di Olga Caetani È lo stesso Lorenzo Mattotti, classe 1954, illustratore e sceneggiatore, ma anche fumettista e pittore di fama internazionale, a definire, con le parole del titolo dell’iconico album dei Pink Floyd, l’aspetto più intimo e oscuro della sua personalità di artista, sul quale punta i riflettori l’esposizione attualmente in corso a Palazzo Blu. Il curatore della mostra, Giorgio Bacci, ha attinto dal vastissimo repertorio dei lavori di Mattotti, caratterizzato, oltre che dalle illustrazioni dei più grandi capolavori letterari, anche da manifesti, campagne pubblicitarie e copertine di periodici del calibro di Le Monde o The New Yorker. Una selezione di opere realizzate secondo vari mezzi espressivi, dal fumetto all’illustrazione quasi pittorica, e unite, tuttavia, dal denominatore comune del noir, dell’atmosfera gotica e suggestionante. Complici, naturalmente, i soggetti illustrati da Mattotti, quali Jekyll & Hyde, Hänsel & Gretel, The Raven e l’Inferno dantesco. Essi, con estrema malleabilità, si piegano a una drammatica chiave interpretativa e fanno loro da fil ruoge i temi del doppio, della metamorfosi, della paura, del viaggio, alla (ri)scoperta di se stessi. La prima sala della mostra si apre con la libera trasposizione del testo originale, in collaborazione con Jerry Kramsky, de Lo strano caso del Dr. Jekyll e di Mr. Hyde di Stevenson. Jekyll & Hyde Il contrasto con l’iconografica tradizionale del romanzo vittoriano è evidente: la grigia e fumosa periferia londinese cede il posto a un’ambientazione innovativa, capace di mutare l’immaginario collettivo, immergendo il lettore in una ruggente Repubblica di Weimar, dai coloratissimi toni del rosso, del blu e del giallo acido. Mentre le gradazioni cromatiche variano con il progredire della trama e della penetrazione psicologica del personaggio di Jekyll-Hyde, le immagini assumono le linee marcatamente espressive del filone della Nuova Oggettività tedesca, coevo alla “scenografia”, con particolare attenzione a Otto Dix e al suo Trittico della metropoli (1927-28), a George Grosz, Max Beckmann, giungendo agli “effetti mossi” e deformanti di Francis Bacon nel secondo dopoguerra. L’enorme bagaglio culturale di Mattotti dovette fare i conti con la propria creatività e inventiva, quando, nel 1999, la galleria milanese Nuages gli commissionò l’illustrazione dell’Inferno di Dante. “Sono piombato tra la paura e l’eccitazione”, confessa l’artista, che in quell’occasione rischiò di imbattersi in una sorta di blocco creativo, dinanzi all’ingombrante presenza di Gustave Doré nella sua mente. Soltanto un processo di “demitizzazione” delle potenti e simboliche immagini di quello “straordinario sceneggiatore che è Dante”, alternate con un ritmo incredibile e incalzante di passaggi di stati d’animo e situazioni tra le più disparate, ha consentito a Mattotti di guardare nella sua infanzia per ritrovare tutto il piacere derivante dalla lettura della Divina Commedia. Sono nati così i mostri, i diavoli e le apparizioni celesti. Non mancano elementi maggiormente aulici e pittorici, come nel caso della bellissima tavola dedicata ai protagonisti del Canto V, Paolo e Francesca. L’inquietudine, il mistero, la morte sono di nuovo protagonisti nella libera e mostruosa interpretazione del concept album The Raven (Il Corvo) di Lou Reed, il grande precursore del genere Punk, a sua volta ispirato dall’omonima poesia di Edgar Allan Poe, traducendo la musica graffiante e introspettiva in figure spesso raccapriccianti, isolate, come in un incubo, all’interno di paesaggi deserti e sovrannaturali. L’uso magistrale che Mattotti fa della tecnica del pastello e della matita su carta, è sostituito, nella Sala della Biblioteca, al piano terra, dalla dimostrazione della sua piena padronanza dell’inchiostro di china, scelto per la raffigurazione delle grandi tavole dedicate alla fiaba di Hänsel & Gretel dei fratelli Grimm. Le energiche e rapide pennellate scure trasformano la graphic novel e l’illustrazione nella visione di veri e propri dipinti, nei quali l’inestricabile foresta, resa attraverso una profondità prospettica tutta giocata sui contrasti tra luce e ombra, diviene la reale protagonista del racconto. Il “sincretismo degli stili e dei generi”, di cui parla Giorgio Bacci in apertura del catalogo della mostra, tanto caro alla poetica dell’artista, raggiunge qui uno dei suoi momenti culminanti. La mostra Lorenzo Mattotti. Immagini tra arte, letteratura e musica è visitabile fino al 7 ottobre 2018, dal lunedì al venerdì ore 10-19; sabato, domenica e festivi ore 10-20. Catalogo italiano/inglese pubblicato da Felici Editore www.istosedizioni.com Per ulteriori informazioni: www.palazzoblu.it/mostra/lorenzo-mattotti/ Sito ufficiale dell’artista: www.lorenzomattotti.blogspot.it Immagini tratte da: Immagini 1-4, 6-8 www.palazzoblu.it Immagine 5 www.frammentirivista.it/il-trittico-della-metropoli-di-otto-dix/ Galleria di foto di Giovanna Leonetti Potrebbero interessarti anche:
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Gennaio 2022
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