16/9/2016 CARLO AZEGLIO CIAMPI: DAGLI STUDI A PISA, PASSANDO PER I MARI TEMPESTOSI DI TANGENTOPOLI E DELLA CRISI DELLA LIRA, FINO AL QUIRINALE ALL' ALBA DEL NUOVO MILLENNIO.Read Now
Questa mattina si è spento Carlo Azeglio Ciampi, per lungo tempo a capo della Banca d' Italia e poi figura fondamentale dell' Italia degli anni '90 che provava a rimettersi in piedi dopo il crollo del pentapartito di governo. Ecco una breve cronistoria della sua vita.
Carlo Azeglio Ciampi nacque a Livorno il 9 dicembre del 1920, ma fu a Pisa che si formò come studente di successo, infatti dopo la maturità, concorse alla Scuola normale superiore di Pisa per un posto nel corso di laurea in lettere: nella prova scritta di italiano del concorso trattò di Piccolo mondo antico di Antonio Fogazzaro e nella prova orale fu esaminato addirittura da Giovanni Gentile, ovviamente superò il concorso con successo. Conseguì la laurea in Lettere nel 1941, gioia effimera perchè fu chiamato alle armi nello stesso anno con il grado di sottotenente nel corpo automobilistico e inviato in Albania. Quando fu siglato l'armistizio dell' 8 settembre 1943, Ciampi, che si trovava in Italia con un permesso, rifiutò di aderire alla Repubblica Sociale Italiana e si rifugiò a Scanno, in Abruzzo, dove trovò il suo Maestro Guido Calogero, fortemente apprezzato ai tempi della Normale e condannato al confino per le sue idee antifasciste. Il 24 marzo 1944 Ciampi, con un gruppo di una sessantina di persone, fra cui lo stesso Calogero, partendo da Sulmona si mise in marcia per raggiungere gli Alleati, attraversando il massiccio della Majella e sfidando le linee tedesche. L'itinerario condusse infine i sopravvissuti a Casoli. Il gruppo, che perse una decina di componenti, stremati dal freddo e dalla fatica, incontrò per primo i Patrioti della Brigata Maiella. Ciampi riuscì quindi ad arrivare a Bari, dove consegnò a Tommaso Fiore il testo manoscritto del «catechismo liberalsocialista del Partito d'azione» datogli da Calogero, si arruolò nel rifondato esercito italiano e si iscrisse al Partito d'Azione. Nel 1946 sposò Franca Pilla, compagna di vita sin dai tempi degli studi letterari nella città della Torre Pendente e conseguì una seconda laurea, in giurisprudenza, sempre presso l' ateneo pisano. Proprio in questo periodo partecipò al concorso che lo fece entrare come impiegato in Banca d'Italia, della quale sarà per 14 anni governatore, dopo aver abbandonato l'insegnamento e le lettere, che erano, per sua stessa ammissione, la vera grande passione. Nell'ottobre del 1979 fu nominato, appunto, Governatore della Banca d'Italia e presidente dell'Ufficio italiano dei cambi nel pieno della bufera che aveva travolto l'istituzione dopo il crack Sindona, l'incriminazione del Governatore Paolo Baffi e l'arresto del vice direttore Mario Sarcinelli. Ricoprì l'incarico fino al 1993, quando entrò prepotentemente sulla scena politica di un' Italia scossa e martoriata dallo scandalo di Tangentopoli e dalla crisi della Lira, riuscendo a guidarla fuori dal guado del passaggio dalla prima alla seconda Repubblica. Proprio nel 1993 fu scelto dall' allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, come guida del primo governo tecnico della storia della Repubblica Italiana, succedendo a Giuliano Amato e cessando l'incarico nel maggio 1994, quando vinse le elezioni in maniera sorprendente Silvio Berlusconi, sino ad allora imprenditore di successo, ma quasi totalmente digiuno di politica. In seguito fu ministro del tesoro nei governi Prodi I, primo governo di Centro Sinistra della Storia, con all' interno forze che si richiamavano direttamente al comunismo (Rifondazione Comunista con Fausto Bertinotti ed i Comunisti Italiani guidati da Oliviero Diliberto) e D'Alema I. In questo periodo, la sua opera fu caratterizzata dalla riduzione