Cronaca di un processo d’eccezione![]() Il fitto brusio di voci, perlopiù curiosi e cronisti locali, rompeva insistentemente il silenzio austero dell'aula. Sir Huddleston, giudice dell'udienza, richiamò i presenti all'ordine dopo l'ennesima risata. Cosa destava l'ilarità e lo stupore degli astanti? Perché quel mormorio insistito? Chi animava gli altrimenti severi banchi di quel tribunale? Facciamo un passo indietro. L'inaugurazione della Grosvenor Gallery, spazio a disposizione di giovani artisti emergenti e di meno giovani rifiutati dalla Royal Academy, si rivelò un successo. Tra i capolavori in mostra, apprezzatissimi furono alcuni Notturni londinesi d'un pittore eccentrico e controverso, James McNeill Whistler, americano di nascita, figura di DANDY stravagante e sopra le righe, conversatore tanto piacevole e brillante quanto caustico e spietato fustigatore della bigotta e moralista Londra vittoriana. ![]() A circa due mesi dal vernissage un articoletto mandò Whistler su tutte le furie. Vi si leggeva: “Per il bene di Mr. Whistler non meno che per la protezione dell’acquirente, Sir Coutts Linsday non avrebbe dovuto ammettere in galleria opere nelle quali la mal educata presunzione dell’artista costeggia così da presso l’aspetto di una deliberata impostura. Prima di adesso ho visto e sentito tanta di quella impudenza cockney, ma non mi sarei mai aspettato che un buffone chiedesse duecento ghinee per sbattere un barattolo di vernice in faccia al pubblico”. La stroncatura impietosa e diffamante era a firma del più autorevole e influente critico d'arte dell'epoca, cattedratico di Oxford ed egli stesso artista d'un qualche pregio, John Ruskin. L'affronto non poteva passar impunito e Whitsler trascinò Ruskin in tribunale intentandogli una causa per diffamazione con una richiesta di risarcimento di mille sterline. Ma torniamo un attimo in aula. La raffinata tenzone dialettica tra le parti assume a tratti il tono leggero e scanzonato della boutade: "Ora Mr.Whistler, può dirmi quanto ci ha messo a buttar giù quel notturno?" "Per quanto ricordi circa un giorno" "E per un giorno di lavoro chiede 200 ghinee?" "No, le chiedo per tutto il sapere d'una vita!" (seguirono applausi!) L'arguzia e l'eleganza delle schermaglie verbali trai contendenti scatenarono l'ilarità dei presenti e resero lieve un processo che di fatto risultò disastroso per entrambe le parti. Whistler s'indebitò per sostenere le spese processuali e dichiarò bancarotta di lì a poco, Ruskin si dimise dall'incarico di professore e si ritirò dalla vita pubblica. Il caso Ruskin-Whistler fu emblematico del passaggio da un'estetica ormai superata, troppo attardata su posizioni tradizionali, privilegianti un realismo d'accademia, rifinito, compiuto, realistico, a un'arte fresca, moderna, impressionistica, orientata verso il gioco di colore puro, l'accordo cromatico, l'effetto di luce, un'arte feconda di intuizioni e di spunti sviluppati poi dalle scuole pittoriche del Novecento. Di una cosa ebbe ragione Ruskin: un barattolo di vernice gettato su una tela non varrà duecento ghinee. Con Pollock, di lì a qualche decennio, varrà decine di migliaia di euro. Immagini tratte da:
- Notturno in nero e oro, da Wikipedia, pubblico dominio. - Autoritratto, James McNeill Whistler, da Wikipedia, pubblico dominio. - Autoritratto, John Ruskin, da Wikipedia, pubblico dominio
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Gennaio 2022
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