’ Painting di Luca e Jacopo Fanciulli. Abbiamo partecipato alla Cena dei Creativi, un bando di food raising che si sarebbe tenuto a dicembre e così è iniziata questa avventura. Alessia: Ci è stato proposto di partecipare al bando La Cena dei Creativi. L’obiettivo era quello di realizzare un progetto che avesse come scopo la valorizzazione del territorio ma soprattutto il richiamo verso la popolazione; quindi qualcosa che avvicinasse la popolazione al territorio e anche ai suoi beni museali. Parlando con Luca abbiamo pensato di poter adattare il loro progetto, Tastin’painting, che era appena nato e non aveva ancora trovato una vera e propria forma, e quindi ci siamo presentati a questo concorso con il progetto Tastin’ MuDEV. Al gruppo nato al museo Mix si è aggiunto anche Jacopo, in veste di enologo, una parte necessaria per lo sviluppo del progetto. Raccontateci le tappe che hanno portato alla realizzazione di questi incontri. Avete contattato direttamente voi musei e aziende vinicole? A: La cena dei musei è un bando promosso dal MuDEV, il Museo Diffuso dell’Empolese Valdelsa, costituito da 21 musei e di questi ne abbiamo scelti tre. Il museo della ceramica di Montelupo perché è il luogo dove ci siamo incontrati e quindi ci sembrava giusto far sì che questa fosse una tappa importante; il museo BeGo perché, oltre a essere uno dei musei più importanti del MuDEV, in occasione di Museo Mix abbiamo conosciuto la direttrice (Serena Nocentini ndr) e quindi ci faceva piacere coinvolgerla; infine, il Museo della Collegiata di S. Andrea sia perché si trova in un punto strategico, Empoli, sia perché possiede dei pezzi artistici importanti. Quindi, i musei sono stati scelti arbitrariamente da noi, come punti di riferimento del territorio. C: Abbiamo scelto musei che comunque avessero dei pezzi artistici di un certo pregio; dei musei che in qualche modo fossero o poco valorizzati, come quello di Empoli, oppure musei, come il BeGo che in realtà è un’eccellenza. Lo stato del BeGo è all’avanguardia, fanno tanti progetti, è un museo per tutti, hanno progetti per l’Alzheimer, per bambini diversamente abili. Quindi, abbiamo scelto il più e il meno valorizzato per cercare di portare il pubblico in tutte le tipologie di musei. A: Per quanto riguarda le aziende siamo andati fisicamente in ognuna di queste presentando il progetto, chiedendo se avessero voglia di partecipare. Non c’è stata una vera e propria selezione, bensì una chiamata a chi volesse prenderne parte. Una volta trovato un certo numero di aziende che avevano voglia di collaborare, abbiamo fatto una selezione dei vini. Durante i nostri sopralluoghi abbiamo assaggiato diversi vini e abbiamo deciso quali fossero i più adatti al progetto. C: Abbiamo cercato di valorizzare vitigni italiani, vini del territorio, senza prendere innesti francesi o internazionali. Una volta decisi i musei e i vini, con quale criterio avete scelto le opere da abbinare alle degustazioni? A: Alcuni abbinamenti sono nati spontaneamente mentre assaggiavamo il vino; abbiamo fatto delle ricerche in modo parallelo, sopralluoghi nei musei e visite alle cantine. Quindi, alcuni abbinamenti si sono venuti a creare da soli, assaggiando un vino ci è venuto immediatamente in mente quella determinata opera; per altre, invece, abbiamo dovuto pensarci un po’ ma in ogni caso abbiamo trovato sempre dei collegamenti molto forti perché l’idea del progetto Tastin’ MuDEV nasce dal fatto che sia il vino che l’opera d’arte sono espressione del territorio e quindi, in qualche modo, sono collegati già di per sé. Non è necessario cercare ulteriori collegamenti, ne esiste già uno di base che è il territorio. C: Da questo punto di vista abbiamo scelto cantine che fossero prevalentemente del comune del museo. Inoltre, nella zona dell’Empolese Valdelsa si estende Montespertoli che è particolarmente famosa per il vino, quindi abbiamo scelto tre cantine di quella zona e ne abbiamo messa una per ogni museo. Quindi, a Montelupo abbiamo scelto due cantine del posto e una di Montespertoli. Per alcuni vini il collegamento con l’opera è stato automatico: per esempio, una cantina di Montelupo (il Cavallone) ha prodotto il vino “il rosso di Montelupo” quindi ci sembrava ovvio abbinarlo con l’omonima opera presente nel museo. A: L’idea è quella di creare un evento che possa avere valore non di un solo giorno, ma che sia un progetto che crei una rete tra le varie parti del territorio; in questo caso le più immediate sono il museo e l’azienda agricola, ma per esempio abbiamo cercato di coinvolgere anche la vetreria Fara. Empoli è molto famosa per il vetro e non molto lontano da qui c’è una vetreria molto famosa che lavora a livello internazionale per quanto riguarda la creazione di calici, di decanter, e tutto quello che riguarda cerimonie e vini. Siamo andati fisicamente da loro e gli abbiamo chiesto se avevano voglia di far parte di questo progetto. Loro hanno accolto la cosa con grande entusiasmo e quindi abbiamo unito anche questo tassello. Un altro tassello è stato quello di poter inserire durante la degustazione l’assaggio, nel caso del BeGo, di schiacciate e di grissini realizzati da un forno del luogo. Quindi, tutto ha portato a una manifestazione che non è solo l’unione di arte e vino. Questa è l’ultima data fissata (almeno per ora). Tastin’ MuDEV finisce qui oppure avremo ancora la possibilità di partecipare a questo tipo di incontri? Vi state muovendo per estendere questo progetto ad altri musei? A: Ci auguriamo che questo possa accadere (ride ndr). Siamo molto contenti di poter dire che il progetto ha avuto un grande successo e questo ci fa molto piacere perché sono state le persone a porci la stessa domanda: potremmo venire nuovamente a fare questo tipo di cose, magari in un altro museo? Noi ci auguriamo di sì, ci stiamo lavorando, speriamo di riuscire a concretizzare la cosa. Ci abbiamo messo tanto lavoro, tanta buona volontà e tanto impegno, ma tutto questo non sarebbe potuto succedere se non ci fosse stato l’aiuto e il sostegno delle aziende e delle persone con cui ci siamo interfacciate. Il territorio ha risposto benissimo alla nostra chiamata, cosa che non ci aspettavamo. Quindi, stay tuned! Immagini tratte da: https://www.facebook.com/mudevmuseodiffuso/photos/gm.2073606752895224/1983795985270720/?type=3&theater Foto di Claudia Aiello
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