IL TERMOPOLIO
  • Home
  • Rubriche
  • Cookie
  • Chi siamo

23/1/2017

L’America al primo posto

0 Commenti

Read Now
 
L’insediamento del 45° Presidente degli Stati Uniti d’America

Foto

di Alessandro Ferri

Foto

Anche otto anni fa (20 gennaio 2009) a Washington faceva molto freddo. Ma non abbastanza da fermare le centinaia di migliaia di persone accorse ad assistere all’insediamento di Barack Obama, quarantaquattresimo Presidente degli Stati Uniti d’America. Venerdì scorso, diciamo che il freddo è stato più forte di qualsiasi fiducia nel nuovo Presidente, Donald John Trump.

Foto

In realtà, le folle che salutavano Obama come un eroe non sono sparite, ma hanno cambiato posizione: la Women’s march on Washington del giorno seguente all’insediamento avrebbe attirato almeno 500.000 persone non convinte dal nuovo Presidente. Ma torniamo alla cerimonia d’insediamento.


Il discorso di Trump è stato passionale e schierato come ai tempi della campagna elettorale, smentendo quanti confidavano in una “normalizzazione” del Presidente. Prima di leggerne i momenti salienti, diamo uno sguardo alla tag cloud del discorso.
Foto

Come era prevedibile, le parole più ricorrenti sono America e American. A seguire, le fondamenta del successo politico del magnate statunitense: people, country, great, back. Il popolo, la nazione, la grandezza (perduta) e il ritorno a un’epoca in cui gli Stati Uniti “non perdevano posti di lavoro a causa della concorrenza dei paesi stranieri”. Il programma perfetto per un candidato che si è rivolto in primo luogo alla classe operaia e media bianca, attaccando volutamente quelle minoranze che erano state l’elettorato di riferimento del predecessore.

Noi, cittadini americani, siamo uniti in un grande sforzo nazionale per ricostruire il nostro paese e recuperare la sua promessa per tutti noi. Insieme, orienteremo il corso dell’America e del mondo per molti, molti anni a venire. Affronteremo sfide. Sarà difficile, ma ce la faremo. […] La cerimonia di oggi ha un significato particolare, perché oggi non stiamo semplicemente trasferendo il potere da un’Amministrazione a un’altra, o da un partito a un altro, ma stiamo trasferendo il potere da Washington per restituirlo a voi, il popolo.

Il discorso è proseguito con l’argomento principe delle arringhe populiste: fino a oggi, la classe politica si è arricchita a spese degli elettori.

Tutto questo cambia a partire da qui e ora, perché questo momento è il vostro momento. Appartiene a voi. Appartiene a chiunque è riunito qui oggi e chiunque ci sta guardando in tutta l’America. È il vostro giorno. È la vostra festa. E questi, gli Stati Uniti d’America, sono la vostra nazione. Quello che conta non è quale partito controlla il governo, ma se il governo è controllato dal popolo. Il 20 gennaio 2017 sarà ricordato come il giorno in cui il popolo è tornato di nuovo a comandare la nazione. Uomini e donne dimenticate di questo paese non lo saranno più.

Se c’è una cosa del programma del nuovo Presidente che lo distingue rispetto alla tradizionale politica del partito repubblicano, è il rifiuto di un impegno attivo, sul piano economico e su quello strategico-militare, nel resto del mondo. La NATO è superata; i trattati transatlantici e transpacifici sono dannosi. Una politica decisamente lontana da quanto accaduto negli ultimi decenni, con effetti ancora imprevedibili sul piano dell’economia globale.

