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19/9/2016

Morire ai tempi dei Social

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Tiziana, Carolina: quando le parole sono più taglienti di una pietra
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di Eva Dei
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Nei Paesi integralisti islamici le donne possono morire lapidate con pietre, in Italia si muore lapidati dalle parole. Spesso si parla con leggerezza, senza pensare che le parole possono fare male come le azioni, a volte anche di più.
Tiziana Cantone si è impiccata il 13 settembre 2016. Originaria di Napoli, la vita di questa giovane di 31 anni si era trasformata in poco tempo. Cosa l’aveva cambiata? Un video, un banale filmino hard privato che la ragazza aveva registrato con un uomo e che era finito in rete senza il suo consenso. In breve tempo la rete si era nutrita di questo filmino, l’aveva cresciuto, trasformandolo in un mostro: video, pagine sui social network, meme tutto dedicato a Tiziana, tutto per prendersi gioco di lei, per insultarla.
Carolina aveva invece 14 anni quando si è gettata dalla finestra del suo appartamento a Novara. Tutto questo è successo nella notte tra il 4 e il 5 gennaio del 2012, ma perché? Anche in questo caso un video, un filmino infamante girato durante una festa tra “amici” (mai parola fu usata in modo più improprio) in cui girava molto alcool.
Ma questi sono solo due casi di fatti di cronaca che purtroppo in Italia si fanno sempre più comuni. Le vittime non sono certo sempre e solo donne, spesso sono presi di mira anche ragazzi gay, ragazzi portatori di handicap di diverso tipo, o chi semplicemente è giudicato diverso da una società sempre più omologata. Fortunatamente non sempre dobbiamo piangere una morte, ma questo non significa che il bullismo non colpisca, non ferisca, non laceri chi lo subisce.
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In una caccia sfrenata al colpevole, web, giornali, televisione e radio intavolano discussioni infinite che spesso non conducono a nessuna risposta, ma soprattutto a nessun risultato.
Spesso si parla di cyberbullismo e si finisce a lamentarsi di come tutta la tecnologia del nostro secolo sia pericolosa. In effetti lo è, o può esserlo se usata in modo sbagliato. È facile (e stupido) nascondersi dietro un nickname, un profilo social e sparare a zero su una persona, sui suoi errori, sulle sue debolezze, senza conoscerla, senza averla neanche mai vista. E mentre un avvocato in televisione in un noto programma della rete nazionale spiega come sia difficile a livello giuridico stabilire un legame tra l’insulto e il suicidio, forse dovremmo prendere atto del fatto che anche la tecnologia può trasformarsi in un’arma a doppio taglio. Se non si vuole limitarne la libertà (anche se sarebbe bene ricordare che la libertà di ognuno termina là dove inizia quella di qualcun altro) forse sarebbe il momento di stabilire delle regole d’uso, delle regole che possano comportare anche una sanzione giuridica per chi le infrange.
Ma in tutto questo la cosa più sconfortante è la consapevolezza di un’umanità che sembra sempre meno umana, persone che non sanno più distinguere giusto e sbagliato, scherzo e sopruso, battuta e insulto. Diciassettenni che a Rimini filmano un’amica (per la seconda volta il termine è usato in modo improprio) ubriaca mentre viene violentata, si sentono le loro risate in sottofondo al filmino che inevitabilmente finisce in rete. Questa non è una bravata. Questo è il segnale chiaro e netto che qualcosa non va. L’educazione non deve e non può essere considerato un accessorio, la capacità di riflettere deve essere incentivata e sviluppata. Non si può compiere atti di questo genere con leggerezza, bisognerebbe quantomeno chiederci: “E se dall’altra parte ci fossi io?” E non avere la presunzione di pensare che “a me non sarebbe mai successo, non lo avrei mai fatto, non sarei mai stata così stupida e sconsiderata da ubriacarmi/ da farmi filmare”.

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Questo è un invito a tutti, a chiunque aprendo uno dei social su cui è registrato sia tentato di scrivere un insulto, un commento facile e stupido, sentendosi superiore.
Usiamo la tecnologia, ma in modo intelligente e consapevole, non diventiamo anche noi delle macchine senz’anima.



Immagini tratte da:

Lapidazioni: https://www.facebook.com/agora.fanpage.it/?fref=hovercard
Cyberbullismo: http://ilquotidianoinclasse.quotidiano.net/2015/01/bullovigliacco/

Tastiera: https://zombiemusings.wordpress.com/2014/09/19/why-the-welcome-to-the-internet-defense-of-bullying-is-not-acceptable/

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