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20/11/2016

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In Italia, un bambino su tre è a rischio povertà, e rischia di non ricevere un’istruzione adeguata
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di Alessandro Ferri

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FotoIl rischio povertà aumenta con l’aumenta con la fascia d’età, raggiungendo un picco del 36,1% con i 16-19enni
Dopo la parentesi americana, torniamo a parlare del nostro paese, cogliendo l’occasione della presentazione del VII Atlante dell’Infanzia a rischio di Save The Children. Intitolato «Bambini, Supereroi», questo volume consiste un dossier di 280 pagine curato da Giulio Cederna, in cui viene fotografata la situazione della povertà infantile in Italia. In libreria non è ancora disponibile – uscirà ai primi di dicembre – ma possiamo già ricavare alcune osservazioni dai dati e dalle mappe che sono state diffuse in anticipo.


I bambini ed adolescenti (tra 0 e 17 anni) a rischio di povertà ed esclusione sociale in Italia sono il 32,1%, contro una media UE del 27,7%. Cosa significa “a rischio di povertà ed esclusione sociale”? Il criterio statistico è stato elaborato dall’Eurostat, e definisce i bambini che vivono “in condizioni di povertà relativa, deprivazione materiale e in famiglie a ridotta intensità lavorativa, con i genitori disoccupati o occupati poche ore al mese”. Abbiamo già parlato di “povertà relativa”, ma ricordiamo che è un valore che cambia di anno in anno e in base al numero di componenti del nucleo familiare. La soglia Istat di povertà relativa è attualmente di 1050 euro per nuclei familiari di due persone. Se una famiglia di due persone spende meno di questa cifra, è statisticamente povera.
Scendendo nel concreto delle privazioni che subiscono i bambini, emergono altri dati significativi.
Anzitutto, la cosiddetta fuel poverty, ossia l’impossibilità di riscaldare adeguatamente le proprie abitazioni durante la stagione fredda. Questa situazione riguarda il 24,7% delle famiglie UE in condizioni di povertà relativa. Ebbene, in Italia si sale al 39%, benché il dato sia in discesa rispetto al 43,4% del 2012. Se si guarda alle famiglie al di sopra della soglia di povertà, si ha un dato comunque alto: l’11,1%, +4,3% rispetto alla media europea.



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Fuel poverty. Serie storica 2007-2014
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La povertà incide anche sulle possibilità di crescita dei ragazzi, ossia sui loro consumi culturali e sulla loro possibilità di condurre una vita sana (attraverso lo sport ed altre attività extrascolastiche). L’Istat ha calcolato che nel 2015 l’investimento medio delle famiglie per cultura e spettacoli era di 177 euro, ma la forbice andava dai 620 euro delle famiglie benestanti agli appena 33 euro mensili delle famiglie povere (che al Sud diventano 18). Queste difficoltà non investono solo le attività fuori dalla scuola, ma il percorso scolastico stesso, con enormi problemi nel sostenere le spese della formazione (libri di testo, materiali, trasporti, mense, gite), tali da tradursi in alti livelli di dispersione scolastica. Attualmente, il fenomeno – ossia l’abbandono degli studi prima dell’esame di Maturità – riguarda il 14,7% dei giovani in età scolare, una cifra che, pur essendo in calo (rispetto al 22,1% di dieci anni fa), è frutto di situazioni molto diverse: in Umbria e in Veneto il tasso di abbandono è dell’8,1%, mentre in Sicilia è del 24,3%.
 


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La dispersione comporta l’impossibilità di accedere a lavori stabili e in grado di far uscire dalla povertà, creando un circolo vizioso che ha effetti devastanti, soprattutto nelle regioni del Sud: chi nasce povero resta (generalmente) povero. E questo non è solo un dramma morale: lo è anche da un punto di vista economico complessivo. Se non si riesce a recuperare questa parte d’Italia rimasta indietro, sarà impossibile far ripartire il paese, uscendo dalla crisi. L’economia italiana ha bisogno di azioni di contrasto alla povertà, e l’investimento nella formazione (per tutte le fasce d’età) rappresenta una delle strade da percorrere, se si pensa che il 42,3% della popolazione tra i 18 e i 64 anni ha solamente la licenza media (in Europa siamo al 27,5%).
Fonti e immagini tratte da:
- La pagina dedicata del sito di Save The Children, https://www.savethechildren.it/atlante-dell-infanzia-rischio. Tutte le immagini impiegate nel testo di questo articolo sono tratte dall’Atlante. L’immagine di copertina è tratta da http://piattaformainfanzia.org/wp-content/uploads/2014/10/1243265289810_001.jpg.

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