Per decenni abbiamo arricchito l’industria estera a spese di quella americana, sovvenzionato gli eserciti di altri paesi mentre permettevamo il triste esaurimento del nostro. Abbiamo difeso i confini delle altre nazioni mentre ci rifiutavamo di difendere i nostri, e speso migliaia di miliardi di dollari oltreoceano mentre le infrastrutture americane cadevano in rovina. […] Siamo riuniti qui oggi per stabilire un ordine che dovrà essere udito in ogni città, in ogni capitale straniera, e in ogni stanza del potere: da oggi in poi, una nuova visione governerà la nostra terra. Da oggi in poi, l’America sarà al primo posto. L’America al primo posto. Ogni decisione su accordi commerciali, tasse, immigrazione, affari esteri sarà compiuta per beneficiare i lavoratori e le famiglie americani. Dobbiamo proteggere i nostri confini dalle devastazioni di altri paesi che fanno prodotti uguali ai nostri, ci rubano le aziende e distruggono i nostri posti di lavoro. Il protezionismo creerà prosperità e forza.

“Compra americano, assumi americano” è il mantra della politica economica trumpista, e le polemiche sul presunto razzismo del presidente vanno stemperate perché “che siamo neri o marroni o bianchi, abbiamo lo stesso sangue da patrioti, godiamo delle stesse gloriose libertà e salutiamo la stessa grande bandiera americana”.

Allora a tutti gli americani, di ogni città vicina e lontana, piccola e grande, da montagna a montagna, da oceano a oceano, ascoltate queste parole: non sarete mai più ignorati. La vostra voce, le vostre speranze e i vostri sogni definiranno il nostro destino americano. E i vostri coraggio e bontà e amore saranno per sempre la nostra guida. Insieme renderemo l’America di nuovo forte. Renderemo l’America di nuovo ricca. Renderemo l’America di nuovo orgogliosa. Renderemo l’America di nuovo sicura. E, sì, insieme, renderemo l’America di nuovo grande.

Prima di lasciarvi, un aggiornamento sulle notizie di cui abbiamo parlato la scorsa settimana. Antonio Tajani è stato eletto Presidente del Parlamento Europeo. Il PPE, quindi, governa le tre principali istituzioni dell’Unione Europea, mentre il PSE è rimasto all’asciutto.
A Londra, Theresa May ha annunciato, in modo non perfettamente limpido, che il suo obiettivo è la clean Brexit, ossia la hard Brexit: fuori da Unione e mercato comune, recuperando un ruolo di protagonista a livello globale. Il come è tutto da chiarire.


Immagini tratte da:
  • L’immagine di copertina è tratta dalla pagina Facebook della Casa Bianca, Pubblico Dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=55185771;
  • Le foto degli insediamenti di Barack Obama e di Donald Trump sono tratte da http://www.gannett-cdn.com/-mm-/d44bf9ac740cfa2e4c015e985cf20e4ec8d6fdc9/r=540/http/videos.usatoday.net/Brightcove3/29906170001/201701/2306/29906170001_5290953783001_5290938262001-vs.jpg;
  • La cronaca degli eventi anti Trump di sabato, http://www.repubblica.it/esteri/2017/01/21/news/centinaia_di_migliaia_di_donne_in_tutto_il_mondo_marciano_contro_trump-156551580/?ref=HREA-1.

Approfondimenti:
  • [inglese] Il discorso completo, https://www.washingtonpost.com/news/the-fix/wp/2017/01/20/donald-trumps-full-inauguration-speech-transcript-annotated/?utm_term=.63be470e6a44;
  • La grafica delle parole più usate del discorso di Trump è stata realizzata con http://www.wordclouds.com/.

Share

0 Commenti



Lascia una Risposta.

Details

    Archivi

    Novembre 2020
    Maggio 2020
    Aprile 2020
    Marzo 2020
    Novembre 2019
    Marzo 2019
    Febbraio 2019
    Dicembre 2018
    Ottobre 2018
    Agosto 2018
    Dicembre 2017
    Novembre 2017
    Ottobre 2017
    Settembre 2017
    Luglio 2017
    Giugno 2017
    Maggio 2017
    Aprile 2017
    Marzo 2017
    Febbraio 2017
    Gennaio 2017
    Dicembre 2016
    Novembre 2016
    Ottobre 2016
    Settembre 2016
    Agosto 2016
    Luglio 2016
    Giugno 2016
    Maggio 2016
    Aprile 2016
    Marzo 2016

    Categorie

    Tutti

    Feed RSS

Contatti:
  • Home
  • Rubriche
  • Cookie
  • Chi siamo