Tra le numerose e grandi personalità artistiche delle quali la città di Livorno vanta i natali, può essere senza dubbio annoverato Vittorio Corcos: ritrattista sublime, ricercato dalle dame più raffinate dell’alta società europea fin de siècle, pittore di istantanee di vita moderna e non solo. Corcos nasce a Livorno il 4 ottobre 1859, da una modesta famiglia di origini ebraiche. Il padre ne intuisce immediatamente la precoce abilità nel disegno, indirizzandolo alla scuola locale di pittura, quindi all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Decisivo per la sua formazione è il soggiorno napoletano presso lo studio del pittore Domenico Morelli, il quale nello stesso periodo porta a compimento le sue ricerche sulla fusione di elementi realistici e simbolisti.
Essere stato un allievo di Morelli rappresenta per Corcos una garanzia: giunto a Parigi nella primavera del 1880, può da subito intrattenere rapporti commerciali con Goupil, il mercante d’arte del suo maestro, e ascendere così verso il successo. Stringe amicizia con Giuseppe De Nittis, pittore italiano perfettamente integrato nella vita parigina del tempo. Tornato in Italia, realizza opere che richiamano, omaggiandolo, lo stile dell’amico, mentre dimostra una crescente predilezione per il genere del ritratto. Sono fortissime le suggestioni di De Nittis nel Ritratto di signora del 1887.
L’ignota signora incede verso lo spettatore in tutta la sua eleganza, vestita secondo la moda della Belle Époque. Un tocco di misterioso fascino è conferito alla donna dalla veletta scesa sugli occhi. Sullo sfondo, tra i rami spogli degli alberi, si intravedono la cupola e il campanile del duomo di Firenze, ove, nel frattempo, Corcos si è trasferito con la moglie Emma Ciabatti, aprendo un proprio studio.
Un magistrale ritratto a mezzo busto di Emma è conservato al Museo civico Giovanni Fattori di Livorno. Raffinata e colta poetessa, dagli anni Novanta intrattiene un fitto scambio epistolare con Giovanni Pascoli, che le si rivolge con l’appellativo di Donna Gentile, nell’accezione stilnovistica del termine. Presso il loro salotto fiorentino, i coniugi danno vita a un circolo culturale, dal quale lo stesso Corcos trae ispirazione per le sue prove letterarie. Nel 1896, alla Festa dell’Arte e dei Fiori di Firenze, il pittore espone la sua tela più famosa, ancora oggi capace di catturare l’attenzione dell’osservatore: Sogni.
La giovane modella, Elena Vecchi, siede con estrema disinvoltura, poco appropriata per una donna dell’epoca: le gambe sono accavallate, il braccio destro è abbandonato sulla spalliera della panchina, l’altro, poggiato sul ginocchio, sorregge il mento. Dell’ovale perfetto del volto, spiccano le labbra rosse e carnose, lo sguardo languido e magnetico, la capigliatura leggermente disfatta. Molto è stato detto sui possibili pensieri che attraversano la mente della ragazza: pensieri, forse, mossi dalla lettura dei tre romanzi francesi che tiene vicino al cappello di paglia e all’ombrellino. La posa echeggia certe figure femminili immerse negli assolati paesaggi mediterranei dei quadri di Sir Lawrence Alma-Tadema, nostalgici di un idilliaco passato greco-romano.
Ne La morfinomane, del 1899, sono gli occhi, ancora una volta, gli assoluti protagonisti dell’opera: occhi grandi, infiammati, ebbri, incorniciati da folte sopracciglia scure e arcuate. La donna, sorpresa nell’effimera estasi conferita dalla droga, è mollemente adagiata su una poltrona di seta dorata. L’abito da sera di tulle nero le scopre una spalla, pallida come il resto dell’incarnato. Creatura sensuale e terrifica al contempo, La morfinomane può alludere a una dannunziana Elena Muti de Il Piacere, oppure a una delle femmes damnées di Baudelaire.
Apprezzato in Inghilterra e in Scozia, dal 1904 Corcos è ospite dell’Imperatore Guglielmo II come ritrattista ufficiale della corte berlinese. L’anno successivo si trova presso i reali portoghesi. Durante le vacanze estive, fa ritorno di buon grado nelle amate coste labroniche. Osservando un’opera come In lettura sul mare, è facile distinguere il profilo della spiaggia che corre tra Livorno e Rosignano. La vista è, verosimilmente, quella che si poteva scorgere dalla sua villa di Castiglioncello, alla quale, nel dipinto, viene aggiunta una balaustra in stile liberty. Corcos si spegne nel 1933.
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Gennaio 2022
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