del debito pubblico italiano in vista degli obblighi imposti dal trattato di Maastricht, per garantire l'accesso dell'Italia alla moneta unica europea. Avviò il processo di privatizzazione di molti enti pubblici, tra cui le Poste italiane. Quando, esauriti i suoi incarichi politici, sembrava destinato ad una tranquilla pensione nella sua Livorno con Franca, compagna da ormai una vita, arrivò la richiesta di disponibilità a candidarsi ad essere il decimo Presidente della Repubblica, raccogliendo di fatto l' eredità di quell' Oscar Luigi Scalfaro che sei anni prima lo aveva voluto come Primo Ministro. Il suo nome venne sostenuto da un vasto schieramento parlamentare e in particolare dall'allora Presidente del Consiglio D'Alema che ottenne, durante le trattative, il benestare dell'opposizione di centro-destra, dato il suo grande contributo prestato in un momento profondamente difficile per l'Italia. Il 13 maggio 1999 venne eletto alla prima votazione, con una larga maggioranza trasversale Presidente della Repubblica. In questa veste, egli cercò di trasmettere agli italiani quel patriottico sentimento nazionale che deriva dalle imprese del Risorgimento e della Resistenza e che si manifesta nell'Inno di Mameli e nella bandiera tricolore. Fu inoltre il primo ed unico Capo dello Stato a visitare tutte le provincie italiane, diventando molto popolare anche tra i giovanissimi, che cominciarono a vederlo ben presto affettuosamente come un “nonno acquisito”. Il 10 febbraio 2006 aprì, come da protocollo, i Giochi olimpici invernali di Torino 2006, assistendo all' ultima esibizione pubblica di Luciano Pavarotti, in aria di nomina a senatore a vita, per il lustro dato al nostro paese nel mondo e purtroppo scomparso l'estate successiva. Il 3 maggio dello stesso anno, con una nota ufficiale dal Quirinale, Ciampi confermò la sua indisponibilità a un settennato-bis, nonoste le richieste ancora una volta trasversali delle forze politiche presenti in Parlamento: i motivi che lo spinsero a quella decisione furono l'età avanzata e la convinzione che "il rinnovo di un mandato lungo, quale è quello settennale, mal si confà alle caratteristiche proprie della forma repubblicana del nostro Stato".
Ciampi si dimise da Presidente della Repubblica il 15 maggio 2006, stesso giorno in cui il suo successore (nominato da Ciampi senatore a vita pochi mesi prima) Giorgio Napolitano prestò giuramento.
Il suo primo atto da senatore a vita fu quello di votare, tra mille polemiche, la fiducia al secondo governo Prodi, vincitore delle elezioni politiche in maniera controversa grazie a poco più di 250.000 voti, grazie soprattutto a quelli degli italiani all'estero e che avrà vita breve, fatto cadere dall' Udeur di Clemente Mastella nel 2008, sfruttando la risicatissima maggioranza di Senatori che il “Professore” aveva sino a quel momento al Senato. Dal 2007, pur non avendo mai accettato di aderirvi ufficialmente, è considerato vicino al Partito Democratico, dopo che per tutta la seconda parte degli anni '90 aveva simpatizzato, senza militanza attiva, per l'Ulivo. Dal 24 giugno 2013, data del decesso di Emilio Colombo, a questa mattina, è stato il più anziano senatore in carica. Pur senza praticamente mai presenziare ai lavori del Senato, a causa dell' aggravarsi delle proprie condizioni di salute e dell' età ormai piuttosto avanzata. Si è spento oggi 16 settembre 2016, all'età di 95 anni, in una clinica romana con accanto, come sempre da ormai più di sessant' anni la moglie Franca, sempre presente anche nelle sue uscite pubbliche durante il settennato da Presidente della Repubblica. Immagini tratte da: - Immagine 1 da www.romanoprodi.it - Immagine 2 da www.italia-news.it
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Novembre 2020
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